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Il Parlamento del Regno d'Italia/Luigi Castellani Fantoni

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Luigi Castellani Fantoni

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Giuseppe Biancheri Leopoldo Cempini
Questo testo fa parte della serie Il Parlamento del Regno d'Italia


Luigi Castellani-Fantoni.

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Era ufficiale di cavalleria; si è messo nella vita politica non sappiamo troppo dire con quali titoli e per quali aspirazioni. Vi fu un tempo in cui si sedette sui banchi dell’estrema sinistra, e si potè credere facesse causa comune coll’ottimo Macchi, al quale si strinse allato. Non ammettiamo però che i democratici lo ritenessero mai per uno dei loro, malgrado i fieri discorsi da esso letti alla Camera.

In sostanza era devoto esso pure al Rattazzi e cercava di servirlo a suo modo, tentando raggranellargli qualche partigiano tra le fila degli estremi oppositori al gabinetto Cavour. Nelle elezioni generali del 1860, malgrado tutti gli sforzi da esso fatti, non potè riuscire a trovare un collegio che ne accettasse la candidatura. Allora entrò apparentemente nella redazione della Monarchia Nazionale, giornale creato e sorretto colla borsa del capo del centro sinistro, sebbene possiamo esser convinti che il periodico rattazziano non abbia pubblicato molti articoli suoi. Candidato universale e perpetuo di tutti i collegi elettorali vacanti, caduto il ministero Ricasoli e succedutogli quello presieduto da Rattazzi, mediante le influenze del [p. 720 modifica]ministro Cordova, potè venire accettato a rappresentante da un collegio della Sicilia. Si potè allora osservare con qualche sorpresa che l’entusiasmo e la devozione sua al gabinetto diretto dal proprio patrono cominciò a sensibilmente intiepidirsi, tanto che della caduta di questo sarebbesi detto non fosse troppo affannato. Ad ogni modo la voce del Castellani Fantoni non si è più udita risuonare nella Camera ed anche la sua presenza da qualche tempo a questa parte vi è divenuta assai rara.

Ora più che mai si può dire, che la parte politica ch’ei rappresenta in seno all’assemblea nazionale sia un mistero profondo, mentre sembra ignorare egli stesso cosa voglia e ove tenda; nell’ultimo voto di fiducia chiesto alla Camera elettiva dal ministero Minghetti in occasione delle interpellanze Saracco, il Castellani Fantoni si astenne.