Gli assempri/Assempro morale d'uno usuraio el quale aveva tre figliuoli, e come per provarli voleva che s'ardessero el dito

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Assempro morale d'uno usuraio el quale aveva tre figliuoli, e come per provarli voleva che s'ardessero el dito

../D'un mercatante mal'uomo che dette falsamente un testamento ../Come una bertucciola tolse a un mercatante tutto 'l mal guadagno ch'e gli aveva fatto, e gittollo in mare IncludiIntestazione 11 luglio 2023 75% Da definire

Assempro morale d'uno usuraio el quale aveva tre figliuoli, e come per provarli voleva che s'ardessero el dito
D'un mercatante mal'uomo che dette falsamente un testamento Come una bertucciola tolse a un mercatante tutto 'l mal guadagno ch'e gli aveva fatto, e gittollo in mare

[p. 168 modifica]Assempro morale d’uno usuraio el quale aveva tre figliuoli, e come per provarli voleva che s’ardessero el dito.

CAP. 46.°


Fue un grande usuraio el quale aveva tre figliuoli. Costui infermando gli fu mandato per un buono e valente e savio religioso, el quale l’acconciasse dell’anima sua. Sicchè quello religioso disaminandolo e trovandolo che aveva d’usura quasi ciò che aveva nel mondo; al cominciò a confortare ch’egli si confessasse e s’acconciasse dell’anima sua bene e diligentemente, e che lassasse che l’usura si rendesse, e cosi medesimamente disponesse tutti e’ suoi [p. 169 modifica]fatti secondo che voleva la ragione, altrimenti l’anima sua andarebbe a le pene dello ’nferno e non troverebbe mai da Dio grazia, nè misericordia, nè remissione de’ suoi peccati. Allora l’usuraio rispose e disse ch’era apparecchiato di fare ciò ch’egli voleva, fuor ch’egli non voleva rendare l’usura, però che non voleva lassar povari e’ suoi figliuoli. Allora disse el religioso: figliuolo tu debbi pensare che se tu andarai allo ’nferno per lassar ricchi e’ tuoi figliuoli, che non tanto ch’e’ tuoi figliuoli possono far prò nessuno all’anima tua, ma eziandio continuamente l’acresciaranno pena. Però che ogni male che eglino faranno con quelle ricchezze male acquistate, e la mala dottrina e ’l male assempro che tu l’hai dato, et anco s’eglino non correggiaranno la vita loro, et eglino medesimi non rendaranno l’usura, unde tu sarai cagione del loro male, ogni cosa sarà accrescimento di pene in giudicio sopra l’anima tua. Allora disse l’usuraio, vedete missere, che gli è tanto l’amore che io porto a’ miei figliuoli, che entro lo ’nferno mi sarebbe una gran pena se io vedessi e’ miei figliuoli povari e male stare, sicchè per nullo modo rendarei mai l’usura. Allora disse el religioso: vedi figliuolo tu se’ molto ingannato dal dia[p. 170 modifica]volo che tu ti lassi1 mettare a vedere, che nell’altra vita se tu andarai alle pene dello ’nferno, tu possa ben volere o amare nessuna cosa. Con ciò sia cosa che benchè queste due cose ti sieno concesse in questa vita, questo si è per lo libero arbitrio che Dio t’ha dato acciò che tu l’usi a onore e laude e reverenzia sua de’ suoi Santi in ciò che tu hai e puoi. Sicchè se queste due cose tu l’usarai in questa vita come tu debbi, eternalmente ti saranno poi concesse ne la gloria di vita eterna, cioè di sempre amare Idio e di sempre ben volere. E queste due cose, quanto più perfettamente l’avarai in questa vita, più perfettamente possedarai la gloria di vita eterna. E se tu sarai el contrario, sia certo che tu avarai poi in perpetuo col diavolo altre due cose, cioè di sempre mal volere e di sempre odiare Idio et ogni cosa che pensare et immaginar si possa. Sicchè non tanto che tu abbia in odio e’ tuoi figliuoli, ma eziandio te medesimo, intanto che se nello ’nferno non vi fusse nè diavolo nè spirito che ti tormentasse, tu medesimo in perpetuo ti tormenteresti quanto tu potessi.2 E [p. 171 modifica]medesimamente non tanto che tu possa ben volere pe’ tuoi figliuoli, ma eziandio per te medesimo non potrai ben volere, intanto che se fusse possibile che ti fusse aperto el cielo e lo ’nferno, e fusseti dato el partito che tu entrasse nell’uno in qual tu volesse, non potreste volere entrare in vita eterna, ma più tosto vorreste entrare nello ’nferno. E questo interviene però che Dio è sommo Bene è sommo amore è somma carità, e di fuor da lui, è sommo male e somma superbia et invidia. E con ciò sia cosa che nel tempo che hai auto el libero arbitrio di far bene e male, tu non abbi voluto questo Sommo Bene nè voluto fare la sua volontà, nè volutogli piacere in nessuna cosa, anco hai voluto piacere al diavolo dello ’nferno, et a lui hai servito et ubbidito. E però questa cosa è che tu sia privato in perpetuo di questo Sommo Bene et amore e Carità di Dio; ma anco l’arai tanto in odio che tu nol potrai volere nè desiderare nè per te [p. 172 modifica]nè per altrui. E però giusta cosa sarà che tu sia collocato col diavolo in tutte le pene dello ’nferno, e da lui sarai ripieno di quattro cose singulari; cioè d’ogni pessima e mala volontà et odio pessimo et incogitabile contra Dio, e contra tutta la sua santissima Corte celestiale, e contra tutte le genti del mondo, e non tanto ancora contra e’ tuoi figliuoli, ma eziandio contra te medesimo, e sarai ripieno d’invidia diabolica e di superbia infernale. E però considera misero ne’ fatti tuoi, e non volere per e’ tuoi figliuoli perdare el regno celestiale e la gloria di vita eterna, e la dolce compagnia de’ santi angeli e dell’anime sante e beate, le quali eternalmente godono con Cristo e co’ la sua santissima Madre nel suo santissimo regno di vita eterna. E non volere per tuoi figliuoli andare eternalmente a patire le dure pene dello ’nferno. E voglio che tu sappia, che secondamente che dicono e’ Santi che la maggior pena che abbiano le dimonia nello ’nferno, avenga che molte n’abbiano e diverse, nondimeno la maggiore si è di vedersi insieme l’uno l’altro la loro scurità, quanto sono orribili e terribili a vedersi insieme l’uno l’altro, e non dimeno sempre ardono nel fuoco scuro dello ’nferno. Dimmi figliuolo che prò ti faranno e’ tuoi figliuoli se tu sarai col[p. 173 modifica]locato nello ’nferno et incorporato co’ le dimonia in tali e tante pene? E secondamente che dice la santa scrittura, che l’anime misere dannate son collocate come pecore nello ’nferno. Che solamente un demonio sarebbe sufficiente a tormentare tutte l’anime dello ’nferno. Pensa dunque come stanno quell’anime misere fra tanta moltitudine di dimonia. E l’amor pazzo e bestiale che tu hai avuto a’ tuoi figliuoli, ti sarà sempre a giudicio et a tormento, e la loro mala vita de la quale tu lo se’ cagione, sempre t’accrescarà pena sopra pena nello ’nferno. Et eglino medesimi se non s’amendaranno verranno in quelle medesime pene con teco nello ’nferno. Considera adunque misero che allegrezza e che consolazione tu avarai allora nello ’nferno co’ tuoi figliuoli, quando voi avarete insieme l’uno contra l’altro tanto odio e tanta iniquità, che come cani arrabbiati vi rodarete e vi devorarete insieme l’un l’altro. Unde provedeti ora che tu hai ’l tempo, avenga che tardi sia, nondimeno anco ti puoi provedere. All’ultimo quello religioso pieno di amore e di carità, vedendo che nol poteva mutare del suo duro perposito, sì gli disse. Or ecco figliuolo, poichè tu non vogli fare quello ch’io ti dico, almeno mi permette di fare una cosa, cioè che tu medesimo preghi Idio che [p. 174 modifica]t’allumini el cuore e la mente, e dieti la buona volontà, el suo amore e la sua carità, et io per te devotamente nel pregarò. E partitosi el religioso si pose in orazione per quello usuraio e devotamente pregò Idio che gli avesse misericordia. E l’altro di ritornando al sopra detto usuraio, et anco el trovò duro come di prima, et essendo spirato da Dio sì gli disse. Or vedi figliuolo, poichè tu hai tanto amore a’ tuoi figliuoli, che tu per loro vuogli stare eternalmente nel fuoco dello ’nferno, almeno voglio che tu pruovi loro che amore eglino hanno a te, e tien questo modo. Chiama uno de’ tuoi figliuoli da te e lui, e digli così. Vedi figliuol mio, con ciò sia cosa ch’egli mi sia stato fatto conscienzia dell’usura la quale io ho male guadagnata, e che se io non lasso ch’ella si renda, io non sarò assoluto di nessun peccato che io facesse mai, e così me n’andaro eternalmente al fuoco dello ’nferno. Unde io per l’amore che io vi porto, e per lassarvi ricchi e benestanti e che voi non veniate in povertà e in miseria, ho diterminato piuttosto d’andare a le pene eternali et ardare eternalmente nel fuoco dello ’nferno che lassarvi povari. Ora voglio vedere per tanto amore che io vi porto, che amore voi portate a me e che merito voi me ne renderete. E con [p. 175 modifica]ciò sia cosa che ’l fuoco materiale respettive al fuoco invisibile dello ’nferno, è come ’l fuoco dipento respettive a questo fuoco materiale. Unde io voglio, poichè io so’ disposto per voi a stare eternalmente nel fuoco dello ’nferno, vedere se voi volete tenere per mio amore el dito sopra el lume d’una lucerna solamente del dire un Ave Maria. E se voi volete far questo, mi disporrò per lassarvi ricchi e benestanti di star sempre ma’ nel fuoco dello ’nferno quantunque non abbia mai fine. Unde l’usuraio rimase molto contento e disse che voleva fare per ogni modo. E cosi el religioso si partì e devotamente pregò Idio per lui. L’usuraio chiamò l’uno de’ suoi figliuoli e disseli le sopra dette cose. Allora el figliuolo cominciò a sospirare, ma pur per non mostrare ch’egli avesse al padre sì poco amore, pose ’l dito sopr’al lume de la lucerna, ma com’egli senti el caldo del fuoco subbito nel levo, e nol vel tenne del dire una terza Ave Maria, e disse al padre ch’era dispiacer di Dio ch’egli stesso si guastasse la mano. Allora el padre chiama el secondo figliuolo e disseli le sopra dette parole. E ’l secondo figliuolo pose ’l dito sopra el lume de la lucerna, e non vel tenne tanto ch’egli sentisse el caldo, che subbito nel levò e disse al padre, se io mi gua[p. 176 modifica]stasse la mano io peccarei mortalmente, però che per nulla cagione l’uomo non si debba far male egli stesso, et offendare nè Idio e’ suoi Santi, perocchè di questo male che io mi farei non n’avarebbe utilità nè voi nè persona. Sicchè ’l padre chiamò el terzo figliuolo e dissegli le simiglianti parole. Allora el figliuolo gli rispose e disse: questo che voi volete che io faccia è un tentare Idio, e arebbelo molto per male ch’io mi guastasse la mano io stesso, et anco chiunque l’udisse direbbe che io fusse stato una bestia a far per non cavelle sì fatta pazzia. Allora l’usuraio fu compunto nel suo cuore et alluminato da Dio ne la mente, e mandò per lo sopradetto religioso e con molto pianto e con molta contrizione se li rendè in colpa, pregandolo che egli dovesse acconciarlo dell’anima in qualunque modo vedesse d’acconciarlo meglio per l’anima sua; però ch’egli era apparecchiato di fare pienamente ciò ch’egli el consigliasse, e che voleva lassare che l’usura si rendesse pienamente. E fermamente prometteva che s’egli guarisse, che pienamente la rendarebbe egli stesso. E disseli come aveva provato e’ suoi figliuoli, e come avevano risposto, e che vedeva ch’eglino non gli avevano amor nessuno, se non per la robba ch’eglino aspettavano che lor rimanes[p. 177 modifica]se. Allora disse ’l religioso. Sia benedetto e laudato e ringraziato Idio che t’alluminato il cuore e la mente, et hatti dato vera contrizione! Et ora per questo ti puoi avedere che quando l’uomo è morto e sotterrato in questa vita, non ci rimane nè padre nè madre nè moglie nè figliuoli nè amici nè fratelli nè parenti che mai più di lai si ricordi, se non solamente alcuna volta lodare o biasimare le sue operazioni a lor beneplacito. Et anco debbi sapere che quando tu sarai passato di questa vita e sarai dinanzi el giudicio di Dio, tu non avarai persona che t’aiti nè ti disaiti, se non solamente le tue buone e gattive operazioni. E doppo queste parole el religioso confessò et acconciò quell’usuraio come si conveniva, e fece el suo testamento, e lassò che pienamente l’usura si rendesse, e poi in pace passò di questa vita. Prego adunque ciascheduno usuraio e tutti quelli che furano e fanno e’ bistratti e pessimi guadagni, che non s’indugino d’acconciarsi a la morte, però che la maggior parte ne vengono in fallo.3 E se pure alcuni s’acconcian bene, non estante che sieno molti pochi, lo’ interviene come dice ’l proverbio, [p. 178 modifica]che chi per altrui mano s’imbocca, tardi si satolla. Però che quello che si lassa a sodisfare, rade volte se ne fa cavelle, e questo si può vedere tuttodì per la sperienzia degli altri. Et anco dice Santo Augustino de la confessione che molti indugiano a fare a la morte; non la lodo e non la vitopero, ma nondimeno Di’ el sa come ne vanno.


Note

  1. Che tu ti lasci dare a credere.
  2. Questa invero è filosofia e della squisita, espressa in semplici parole alla buona. Il mio Fra Filippo intese l’altissimo verso di Dante «Le genti dolorose, Ch’hanno perduto il Ben dell’intelletto» (I. C. III. 18) Verso profanato in Italia tanto, perfino da’ Professori, che li fanno dire che quelle Genti sono i pazzi!!!
  3. Rimangono delusi, falliscono alla loro intenzione.