<dc:title> Favole </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Jean de La Fontaine</dc:creator><dc:date>1669</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation></dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Favole_(La_Fontaine)/Libro_terzo/IX_-_Il_Lupo_e_la_Cicogna&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20110827124234</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Favole_(La_Fontaine)/Libro_terzo/IX_-_Il_Lupo_e_la_Cicogna&oldid=-20110827124234
Favole - Libro terzo IX - Il Lupo e la Cicogna Jean de La FontaineEmilio De Marchi1669
I Lupi sono bestie che, si sa,
mangian sempre con grande avidità.
Un giorno uno di questi in compagnia,
per ghiottornia mangiando a più non posso,
gli cadde in gola un osso.
Con quell’affar confitto in mezzo all’ugola
che strozza la parola,
sarìa morto, se a trarglielo di gola,
una Cicogna pia
col becco non venìa.
Con colpo veramente da cerusico
il Lupo liberò.
Quindi la buona grazia
per sé gli dimandò.
- Tu scherzi, - disse il Lupo, - anzi ringrazia
i morti tuoi parenti,
se il collo t’ho lasciato uscir dai denti.
Vattene, o scellerata,
impara ad esser grata, e prega i santi
di non tornar agli occhi miei davanti -.