Gli assempri/Come uno che giocava ne fu portato dal diavolo in anima et in corpo

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Come uno che giocava ne fu portato dal diavolo in anima et in corpo

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Come uno che giocava ne fu portato dal diavolo in anima et in corpo
Come un'uomo, bastemiando Idio, morì subbitamente D'un uomo che avventò una pietra a la figura de la Vergine Maria

[p. 227 modifica]Come uno che giocava ne fu portato dal diavolo in anima et in corpo.

CAP. 61.°


L’assempro che seguita mi fu scritto da un caro mio amico dignissimo di fede, sicchè io lo scrivo qui di sotto secondamente che fu scritto a me, e fu in un castello che si chiama Arcidosso, et è nel contado di Siena, e sallo Idio che io non ci aggiongo nè scemo parola. E fu una cosa molto palese e divolgossi molto per tutte le contrade d’intorno: ora dice. La propria verità di quello che m’avavate ragionato si è questo, che essendo alcuni giovani d’Arcidosso e giocando insieme, uno di loro pure de la detta terra d’Arcidosso, perdendo si raccomandò al dimonio dicendo, diavolo cavanni di tante angosce e tribulazioni, e io mi ti do in carne et in ossa. E dette queste parole di subbito sparì, e non si vidde chi el levasse dinanzi a’ compagni, di che tutti n’ebhero grande orrore e maraviglia, dicendo cosi. Dove n’è andato costui che testè giocava con [p. 228 modifica]esso noi? E come questo fusse vero, cioè che ’l dimonio ne l’aveva portato? Andando un di un uomo, co’ la sua moglie pur d’Arcidosso, a far piane e correnti in un bosco chiamato la Zancona, che è fra Seggiano e Arcidosso, et entrando fra ’l bosco, el marito lassò la moglie et andò a tagliare el legname come detto è per far piane e correnti. E tagliato che gli ebbe, si chiamò la moglie che gli menasse l’asino, et essa non gli rispondeva, e cosi la chiamò più volte e mai non gli rispose. Vedendo questo el marito si andò al luogo dove l’aveva lassata, et ine la trovò tramortita in terra, e nientemeno pure la chiamava, ma ella niente gli rispondeva. Alla perfine esso la pose su l’asino e sì la menò ad Arcidosso, et in capo di tre di essa favellò e disse cosi. Io viddi el tale laggiù in quello fossato de la Zancona, che era molto scuro, et era su ’n uno cavallo morello. E detto questo di subbito morì. Or sapendo questo la moglie et i figliuoli di questo sciagurato, andaronsi laggiù al detto fossato et incominciarlo a chiamare, et esso rispondeva e diceva: Che volete da me figliuoli miei? Et essi con gran pianto risposero. Volete voi padre nostro che facciamo limosine o dir messe per voi? Et esso rispose con grande amaritudine e sospiri: ciò che voi faceste per me, mi crescia[p. 229 modifica]reste pena e guai, imperò che so’ in luogo che neuna cosa mi varrebbe, nè messe nè altri offici che per me faceste dire. E detto questo sparì. Fu questo nel millequattrocento sedici all’entrata di Dicembre. De’ nomi di costoro non ho potuto sapere niente, ma solamente seppi ch’erano d’Arcidosso.