Fra la favola e il romanzo/Beneficio fatto non va perduto/III

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Beneficio fatto non va perduto - III

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III.



Era mezzanotte, e la gioia fervea. Maurizio Gerli, ilare in volto, stava seduto in mezzo ai suoi amici, quando il vecchio Tommaso su d’una piccola guantiera di argento porsegli un dispaccio recato allora allora dall’officio telegrafico. Prese un istante licenza e, ritirossi in un’attigua camera, aprendo per via la busta con la noncuranza di chi è abituato a ricevere giornalmente parecchi telegrammi. Appressatosi ad una lampada percorse lo scritto. Gli occhi gli si [p. 24 modifica]velaarono; e dubbioso di quanto avea letto, si passò una mano sulla fronte, e tornò a gettarvi sopra lo sguardo. Un pallore mortale gli si sparse nel volto; una specie di sfinimento lo colse, e lasciossi cadere di peso, come se gli spiriti lo abbandonassero, sul vicino seggiolone. Rimase in quello stato alquanti minuti, finchè emettendo un profondo ed angoscioso sospiro balbettò: — Dio mio, Dio mio! quale sventura.... — Vinto quel primo istante di abbattimento sollevò il telegramma, e nuovamente lo lesse a sillaba a sillaba quasi compitando.


Cette. Maurizio Gerli. Livorno. Ieri ore 5 pomeridiane Brik Costanza naufragato. Tutto perduto. Equipaggio salvo. Notizie lettera.

Capitano Franceschi.


In preda a sempre crescente costernazione, senti le lagrime affluire agli occhi e mentre queste scorrevangli abbondanti sulle gote, egli diceva: — Quale sventura! povero me, povero me! Di repente gli risovenne dell’equipaggio e riguardando al telegramma quasi a proprio conforto: equipaggio salvo, equipaggio salvo — andava ripetendo, e dal seggiolone lasciandosi sdrucciolare con un ginocchio a terra, giunte le mani sclamò: — Dio, ti ringrazio che nel colpire me, hai risparmiato la vita dei miei marinai, e salvato dal lutto e dalla desolazione le loro famiglie. — Poi ripensando a sè stesso: — ma dunque tutto è perduto! Forse la ruina della mia famiglia! No: coraggio, Maurizio, attendiamo altre notizie. Forse...... si telegrafi di presente a Marsiglia, e per questa sera nulla si trapeli di questo infortunio. Coraggio, sì, [p. 25 modifica]buon Dio, dammi coraggio e calma.... e tu, Berenice, deh soccorri al tuo povero Maurizio... —

Voci giulive e la festosa musica dei lancieri dalla sala da ballo penetravano nella camera ove il Gerli erasi ridotto. — No, egli soggiunse, non ispargiamo l’amarezza tra questi amici invitati a festeggiarmi. A che gioverebbe? E le mie figlie? Ah! Povere figlie.... Scrisse in fretta due telegrammi, li spedì suggellati all’officio, e rientrò nella sala come se nulla fosse; anzi in balia ad una sorta di eccitamento nervoso che fece pensare a’ suoi amici ch’egli avesse ricevuto una lieta novella.