Vai al contenuto

Idilli (Teocrito - Romagnoli)/XIX - Il ladro di favi

Da Wikisource.
XIX - Il ladro di favi

../XVIII - Epitalamio d’Elena ../XX - Il bifolchetto IncludiIntestazione 25 giugno 2024 100% Da definire

Teocrito - Idilli (III secolo a.C.)
Traduzione dal greco di Ettore Romagnoli (1925)
XIX - Il ladro di favi
XVIII - Epitalamio d’Elena XX - Il bifolchetto
[p. 135 modifica]

XIX

IL LADRO DI FAVI

[p. 137 modifica]




Un giorno, punse un’ape maligna il ladruncolo Amore,
mentre rubava un favo dall’arnia. Lo punse alla mano,
sul polpastrello; e quello si cruccia, si soffia sul dito,
i piedi a terra pesta. E infin, preso il volo, la doglia
ad Afrodite mostrò, movendo lagnanze, che l’ape,
bestia cosí piccina, può far sí dogliose ferite.
Rise la madre. «E tu, non sei dunque simile all’ape,
che sei tanto piccino, ma fai sí dogliose ferite?»



Nota

[p. 258 modifica]

XIX

IL LADRO DI FAVI

Pretta composizione alessandrina: non siamo piú nel clima della poesia, ma dello scherzo, della galanteria, dello spirito. Chi ci si trova bene, potrà sostenere senza protervia che a questo «Ladro di favi» non mancano né eleganza né arguzia.