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Favole (La Fontaine)/Libro ottavo/XIV - Esequie alla Leonessa

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Libro ottavo

XIV - Esequie alla Leonessa

../XIII - Tirsi e Amaranto ../XV - Il Topo e l'Elefante IncludiIntestazione 16 ottobre 2009 50% raccolte di fiabe

Jean de La Fontaine - Favole (1669)
Traduzione dal francese di Emilio De Marchi (XIX secolo)
Libro ottavo

XIV - Esequie alla Leonessa
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Il giorno che morì la principessa,
o Leonessa, accorsero i dolenti
a far al re quei mesti complimenti,
che sono sul dolor buonamisura
nei giorni di sciagura.

Fissato il luogo e il dì, volle il Leone
che i suoi ministri attenti
sorvegliasser la lunga processione.
Grande il concorso fu. Dentro la grotta
che serve al re Leon di cattedrale,
ogni animale, ognun a modo suo
piange d’intorno al re.
E questi, è natural, piange per tre.

È la Corte una casa così fatta
dove la gente è trista, è buona, è matta,
a seconda che il re vuole o non vuole.
Gente camaleontica che fa
la scimmia ad una grande Maestà,
mille corpi e una man che fa, che detta,
come se l’uom (lo dicono i filosofi)
non fosse che una vera macchinetta.

Tornando a noi, dirò che a quel gran duolo
il Cervo solo non pigliò gran parte.
La morta, a nominarla come viva,
la moglie ed un figliuolo
avevagli strozzato, e se nutriva
ruggine in petto il Cervo derelitto,
era nel suo diritto.

Ma non mancò chi corse poi dal principe
a dir che il Cervo s’era fatto gioco
perfin del funerale.
La collera d’un principe è fatale,
e molto più d’un re come il Leone,
lo ha detto Salomone;
ma quel Cervo leggeva così poco...

- Brutta bestia dei boschi, - disse il re, -
ed osi sghignazzare innanzi a me,
mentre si piange e mentre siamo in chiesa?
Non io l’insulto tuo vendicherò,
ma dai lupi sbranare ti farò
a placar l’ombra pia da un vile offesa.

- Prego, ascoltate, o Sire, -
il Cervo prese mestamente a dire, -
passato è il tempo ormai
di piangere e far guai,
ché la regal Consorte
cinta di fior, dal regno della Morte
or or mi apparve e bella,
in sua gentil favella e dolce riso:
"Io son beata", disse, "e vo tra i santi
a discorrere santa in paradiso.
Dunque i sospiri cessino ed i pianti.
Mi conforta il dolore universale
e il pianto del mio re,
ma dico a te che a un’anima beata
è festa il funerale" -.
Udito ciò, la Corte ad una voce
- Miracolo! - gridava. - Apoteòsi! -
E il Cervo invece di essere squartato
di cavalier si meritò la croce.

Se voi lodate ed incensate i grandi,
se prima vi parevan schizzinosi,
diventan tosto morbidi e graziosi:
per quanto grosse le sballate loro
digeriran le vostre bombe d’oro.