Gli assempri/Come un uomo diceva che Dio non l'aveva gionto

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Come un uomo diceva che Dio non l'aveva gionto

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Come un uomo diceva che Dio non l'aveva gionto
Come un'anima subbitamente ch'el la passò di questa vita, apparbe a un suo confessore Come una vergine fu guardata da la Vergine Maria per martirio

[p. 211 modifica]Come un uomo diceva che Dio non l’aveva gionto.

CAP. 57.°


Conobbi un uomo ne la città di Siena, el quale era antico e famoso usuraio. Et avenga ch’egli fusse dotato di molti vizii, non dimeno singularmente fu molto crudele inverso de le povere persone. Costui udendo dire che s’aspettava la mortalità, che venne poi nel mille trecento settanta e quattro, si recò in denari quasi ciò ch’egli aveva nel mondo; sicchè poi sopravenendo la mortalità, per non morire in quella mortalità si fuggi a Massa: ciò è una città la quale è a guardia del Comune di Siena. Et ine stette tanto che la mortalità, gli fu detto, ch’era ristata. Unde poi ritornando a Siena, e venendo in una contrada dove molto si riduceva, quasi una balestrata o poco più di longa da la casa sua venneli a riscontra alquanti uomini suoi dimestici e conoscenti, e rallegravansi co’ lui de la sua tornata, e che egli era tornato sano e lieto. E [p. 212 modifica]ragionando e cavazzando insieme, come fanno e’ lor pari, ultimamente volle cavazzare con Domenedio come aveva fatto co’ compagni. E levando gli occhi in alto, disse contra Dio in boce grandissima quanto del capo1 gli escì, cioè; credevimi giognere Domenedio, non mi giognesti! E detta questa parola, senza nessuno indugio ne disse un’altra più pianamante, ciò fu: oimè che m’hai pur gionto, ch’io mi sento el grosso! mi sento el grosso2 E cosi andandosene a la casa, innanzi ch’egli vi giognesse, fu aitato a portare a braccia: e poi assai gattivamente s’acconciò dell’anima sua: e doppo la sua morte, e’ suoi figliuoli in men d’un anno vennero nell’ultima povertà. E però tu che vivi a capo cervio, el quale non ti pare avere nè ciel sopra capo, nè terra sotto e’ piei, credimi che Dio ti giognarà, a otta che tu nol tel pensarai, e quando ti parrà meglio stare: e converratti veniré dinanzi al suo giudicio, et ine ricevarai [p. 213 modifica]merito dell’opere tue, bene e male secondo che arai meritato. Fummi detto le sopra dette cose da un uomo che vi si ritrovò presente.


Note

  1. I cantanti dicono voce di capo, quella che si fa spingendo l’aria verso le fosse nasali posteriori e il velo del palato, e ritenendola alquanto. Allora essa diviene vibrata e alquanto nasale, e se è esagerata un poco, conviene moltissimo a un tuono d’ironia e di scherno.
  2. Vedi lo Spoglio. Grosso.