Favole (La Fontaine)/Libro settimo/III - Il Topo eremita

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Libro settimo

III - Il Topo eremita

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Jean de La Fontaine - Favole (1669)
Traduzione dal francese di Emilio De Marchi (XIX secolo)
Libro settimo

III - Il Topo eremita
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Racconta una leggenda orïentale
che un certo Topo, sazio ormai del mondo,
d’un formaggio d’Olanda a far la vita
di buon romita si ritrasse in fondo,
lontano dal mondano carnevale.

Ivi era solitudine perfetta
per tutto il giro del formaggio, e il Topo
coi piè, coi denti seppe tanto fare
che poco tempo dopo
ebbe la sua cucina e una celletta,
ove grasso divenne. Iddio protegge
qual si consacra volentieri a lui.

Un dì, quindi si legge,
arrivaron non so quai pellegrini
di popoli vicini
a dimandârgli un poco d’elemosina.
Narraron come fossero in viaggio
a cercar del soccorso oltre i confini:
che stretta era Rattopoli d’assedio
dal popolo di Gattico,
e che partiti in fretta alla sfuggita
non avean quasi da campar la vita.
Dasse qualcosa e sol per qualche giorno,
finché giunto il soccorso preveduto,
in patria avrian potuto far ritorno.

- Amici miei, - rispose il solitario, -
le cose di quaggiù non mi riguardano.
Che posso far se non dire un rosario,
perché vi aiuti il Ciel come desidero? -
E così detto, il santo
chiuse la porta... e riverisco tanto.