I Caratteri/I caratteri morali/La diffidenza

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I caratteri morali - La diffidenza

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Teofrasto - I Caratteri (Antichità)
Traduzione dal greco di Goffredo Coppola (1945)
I caratteri morali - La diffidenza
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18.


LA DIFFIDENZA

È la diffidenza un sospettar male di tutti1, e il diffidente cotal uomo che se manda il servo a far la spesa ne manda poi un altro che s’informi quanto pagò; e il danaro se lo porta con sé, e a ogni chilometro si ferma a ricontarlo quant’è2. E quand’è a letto domanda a sua moglie se ha chiuso a chiave la cassapanca, se la credenza è allucchettata, e se è stato infilato il catenaccio nella porta di casa; e se ei dice di sì, nullameno egli si alza nudo dal letto, e, accesa la lucerna, scalzo corre qua e là a ispezionare, e pur così stenta a prender sonno3. E a quelli che gli debbono danaro richiede i frutti alla presenza di testimoni, affinché non si possano buttare alla negativa; ed è capace di dare il vestito4 non a chi lavora meglio, ma quando ci sia un buon garante dello smacchiatore5. E se uno viene a chiedergli dei bicchieri, anzitutto non li dà6, ma se poi è un amico di casa o parente stretto li presta solo dopo averci fatto un segno a fuoco e pesatoli e quasi quasi alla presenza di un garante7. E al paggio che l’accompagna dà ordine di non camminargli dietro [p. 112 modifica]ma dinanzi, affinché egli possa sorvegliare che per la via non gli scappi8. E a quelli che hanno comprato qualche cosa da lui e dicono: Quant’è? ségnalo in conto ché non ho tempo9, risponde: Non darti pena di mandare ché io, se tu non hai tempo, verrò con te...10.

Letteralmente «presunzione d’ingiustizia verso tutti», ma, tradotto così, il testo greco riescirebbe piatto e oscuro.

Leggo [testo greco] che il Diels espunge.

È una delle piú vive figure teofrastee questa del diffidente che s’alza di notte.

Darlo al tintore, s’intende. Anche qui Teofrasto si ricorda di quel che avveniva nella bottega di suo padre.

Traduco «smacchiatore» ricordandomi di quel che s’è letto dello spilorcio alla fine del carattere decimo.

«Anzitutto» nel senso che suo primo impulso è di non prestarli.

Traduco «quasi quasi» per rendere più viva l’immagine che in Teofrasto è vivacissima.

Note

  1. [p. 120 modifica]Letteralmente «presunzione d’ingiustizia verso tutti», ma, tradotto così, il testo greco riescirebbe piatto e oscuro.
  2. [p. 120 modifica]Leggo [testo greco] che il Diels espunge.
  3. [p. 120 modifica]È una delle piú vive figure teofrastee questa del diffidente che s’alza di notte.
  4. [p. 120 modifica]Darlo al tintore, s’intende. Anche qui Teofrasto si ricorda di quel che avveniva nella bottega di suo padre.
  5. [p. 120 modifica]Traduco «smacchiatore» ricordandomi di quel che s’è letto dello spilorcio alla fine del carattere decimo.
  6. [p. 120 modifica]«Anzitutto» nel senso che suo primo impulso è di non prestarli.
  7. [p. 120 modifica]Traduco «quasi quasi» per rendere più viva l’immagine che in Teofrasto è vivacissima.
  8. Che servi scappassero avveniva di frequente. Così leggesi nel «Gorgoglione» di Plauto: i tu prae me virgo; non queo quod pone (dietro) me est servare.
  9. Nota come spesso sono commercianti questi tipi teofrastei. La borghesia ateniese era fatta di commercianti e mercantúcoli.
  10. La risposta è [testo greco], e però interpungo diversamente dal Diels. Nota poi che [testo greco] è reticente come il «verrò con te» di subito dopo: cioè a dire «mandare a pagare», «verrò con te per riscuotere quel che mi devi». Teofrasto adopera spesso coteste reticenze che son proprie della lingua parlata. Invece dell’[testo greco] integrato da Diels propongo una particella negativa: «se tu non hai tempo» equivale a «se tu hai altro da fare».