I funghi mangerecci e velenosi dell'Europa media/Parte speciale/Descrizione delle specie/Agaricacee/Lepiota/Lepiota procera

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Lepiota procera

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Lepiota procera Scop. — Tav. XIII.

Ital. Bubbola maggiore, Mazza da tamburo, Pellicione, Parasole, Tobbia. Franc. Couleuvrélle. Ted. Parasolschwamm.

Ha cappello da prima ovale, indi campanulato, finalmente disteso col disco rialzato in una protuberanza (umbone) di colore grigio-rossastro o marrone, con epidermide dura, che si screpula tutta in squame di varia forma sovra un fondo biancho-sporco, fibroso, con margine elegantemente frangiato, largo fino a 20 centimetri; lamelle spesse, larghe, bianche, al gambo libere e congiunte ad anello; gambo cilindraceo, alto fino a 24 cm, tutto tigrato da squame brune, alla base bulboso, internamente cavo; anello mobile, composto di due o tre zone circolari, frangiato-lacere, al di sotto cartilagineo e bruno, sopra bianco e fioccoso-tomentoso; carne bianca, molle, in età tenace, di buon gusto e odore marcato, fungino: basidii clavati, 30-40 × 10-12 μ, spore ellittiche od obovate, 12-15 × 8-10 μ.

Nasce nei luoghi campestri, al margine dei boschi sassosi, dovunque.

È di buon gusto quando é giovane; si deve però levare il gambo, il quale è coriaceo e nettare il capello dalle squame. Il fungo adulto diventa tenace e non si presta agli usi culinarii. Spiegazione delle figure: a Fungo a quasi completo sviluppo, b Fungo sezionato, c Basidii. d Spore.