Favole (La Fontaine)/Libro primo/X - Il Lupo e l'Agnello

Da Wikisource.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Libro primo

X - Il Lupo e l'Agnello

../IX - Il Topo di città e il Topo di campagna ../XI - L'Uomo e la sua immagine IncludiIntestazione 2 ottobre 2008 75% Da definire

Jean de La Fontaine - Favole (1669)
Traduzione dal francese di Emilio De Marchi (XIX secolo)
Libro primo

X - Il Lupo e l'Agnello
Libro primo - IX - Il Topo di città e il Topo di campagna Libro primo - XI - L'Uomo e la sua immagine

 
La favola che segue è una lezione
che il forte ha sempre la miglior ragione.

Un dì nell’acqua chiara d’un ruscello
bevea cheto un Agnello,
quand’ecco sbuca un lupo maledetto,
che non mangiava forse da tre dì,
che pien di rabbia grida: - E chi ti ha detto
d’intorbidar la fonte mia così?

Aspetta, temerario! - Maestà, -
a lui risponde il povero innocente, -
s’ella guarda, di subito vedrà
ch’io mi bagno più sotto la sorgente
d’un tratto, e che non posso l’acque chiare
della regal sua fonte intorbidare.

- Io dico che l’intorbidi, - arrabbiato
risponde il Lupo digrignando i denti, -
e già l’anno passato
hai sparlato di me. - Non si può dire,
perché non era nato,
ancora io succhio la mammella, o Sire.

- Ebbene sarà stato un tuo fratello.
- E come, Maestà?
Non ho fratelli, il giuro in verità.
- Queste son ciarle. È sempre uno di voi
che mi fa sfregio, è un pezzo che lo so.
Di voi, dei vostri cani e dei pastori
vendetta piglierò -.
Così dicendo, in mezzo alla foresta
portato il meschinello,
senza processo fecegli la festa.