Gli assempri/Come una donna che cosse 'l pane, la Dimenica volendolo poi sfornare era tutto sanguinoso

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Come una donna che cosse 'l pane, la Dimenica volendolo poi sfornare era tutto sanguinoso

../Come una bertucciola tolse a un mercatante tutto 'l mal guadagno ch'e gli aveva fatto, e gittollo in mare ../Come un uomo che lavorava el dì di Santo Bartolomeo, si ruppe la gamba IncludiIntestazione 12 luglio 2023 75% Da definire

Come una donna che cosse 'l pane, la Dimenica volendolo poi sfornare era tutto sanguinoso
Come una bertucciola tolse a un mercatante tutto 'l mal guadagno ch'e gli aveva fatto, e gittollo in mare Come un uomo che lavorava el dì di Santo Bartolomeo, si ruppe la gamba

[p. 182 modifica]Come una donna che cosse ’l pane la Dimenica volendolo poi sfornare era tutto sanguinoso.

CAP. 48.°


Dissemi un mio balio che essendo egli giovano, venne questo caso ne la villa sua che si chiama la Villa al Piano, presso a la città di Siena per ispazio di quattro miglia.1 Ciò fu che una contadina sua vicina, vedendo un sabbato ch’ella non aveva pane per se e per la sua fameglia, per lo dì de la Domenica che seguitava, e per lo lunedì che anco era una festa solenne; per non patir disagio d’averlo accattare, o d’averlo a comprare, fece come fanno quelle persone che non hanno reverenzia nè devozione nè a Dio, nè a’ suoi Santi, però che cosi lavorano e fanno cavelle e’ di de le feste come e’ di feriali. E se pur si guardano di non lavorare e di non far cavelle co’ le mani, per ispirazione diabolica non si [p. 183 modifica]guardano da’ peccati come debbano, anco molti più peccati e’ più abbominevoli fanno e’ di de le feste che gli altri dì. E però molto sarebbe minor male ch’eglino stessero a lavorare, e far cavelle co’ le mani segretamente ne le case loro, che star tutto di oziosi facendo male, e dicendo peggio, e tutto di mangiando e bevenlo, come le bestie. E certamente Idio fa coloro come dice ’l proverbio, cioè a mal fare è mal pagare. Però che se i miseri considerassero ne’ fatti loro, vedrebbero che i lor beni sempre diminuiscono, et in tutte le lor cose sempre viene lo schiantimo. Et ispesse volte di gran ricchezze2 vengono in gran povertà. E veramente com’eglino hanno poca cura di Dio, così Dio n’avarà poca e meno di loro, se morranno in quello stato. Però che le feste non son fatte per godere e rallegrarsi col mondo e col diavolo, anco son fatte per rallegrarsi con Dio, e co’ suoi Santi. Unde seguita che chi si rallegrarà col mondo e col diavolo, godarà col diavolo e co’ la sua compagnia, come avarà meritato: e chi si rallegrarà con Dio, godarà con Dio e co’ suoi santi in vita [p. 184 modifica]eterna. E però dice Idio ne la Santa Scrittura contra quelli che fanno le feste mondane; Le loro feste come sterco putrido, lo’ gittarò ne la faccia loro. La sopra detta misera femina la Domenica a notte fece ’l pane, e poi la Domenica a mane el cosse. E quando venne per volerlo sfornare, credendo che fusse cotto, vidde che tutto ’l pane era pieno di sangue. Al qual miracolo trasse molta gente de la villa e tutto quel pane, se ne portarono chi uno e chi un’altro, sicchè tutto ne fu portato via. E quel mio balio che mi disse questo assempro vi si ritrovò e presene un pane, el quale tenne per memoria di quel miracolo tutto ’l tempo de la vita sua.


Note

  1. Accenna ad un casale del Piano del Padule di Cavaglione, ora detto Palazzo al Piano.
  2. Ricchezze, intese per patrimoni, o per tesori raccolti.