Guida d'Udine/San Pietro Martire

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San Pietro Martire

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San Giacomo San Nicolò

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SAN PIETRO MARTIRE

All’antico convento, fatto già alloggio militare, appiccossi non è guari un incendio, dopo il quale fu soppresso, e quasi interamente spianato. Era esso antichissimo, mercecchè fu eretto solo quarantott’anni dopo la morte di San Domenico1. In suo luogo sorsero nuove abitazioni, e si aprirono novelle strade. La chiesa sola rimase intatta. La tavola di Pomponio Amalteo sul maggior altare finge l’orrendo spettacolo del martirio del santo titolare, soggetto, in cui Tiziano fa il suo capolavoro, ma che a lui, benchè posteriore, servì di scoglio. Il san Tommaso d’Aquino, dipinto nel 1605.2, è di Marco Vecellio, di Tiziano allievo e parente. Lo eseguì con colorito armonico, e apposevi l’iscrizione Marcus Titiani f. In aggiunta vi stava l’Annunziata del Pordenone, tanto lodata dal Vasari, quadro, in cui oggi altro non resta d’inviolato, che il Padre eterno. La sant’Orsola e compagne era un’eccellente fattura di Giovanni Martini, e perchè tale, fu trasportata a Milano per la reale pinacoteca3. Vi si conserva nulladimeno la parte superiore, nella qual pure è delineato l’eterno Padre con angeli. I puttini di mezzorilievo nel parapetto dell’altar del Rosario han l’iscrizione giuseppe torreti. Sono di una maniera pastosa, ed una delle cose le più perfette, ch’egli abbia. In questa chiesa s’innalza il monumento del [p. 41 modifica]cardinal Francesco Mantica, copia dell’altro erettogli nel principio del seicento in Roma alla Madonna del Popolo4.

Era l’annesso convento un gioiello per chi amava le belle arti. L’amatore infatti si abbattea nella sacrestia a dipinti di autori celebratissimi. Infra essi si distinguevano Leandro Bassano, Francesco Floriani, Vettore Carpaccio. Girando per lo convento vedeva nella camera del capitolo un ampio quadro con santi domenicani del Carneo, e nel refettorio una Cena del medesimo. Senon che prima vi esisteva l’assassinio di san Pietro martire di Bastianello Florigorio, e di lui pure il Signore seduto a mensa co’ due discepoli, notato già dal Vasari. Nell’ingresso del dormitorio si affacciava Gesù crocifisso del Sellunello, e scendendo dalla scala nel primo piano della medesima incontravansi due santi di Giovanni Martini.

Note

  1. Valvason Saggi ec. 5.
  2. Vedi presso il Demanio il libro intitolato. Ecclesia et conventus sancti Petri martyris de Utino.
  3. Storia ec. 176.
  4. Vedi Capodagli 253, e Ciaconio Vitæ et res gestæ pontificum romanorum. Romæ 1677. T. 4. 308. in cui si legge l’iscrizione di Roma che è identica a questa.