Guida della Val di Bisenzio/Parte seconda/15

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15. Al Monte della Scoperta

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AL MONTE DELLA SCOPERTA (1300 m.)


itinerario n. 15.

Indicazioni utili.

Guide e cavalcature. V. a pag. 50.
Alberghi e Trattorie S. Quirico V. a pag. 50. — Montepiano, Itin. 24.

Il M. della Scoperta, se non è il più alto fra quelli dell’Appennino circostante, è certo quello che si merità più d’ogni altro un’ascensione. Il nome che esso porta, accenna esattamente alla sua posizione di vedetta, che scopre immenso paese all’intorno. Situato tra le valli del Brasimone, della Setta e del [p. 124 modifica] Bisenzio, versa le sue acque a questi tre fiumi per declivi tutt’affatto differenti per pendenza e per cultura. Quello del Brasimone mite e ricco di pasture e faggete, che si fanno tagliare dal Comune di Bargi: almeno si rispettassero le macchie, così necessarie, delle crine! L’altro della Setta, assai breve, è a lieve pendìo e vestito di piante; quello del Bisenzio è ripido, scosceso, mostrando in alto i filoni orizzontali di roccia calcarea e qualche pianta rara, intristita di faggio.

Questo monte segnava il confine tra lo stato pontificio e la Toscana, come oggi tra provincia bolognese e fiorentina: lungo la cresta si vedono anche al presente i termini in pietra ben noti un tempo ai numerosi contrabbandieri.

La veduta che si ha dalla vetta che si estende per lungo tratto pianeggiante e vestita di faggi, meno dal lato settentrionale sul versante della Setta, dove è rocciosa e frana giù ripida ed inaccessibile, è immensa. Tutta la val di Bisenzio, e di là dalla Calvana, il Mugello intero si presenta agli occhi, chiuso dalla cerchia dell’Appennino. Tra la Falterona e la Vallombrosa, sorge nereggiante l’Ermo di Camaldoli, che non si vede da nessun’altra vetta dei Monti di Val di Bisenzio; la cima nuda e biancastra del M. delle Coste, e quella del Monteferrato, che visto dalla Scoperta sembra un cumulo di terra come quelli fatti dalle formiche; e la Serra de’ Faggi d’Iavello e poi una moltitudine innumerevole di contrafforti boscosi o nudi che si accostano e quasi si ritoccano, più o meno lunghi, più o meno inclinati, chi più chi meno volti alla stessa direzione. Sotto di sè, quasi a un trar di sasso, le pittoresche capanne di [p. 125 modifica] Cavarzano, e a sinistra la ridente valle della Setta, dalle sorgenti di questo torrente sino alla Abetina sopra Montepiano, ed alle apriche pasture della Marzolina.