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Il Parlamento del Regno d'Italia/Camillo Caracciolo di Bella

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Camillo Caracciolo di Bella

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Francesco Bubani Gioacchino Rasponi
Questo testo fa parte della serie Il Parlamento del Regno d'Italia


[p. XCVIII modifica]Camillo Caracciolo.

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Napoli è sua patria, ove egli è nato nel 1821 da Giuseppe Caracciolo principe di Torrella, che fu ministro costituzionale di Ferdinando II nel 1848, e da Caterina Salicechi, e nipote di quel principe di Torrella, che venne condannato a morte nel 1799, e che gemè per molti anni prigione nella fossa della Favignana in Sicilia.

Educato a sentimenti patriotici e liberali, egli fece i suoi studî in famiglia, e nel 1847, in occasione delle prime dimostrazioni che precedettero in Napoli la rivoluzione di Palermo, egli venne arrestato e posto sotto giudizio, liberato soltanto dal trionfo della rivoluzione. Dopo la catastrofe del 15 maggio, non vedendosi più in sicurezza in patria, ne uscì; visitò il Piemonte e la Francia, non tornando a Napoli che nel 1855 per espressa domanda del padre.

Ma poco tempo egli poteva rimanervi tranquillo, in quanto che il celebre ministro di polizia, Mazza, lo esiliava in Malta, perchè l’influenza e i sentimenti liberali ben noti dal marchese di Bella gli davan ombra. Alla caduta di quel ministro, cui successe, come ognun [p. 337 modifica]ricorda, la più mite amministrazione Bianchini, il Caracciolo potè rientrare in patria ove si rimase sufficientemente tranquillo fino al 1859.

Si fu in quest’epoca che il nostro protagonista ebbe a soffrire le più forti persecuzioni per parte del governo borbonico. Arrestato nel settembre per sospetto di cospirazione, siccome non si riusciva ad intentare contro di esso ed altri personaggi imprigionati nel medesimo tempo e per le medesime cause un regolare processo per mancanza di prove, il governo si era deciso ad inviarli tutti nell’isola d’Ustica, quando le energiche rimostranze avanzate dai ministri di Francia ed Inghilterra, nonchè il malcontento che quella abusiva misura aveva eccitato nella popolazione, indussero i ministri di Francesco II a recedere loro malgrado. Rimesso provvisoriamente in libertà, il Caracciolo, due mesi dopo, essendo di nuovo ricercato dalla polizia, fu salvo per mezzo del ministro inglese Elliot, le cui note, scambiate a proposito del nostro protagonista e degli altri amici suoi politici col governo borbonico sono presenti a tutti. — Non possiamo passare sotto silenzio che il Caracciolo fu uno dei fondatori di quel comitato segreto, intitolato dell’ordine, che fu il principale fomentatore della rivoluzione in quella parte di Italia, e servì tanto alla grand’opera dell’annessione delle provincie meridionali.

Sotto la luogotenenza Farini il marchese di Bella, ammesso a far parte della Consulta di Stato, fu inviato in qualità di commissario regio in Capitanata dapprima, indi in Basilicata.

Eletto a deputato dal collegio di Cerinola e contemporaneamente da altri due, il Caracciolo ha optato per il primo. Scrittore elegante e profondo, egli ha pubblicato parecchie memorie filosofiche che si possono leggere nel Museo di scienze e letteratura di Napoli, nonchè nella Rivista italiana e nel Cimento di Torino. — Il marchese Caracciolo è insignito della croce di ufficiale dell’ordine dei santi Maurizio e Lazzaro.