Libro decimosecondoXVI - La Foresta e il Boscaiolo
../XV - Il Corvo, la Gazzella, la Testuggine e il Topo
../XVII - La Volpe, il Lupo e il Cavallo
IncludiIntestazione
16 ottobre 2009
50%
raccolte di fiabe
<dc:title> Favole </dc:title>
<dc:creator opt:role="aut">Jean de La Fontaine</dc:creator>
<dc:date>1669</dc:date>
<dc:subject></dc:subject>
<dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights>
<dc:rights>GFDL</dc:rights>
<dc:relation></dc:relation>
<dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Favole_(La_Fontaine)/Libro_decimosecondo/XVI_-_La_Foresta_e_il_Boscaiolo&oldid=-</dc:identifier>
<dc:revisiondatestamp>20110420213641</dc:revisiondatestamp>
//it.wikisource.org/w/index.php?title=Favole_(La_Fontaine)/Libro_decimosecondo/XVI_-_La_Foresta_e_il_Boscaiolo&oldid=-
20110420213641
Favole - Libro decimosecondo XVI - La Foresta e il Boscaiolo Jean de La FontaineEmilio De Marchi1669
Avendo un Boscaiol rotto o perduto
il legno che fa manico alla scure,
non così presto v’ebbe provveduto,
che la Foresta
non facesse frattanto un po’ di festa.
A lei quindi volgendosi, umilmente
la prega di voler lasciarsi un unico
ramo strappare molto dolcemente,
per poter fare un manico alla scure.
Promise pure
che sarebbe partito a cercar pane
in terre più lontane,
lasciando intatte l’alte querce e cheti
i venerandi abeti.
L’innocente Foresta all’uomo indegno
guarnì di nuovo legno
il luccicante acciaro,
ma il beneficio suo pagò ben caro.
Perché colui la sfronda e la dispoglia,
non dando ai rami teneri perdono.
Geme la selva del suo stesso dono.
Così fa il mondo e i suoi seguaci fanno,
che volgon spesso in danno
di quelli che lo fanno il benefizio.
Stanco son di parlarne e vado via,
ma tuttavia
qual uomo al mondo c’è che non si duoli,
vedendo i dolci rami in terra sparsi?
E se non piangi di che pianger suoli?
Invano io grido e chiamo alcun che m’oda:
abuso, ingratitudine
saran sempre di moda.