Libro settimoXI - Il Curato e il Morto
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16 ottobre 2009
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raccolte di fiabe
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<dc:creator opt:role="aut">Jean de La Fontaine</dc:creator>
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Favole - Libro settimo XI - Il Curato e il Morto Jean de La FontaineEmilio De Marchi1669
Un morto lemme lemme al camposanto
andava in una comoda carrozza,
vestito d’una rozza
camicia, che in antico dialetto
si chiama cataletto,
veste d’estate e veste anche d’inverno,
che i morti non si tolgono in eterno.
Al carro andava accanto
il prete a seppellir quel cristïano
col breviario in mano,
e recitava come d’ordinario,
o un pezzo di rosario
o versetti di salmi in proporzione,
s’intende, del salario.
Don Abbondio seguia, quasi il covasse,
coll’occhio il suo bel morto
perché non gli scappasse,
e rifaceva intanto
i suoi conti, dicendo: - In soldi tanto
e tanto in cera e in piccoli proventi:
c’è da comprare un mezzo bariletto
di quel di malvasia,
ma vo’ che sia
buono e il miglior che dànno queste vigne.
C’è da fare un grembiale anche a Perpetua,
e a quelle nipotine
pettegoline, ed anche... -.
Ma un sasso in questo mentre al cataletto
fe’ traballar le panche,
si piegò il catafalco e cadde sotto
con tanta violenza,
che n’ha Sua Riverenza il capo rotto.
Il morto tirò seco il poveretto,
e per la lunga via
fece al curato buona compagnia.
Se lo guardi in ogni lato,
questo nostro viver corto
è la storia del curato,
che fa i conti sopra il morto.