Gli assempri/Assempro come non si debba mangiare uova nè cacio ne le vigilie comandate da la Santa Chiesa

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Gli Assempri - Assempro come non si debba mangiare uova nè cacio ne le vigilie comandate da la Santa Chiesa

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Gli Assempri - Assempro come non si debba mangiare uova nè cacio ne le vigilie comandate da la Santa Chiesa
Conte uno che si rallegrava de la morte d'un suo nemico morì subbitamente D'un mercatante mal'uomo che dette falsamente un testamento

[p. 158 modifica]Assempro come non si debba mangiare uova nè cacio ne le vigilie comandate da la Santa Chiesa.

CAP. 44.º


Dissemi un venerabile et antico medico, che essendo giovano ne lo studio di Bologna, fu pregato una state da alquanti gentili uomini di Bologna et alcun altro cittadino, che egli andasse in quella state a stare un pezzo colloro a un castello presso a Bologna a dodici miglia che si chiama Castello Sanpiero, al quale avevano loro posessioni. Et andandovi el medico, avevano questi gentili uomini, e’ qua li erano da dodici, questo costume, che ogni [p. 159 modifica]di tutti in brigata mangiavano insieme e sempre questo medico co’ loro. E l’uno di loro come toccava apparecchiava ne la casa sua la mensa e le tovaglie, e ’l sale e’ bicchieri; ciascuno arrecava ciò che doveva mangiare ne la casa. Avvenne che occorrendo una vigilia d’uno Appostolo, un di loro fece fare una torta e recolla a la brigata, per la quale un di loro disse, che per reverenzia dell’Appostolo non se doveva mangiare, però che l’uova erano opera di carne e per questo cominciaro a quistionare insieme, e parte tenevano con costui e parte dicevano che l’uova non erano opera di carne e che volevano e potevasene mangiare. El medico stava queto e non diceva cavelle. Sicchè all'ultimo dimandaro el medico quello che ne li paresse. Allora el medico rispose e disse1 che credeva che del cacio si potesse mangiare, però che nè latte nè cacio si converte mai per se medesimo in carne, ma e l’uova si converteno bene in carne, con ciò sia cosa che dell’uova nascono e’ pulcini, e però non credeva che dell’uova si dovesse mangiare. E data questa sentenzia subbitamen[p. 160 modifica]te nel mezzo de la sala dinanzi a tutti loro venne una callina et accovolossi in terra e fece un uovo col pennello senza guscio. E subbitamente fu colto l’uovo e posto dinanzi al medico. Allora el medico in presenzia di tutti parti l’uovo per mezzo et era dentro tutto un pezzo di carne, e tutti ci viddero et ebborlo in mano e non tanto eglino, ma chiunque era nel castello al potè vedere. E molti per quella cagione si posero in cuore, di mai in venardi nè in vigilie comandate da la Santa Chiesa, non mangiar mai nè cacio nè uova e singularmente questo medesimo el medico si pose in cuore. Or’avenne che essendo el medico tornato a la terra sua, et osservando di non mangiare nè cacio nè uova in venardi nè in digiuni de la Santa Chiesa, e cosi avendo osservato molto tempo, avvenne che una volta essendo tutta la sua fameglia in contado, et in casa sua aveva fatto venire una sua comare che ’l serviva. E tornando el medico un venerdì a casa a mangiare, la comare el dimandò s’egli volesse parecchie uova aifrittellate però che non v’era altro che mangiare. Et avenga che mal volentieri, el medico pur disse di si. Allora la comare pose la padella a fuoco, e ’l primo uovo ch’ella ruppe per mettare in su la padella era pieno di san[p. 161 modifica]gue. Allora el medico vedendo al secondo miracolo, da capo si pose in cuore che se egli dovesse morir di fame essendo sano, nè in venardi nè ne’ digiuni de la Santa Chiesa non mangiarebbe nè cacio nè uova. Questo assempro ebbi dal predetto medico, al quale era uomo antico e venerabile persona e degno di fede.


Note

  1. Tale questione, ed in questi termini, vige tuttora fra la gente grossa.