I Salmi di David (Diodati)/SALMO CXXIX
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SALMO CXXIX.
1 Lasso, Israel può dire,
Fin da’ mie’ primi giovenili tempi:
I nemici di me fer crudi scempi:
Nè pur poter compire
L’empio desire.
Come in sodo terren curvi bifolchi,
Lunghi sul dosso mio trasser i solchi.
2 Ma giusto è il gran Signore,
Che degli empi troncò funi ed ordigni.
Così quanti a Sion portan maligni,
Con ispietato core,
Odio e rancore,
Bassin la testa di vergogna umili:
E dien la volta fuggitivi e vili.
3 Sien qual steril verzura,
Che su per tetti ad or ad or si cria:
Ma tosto arsa dal sol sparisce via:
E di corla matura
Previen la cura:
Nè mai fe’ d’essa mietitor menata,
O l’ebbe in braccio in fasciatel legata.
4 Nè cotal prece o voto
D’amorevol passante unque s’udio,
Sievi il Signor di sua mercede pio.
Il benedir devoto
Non vada a voto,
Col qual, ad ogni vostra opra e fatica,
Grazia del ciel sempre chieggiamo amica.