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Il Parlamento del Regno d'Italia/Luigi des Ambrois

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Luigi des Ambrois

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Pasquale Catalano Gonzaga Nicolò Rapallo
Questo testo fa parte della serie Il Parlamento del Regno d'Italia


Luigi Desambrois.

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Originario della Savoja il commendatore Des-Ambrois è entrato di buon’ora nell’amministrazione dello Stato, ha fornito una rapida e brillantissima carriera mediante la quale si è elevato alle più alte dignità del regno.

Egli ha seduto per ben due volte nei Consigli della Corona, ed è stato messo in ultimo alla testa del Consiglio di Stato che dirige nella sua qualità di vicepresidente, con tutta quella saviezza ed abilità che meglio potrebbero desiderarsi.

Ogniqualvolta vien fatto all’onorevole senatore di prendere la parola sopra alcuna grave questione amministrativa finanziaria o politica, egli tesse un discorso con tanta maestria e profondità da non potersi mai abbastanza ammirare. Quindi è ch’egli abbia meritamente una grande influenza nelle deliberazioni le più importanti tanto del Senato che del Consiglio di Stato, come del contenzioso diplomatico del Consiglio di cui egli si trova pure alla testa.

Il commendatore Des-Ambrois ha rifiutato in questi ultimi tempi, dopo la morte del conte di Cavour, di rientrare in composizioni ministeriali, alle quali gli si era proposto di partecipare; mentre noi comprendiamo questo suo ritegno, e lo scusiamo fino a un certo punto, gravi essendo di già e molteplici le occupazioni del sommo uomo di Stato, tuttavia non possiamo astenerci dal deplorare di non vederlo prendere una parte ancora più attiva e diretta agli affari col sedere in un Gabinetto.

Noi non possiamo nel quadro ristretto assegnatoci che ricordare di volo, come, oltre all’attivissima e [p. 856 modifica]rilevantissima ingerenza avuta dal commendatore Des-Ambrois nelle cose interne dello Stato, gli si sieno anche affidate in varie circostanze missioni diplomatiche di gran rilievo da esso con la solita abilità disimpegnate.