Giro del mondo del dottor d. Gio. Francesco Gemelli Careri/Dedica

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Dedica

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Giro del mondo del dottor d. Gio. Francesco Gemelli Careri Avviso
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ALL’ECCELLENTISS. SIG.

DON LUIGI

DELLA CERDA, ED ARAGONA,


Duca di Medina-Celi, Alcalà, Segorbe, Cardona

Lerma, & c. Conte d’Ampurias, Marchese

di Denia, e Cogogliudo, & c. Presidente

del Consiglio di Ordini, Vicerè, e

Capitan Generale del Regno

di Napoli, & c.




ECCELLENTISS. SIGNORE.


NN
ON sembri strano a V. E. se onorando con benigno sguardo i miei fogli, osserverà, che dalla toga di Astrea feci [p. vi modifica]passaggio al sajo di Bellona, ed indi all’abito di peregrino; poichè avendo sì ne’ legali cimenti, come ne’ militari sperimentata troppo maligna la mia stella, pensai mutando cielo, mitigare in parte il rio influsso. E quantunque la lunga peregrinazione di varj, e disastrosi accidenti fornita, non mi abbia reso immune da’ perigli: tuttavolta meno rigida in viaggiando essi meco portata la fortuna; conciossiacosachè alla Divina Provvidenza piaciuto sia di serbarmi per testimonio delle sue mirabili opere, che nel Giro del Mondo, meglio, che in un’angolo della Terra si ammirano. Ora scampato da’ [p. vii modifica]naufragj, sono al porto del fortunatissimo Regno di Napoli, che da V. E. con tanta virtù, e con tanta felicità si governa, che quando era eziandio in contrade rimotissime dal nostro Polo, sentiva il dolce Nome, e le di lei alte imprese risuonar fra’ Barbari stessi, cui non era sconosciuta la sua Real Casa, ed il suo Real costume, e specialmente quello di far, che un Regno testè dimagrato, ed in istante risorgesse il merito oppresso dal peso dell’oro, di cui V. E. a differenza d’altri, suole riempire i pubblici Erarj, e non le proprie casse. Onde non istupisco, se di V. E. [p. viii modifica]medesima non degenerante dagli Avoli, a lor somiglianza, in tutte le lingue, e presso tutte le Nazioni si faccia immortal memoria; e se formansi da per tutto ragguagli delle tante, e sì rare qualità, che fregiano la corona de’ suoi meriti, ed accrescono il dovizioso patrimonio delle sue laudi. Emmi per tanto mancato l’animo di farne parola in questo foglio, col quale ho pensato di dedicarle la mia divozione, ed insieme il primo tomo de’ miei ultimi viaggi, ove scorgerà delineato l’avanzo di qualche Monarchia di quelle, che per sua elezione tanto ben si descrissero nella eruditissima [p. ix modifica]Accademia composta nel proprio suo Palagio de’ migliori Suggetti della Repubblica Letteraria. Or non tributandole componimento eroico (siccome farebbe quello delle sue maravigliose geste, e de’ suoi) le offero con profondità di ossequio una raccolta di curiose, e dilettevoli notizie, con cui ella suole soventemente sollazzarsi ne’ momenti, che le restano all’applicazione del grave governo. E se non saranno degne del suo gradimento le mie fatiche, spero, che lo farà l’argomento di questi miei peregrini racconti, che mi hanno aperta la strada ad umilissimamente inchinarla, e [p. x modifica]riverentissimamente soscrivermi


Di V. E.


Napoli a dì 24.Settembre 1699.




Umilissimo, e divotissimo Scrividore
Gio: Francesco Gemelli Careri.