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Il Ciclope (Euripide - Romagnoli)/Parodo

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Parodo

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Euripide - Il Ciclope (415 a.C. / 413 a.C.)
Traduzione dal greco di Ettore Romagnoli (1931)
Parodo
Prologo Primo episodio


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I satirelli invadono l’orchestra, cacciandosi avanti la greggia, con movimenti appena disciplinati da una danza vivacissima.

coro
Una voce.

Strofe

Dove ti sbandi, o figlio
di balde madri e validi
padri, su per le rupi?
Non è qui rezzo mite,
non sono erbe fiorite?
Vicino agli antri cupi
dove belan gli agnelli,
è l’acqua tolta ai gorghi dei ruscelli.
Un'altra voce.

Presto, su, tu qui, tu lí, sopra le zolle
del rugiadoso colle!
Un'altra voce.

Ohè, tra poco ti lancio un sasso!
Un'altra voce.

Oh tu, montone, allunga, allunga il passo,

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torna al vecchio che queste
rocce guarda al Ciclope, al pecoraro agreste.
La prima voce.

Antistrofe
Offri le mamme turgide,
accogli i tuoi lattonzoli!
Li lasci, e il lungo giorno
giacciono addormentati
nell’antro. Or coi belati
bramano il tuo ritorno.
Lascia il pascolo e l’erba,
entra nella rocciosa etnèa caverna!
Un’altra voce.

Presto su! Tu qui, tu lí, sopra le zolle
del rugiadoso colle!
Un’altra voce.

Ohè, tra poco ti lancio un sasso!
Un’altra voce.

Oh, tu, montone, allunga, allunga il passo,
torna al vecchio che queste
rocce guarda al Ciclope, al pecoraro agreste.
Tutti i satiri sono oramai radunati sulla scena. Il movimento di danza diviene sempre piú stretto.

corifeo

Epodo

Non è qui Bromio, non qui le danze,
non le tirsígere
Bacche, o dei timpani l’alto frastuono

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presso cadenti sorgive linfe,
né stilla gocce d’ambra la vite,
né tra le Ninfe
in Nisa l’inno bacchico intono
per Afrodite,
su la cui traccia spingeami a volo
con le Baccanti dal bianco pie’.
Oh caro Bacco, dove, o diletto, vagando solo,
scuoti le anella del biondo crine?
Io, tuo ministro, servo il monòcolo
Ciclope, ed erro, cinto di misere
vesti caprine,
lungi da te!