Favole per i Re d'oggi/Rinomate virtù, Beni desiderati, Certezze incerte/Le Corone

Da Wikisource.
Le Corone

../Le Illusioni ../La Vita IncludiIntestazione 25 novembre 2013 100% Letteratura

Rinomate virtù, Beni desiderati, Certezze incerte - Le Illusioni Rinomate virtù, Beni desiderati, Certezze incerte - La Vita
[p. 100 modifica]

LIII.


LE CORONE


A una donna che ne guadagnava assai sudando pochissimo, cadde un giorno una moneta d’oro nel più folto d’un boschetto ombroso; e là rimase splendendo come una stella.

— Che bello sputo! — esclamò dall’alto un ghiotto moscone e, tutto giulivo ci si precititò sopra; ma quando vide che non era quel che sembrava, si sdegnò e se ne andò brontolando.

Le formiche invece, vedendo quell’insolito arnese, si fermarono a rispettosa distanza con i loro sacchi in spalla e dissero: — Non si sa mai.

Ma una gazza peritissima, corse leggera, ci diede sopra una bella beccata per esser ben sicura che non si trattasse di qualche cioccolatino, poi con quanto fiato aveva, si mise a gridare: — Uccellame del bosco! lepri, lucertole, sorci rossi! Scoiattoli, donnole, pipistrelli e calabroni! venite! venite a vedere quel che mai non vedeste! Questo è oro! oro vero! oro fino! La cosa più bella e preziosa che sia nel mondo! quella di cui s’incoronano i re!

— Uuuuh! — echeggiò il bosco.

E fu tutto un volare, un correre, un saltellare, un [p. 101 modifica]ronzare, uno stridere, poi uno stringersi, un accalcarsi, un montarsi addosso per vedere meglio.

Poichè quella moneta era proprio ai piedi di un lauretto profumato, parve a questo lauretto propizia l’occasione per far conoscere a così grande adunata di popoli i propri meriti, e così parlò: — O nobili bestie qui convenute al richiamo della onorevole gazza, se tanto religiosa maraviglia vi sembra meritare questo croceo dischetto, perchè di tal materia piacque ai re di incoronarsi, quale onore non sarò io per meritare da voi o nobili bestie, io che incorono i poeti, i quali son più grandi dei re?

Seguì un silenzio attonito.

Ma fu rotto da una voce che pareva singhiozzo e usciva d’un pruno e diceva: — Il Re dei re, il Poeta dei poeti non volle altra corona che questa.

Le bestie, trasecolate, cercaron la gazza perchè le illuminasse; ma quella, poco favorevole alle discussioni improduttive, era sparita con la moneta d’oro.

Che fare? Che pensare di quella strana faccenda? Chi più stimare? l’oro, il lauro, o il pruno?

Ci fu un grasso e liscio talpone che, per fortuna, mise a posto le cose:

— Questi ardui problemi, miei cari compagni, disse — nuocciono assai alla salute. Infischiatevene di tutte le corone come faccio io e lasciate agli uomini matti di scegliersele d’oro, di lauro o di pruni, come meglio credono.