Il Tesoro (Latini)/Libro IX

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Brunetto Latini - Il Tesoro (XIII secolo)
Traduzione dalla lingua d'oïl di Bono Giamboni (XIII secolo)
Libro XI
Illustrazioni al Libro VIII Illustrazioni al Libro IX

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LIBRO NONO

Capitolo I.

Qui comincia la politica, cioè il libro del governamento delle città ’.

Li primi libri dinanzi sono a divisare le nature, e il cominciamento delle cose ^ del secolo, e gì’ insegnamenti de’ vizii, e di virtudi ^, e la dottrina di parlare bene. Ma in questa parte diretana vole mostrare maestro Brunetto Latino la politica *, volendo compire al suo amico quel

1) Il t: Bel gouvernement des citez.

2) Aggiunto e lo cominciamento delU cose, col ms. Vis. e col T: li commencement des choses.

3) Corretto virtude, die è pure nel ms. Vis. in virtudi, col T: des vertuz. Parla delle vertudi in g-enerale.

4) La politica, manca al t, ed al ms. Vis.

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cl»’ egli gli avea promesso nel cominciamento del

primo libro, là ove disse che ’1 suo libro finirebbe in politica, ciò è a dire nel governamento della città, eh’ è la più nobile ed alta scienza, e ’1 più nobile e ’1 più alto ’ ufficio che sia in terra, secondo che Aristotile prova in suo libro *. E tutto che politica comprenda generalmente le arti che bisognano alla comunità degli uomini, non per tanto il maestro non s’ intramette se non di quel che appartiene al corpo del signore, ed al suo diritto ufficio. Che quando le genti ^ cominciaro a crescere in primamente e multiplicare, e che ’1 * peccato del primo uomo si radicò sopra il suo lignaggio, e che il secolo peggiorò duramente, sì ^ che r un desiderava le cose del suo vicino, l’altro ’^ per suo orgoglio si sottometteva

1) ^ ’/ pi h alto, manca al ms. Vis. ed al t.

2) Secondo che Aristotile prova in suo libro, che è altresì nel ms. Vis., manca al t, ma quattro codici del Chabaiile hanno la variante: Selonc ce que Aristotles dit en son livre, et j à soit il ensi que.

3) Corretto le^gi in ffenti, col t la gent, quantunque altresì la moltiplicazione delle leggi sia un flagello.

4) Corretto e del in e che ’l, col ms. Vis. e col t; et que li péchiez.

5) Aggiunto e che ’l secolo peggiorò duramente, col ms. Vis. e col t: et que li sèecles empira durement.

6) Aggiunto del suo vicino, e corretto dell’ altro in l’altro, col t: les choses son voisin, li autres. Il nis. Vis. concorda colle stampe.

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il raeniposseate al giogo ’ del servaggio, e’ *

conveniva per forza che coloro che voleano vivere di loro diritto, y schifare la forza de’ malfattori, si reducessino insieme in un luogo ^, e in uno ordine. Ed allora cominciaro a fondare magioni \ ed a fermare città e fortezze % ed a chiuderle di muro e di fosso; ed allora cominciaro a stabilire loro costumi, e loro leggi, e loro diritto, che fosse comune per tutti li borghesi della città Per questo dice Tallio, che città è ^ uno ragunamento di genti ad abitare in uno luogo ’, e vivere ad una legge. Sì come le genti e le abitazioni sono diverse, e l’ uso e lo diritto *

1) Aggiunto al giogo, col ms. Vir. e col t: an joug de servage.

2) Mutato e in e’, col ms. Vis. e col t: il convint.

3) Aggiunto in un luogo, e, col t: en un leu, et. Il ms. Vis. in sicuro, e in uno ordine.

4) Corretto magione, che è pure nel ms. Vis. in magioni, col T: maisons.

5) Aggiunto città e, col t: viles et forteresces. Ms. Vis. ville e fortezze.

6) Aggiunto per questo dice Tullio, che città, è, coi mss. Ambr. e Vis. e col t: Pors ce dit Tulles, que citez est.

7) Aggiunto luogo, col ms. Vis. e col t: en un leu.

8) Corretto li diritti in lo diritto, considerato come sopra in astratto, col t: li droit. Nel ms. Vis. è lacuna.

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sono diversi per lo mondo; così hanno elli diverse

maniere di signorie D’allora ’ che Nembroth gigante fu signore, e prese primamente lo reame del paese ’, e che cupidità seminò le guerre e’ mortali odii tra le genti del secolo, egli convenne che gli uomini avessero signori di più maniere, secondo che l’uno fu eletto a diritto, e l’altro per suo podere ^ E così addivenne, che l’uno fosse signore, o re di paese *, e l’altro fosse castellano, signore ^ di castella, e l’altro fosse duce, conducitore dell’oste *’, l’altro fosse a canto e compagno del re, e gli altri avessero ’ gli altri uffici, onde ciascuno avea sua terra, e suoi uomini a governare.

1) Mutato dall’ora in d’allora, col ms, Vis. e col t: dès lors.

2) Il t: Nembrot li grans gayans sorprist premicrement e regne et le pais. Il ms. Vis. sorprese.

3) Corretto prode in podere, col ms. Vis. e col t: pooir.

4) Aggiunto di paese, che ha riscontro con di costella, col ms. Vis. e col t: dou pais.

5) Il T: garderes des chasliaus.

6) Corretto osti in oste, col ms. Vis. e col t: ost.

7) Mutato avevano in avessero, col t: avoient. Il ms. Vis. /’ altro avea.

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Ma tutti signori, e ’ tutti ufficiali ’, o son perpetuali

sempre per loro e per loro erede, sì come sono re, conti, castellani ed altri simiglianti ^; o e’ sono a loro vita, sì come messere lo papa ^ e messere l’imperadore di Roma, e gli altri che son eletti a loro vita: o elli sono eletti ad anno ^ sì come sono li rettori maggiori, come è podestadi, e capitani, ed altri ufficiali della città ®: o elli ^ sono sopra alcuna speciale cosa, sì come li legati, e vicari, e giudici, e tutti ufficiali ^ a cui li piii grandi signori commettono a fare alcuna cosa, o sopra cui l’ uomo si mette di sue questioni.

1) Aggiunto e, col ms. Vis. e col t: et.

2) Corretto uf/ìci in unciali col ms. Vis. e col t: officiai.

3) La stampa sì come sono conti, ed altre genti. Corretto re, conti, castellani, ed altri somiglianti, coi mss. Ambr. e Vis. e col t: si comme sont roi, cobite, et chastellain et autres semblables.

4) Il t: mes sires li apostoiles.

5) Corretto rettori in ad anno, col ms. Ambr. e col t: far année. M. Vis. fer anni.

6) Il T: li maire, et li frevost et la poestes, et li eschevin des citez, et des viles.

7) Corretto che, che è pure nel ms. Vis. in o elli, col t: ou il sont sor aucunes especiaus choses.

8) Aggiunto giudici, col t.. li juge et li officiai. Il ms. Vis. varia.

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Ma di (|uesto si taco il maestro in questo

libro, e non dice della signoria degli altri ’, se non della signoria che dee governare le rerre ’ per anno \ E quelle sono in due maniere. L’una che è in Francia, ed in altri paesi, che sono sottomessi

  • alle signorie di re, e degli altri principi perpotuali,

che vendono le balie, e le concedono a quelli che pili le comperano, e non guardano nò a sua bontà né al prò’ de’ borghesi, nò alla comunità di loro città. L’altra è in Italia, dove li cittadini, e borghesi, e le comunità di loro città, eleggono loro podestà e loro signore, e tale come elli credono che sia piii utile al comune prò’ della città, e di tutti suoi sudditi. E sopra questa maniera parla lo maestro, che altri non appartengono niente uè a lui, ne ^ al suo amico. E non per tanto tutti

1) Aggiunto della signoria degli altri, col ms. Vis. e col 1: de la seignorie des autres.

2) Ommesso e le cose, dopo terre, che è pure nel ms. Vis. perchè manca al t.

3) Corretto Oiiora in anno, col ms. Ambr. Vis. e col t: ’par années.

4) Corretto somiglianti, che è altresì nel ms. Vis. in sottomessi, col T: sozmis.

5) La stampa che altro non appartiene niente al suo amico. Corretto col ms. Vis. che altri non appartengono niente né a Ini, ne al suo amico, col t: car li autres n ’ apartient pas ne a lui, ne à soti ami.

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li signori, qualunque signoria elli abbiano, ne

potranno imprendere molti boni insegnamenti.

Capitolo II. Di signoria, e delle parti ’.

Tutte signorie di città ^ ci sono commesse per lo grande padre, che intra li santi stabilimenti delle cose del secolo, vole che lo stabilimento delle città fosse fermato di tre nobili cose ^: cioè giustizia, amore e reverenza.

Giustizia si dee essere nel signore, e sì stabilitcì nel suo cuore, ch’egli dia a ciascuno suo diritto, e che non sia piegato ne a destra, ne a sinistra. Che Salomone dice, che giusto re non avrà mai dissaventura ^

Reverenza dee essere nelli suoi borghesi, e ne’ suoi sudditi; che questa è la sola ^ cosa nel

1) Il t: Des seignories, et des pilers. 11 ms. Vis. Della signoria e de suoi pilieri.

2) Il T: toutes seignories et toutes dignitez.

3) Il T: /// pileers.

4) Curretto pestilenza, che è pure nel ms. Vis. in disaventura, col ms. Berg. e col t: mescheance.

5) Sola, manca al t, ma è variante di cinque codici del Chabaille, ed è nel ms. Vis.

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mondo che segue merito di fede, o che passa tutti

li sacrifici; e però disse l’Apostolo: Onorate lo vostro signore ’,

Amore dee essere nell’ uno e nell’ altro. Lo signore dee amare suoi sudditi di gran cuore, e di chiara ^ fede, e vegliar di notte e di dì al comune prode di tutta la città, e tutti li sudditi debbono amare altresì lo signoro a diritto cuore, ed a verace intenzione di dargli consiglio ed aiuto, a ^ mantenere suo ufficio, che però che egli non è tra loro piiì che un solo, e’ non potrebbe fare se non per loro.

1) Corretto lì vostri signori, che è pure nel ms. Vis. in lo vostro signore, col t: vostre seignor.

2) Corretto cara, che è pure nel ms. Vis. in chiara col T: de clere foi.

3) Corretto e in a, col ms. Vis. e col t: a maintenir son office.

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Capitolo III.

Quale ’ signore dee essere eletto a - governatore delle città, e delle terre.

E perciò che ’1 signore è come capo della città, e che tutti uomini desiderano d’ avere sana la testa, e però che quando il capo è infermo tutte le membre son inferme, perciò debbono elli sopra tutte cose studiare eh’ elli abbiano tal pastore ^, ohe li mantegna in bene, secondo ragione

  • e giustizia.

E’ non lo debbono eleggere per sorte, né per necessità di fortuna, ma per grande previdenza di savio consiglio, nel quale elli debbono considedodici cose.

La prima, che Aristotile disse, che per lunghe prove di molte cose diviene l’uomo savio; e lunghe prove non può alcun avere se non per

1) Corretto come il in quale, col t: qvxls hom. Il ms. Vis. varia il titolo.

2) Corretto il in a, col t; à governeor.

3) Ut: (/overneor.

4) Il T: droit.

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lungo tempo. Dunque pare, che nessun uomo giovane non può essere savio, tutto che può avere buon ingegno di sapere. E però dice Salomone, che malo ha la terra che ha giovane re. E niente meno l’ uomo può essere di gran tempo e di picciol senno, chò altrettanto vale ad essere giovane di tempo come di senno. Però debbono li borghesi eleggere tale signore, che non sia giovane ’ nell’un modo e nell’altro; meglio è che sia vecchio in ciascuno. Per niente non vieta la legge, che nulle debba avere dignità infino a venticinque anni ^, tutto che decretali di santa chiesa li dieno dopo venti anni.

La seconda è, eh’ elli non riguardino alla possanza di lui, ne di suo lignaggio; ma alla nobiltà di suo cuore, e alla onoranza dei suoi costumi, e di sua vita, ed alle virtuose opere che suol fare in sua magione, e nelle sue signorie, che la magione dee essere onorata per buon signore, e non lo signore per la magione. Ma s’egli è nobile di cuore e di lignaggio, certo egli ne vale meglio in tutte le cose.

1) Corretto (ali signori che non Steno giovani in tale signore che non sia giovane, colla grammatica, in parte col ms. Vis. e col T: iel seignor qui ne soit juene.

2) Il t: XXX anz. Il ms. Vis. XXV.

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La terza è, ch’egli ami giustizia. Che Tullio

dice, che senno ’ senza giustizia non è senno, anzi è malizia; e non può valere alcuna cosa senza giustizia.

La quarta è, eh’ egli abbia buon ingegno e sottile intendimento a conoscere tutta la verità della cose, ed a intendere * e sapere leggermente ciò che si conviene, ed accorgersi della ragione delle cose, eh’ egli è laida cosa a essere ingannato per povertà di conoscimento.

La quinta è, che sia forte, e stabile, e di gran cuore, e non sia mobile né vanagloricso, e non creda leggermente a quelli che gli parlano. E’ fu già una città, che nullo ne poteva essere signore se non il migliore, e tanto come quel costume durò, non addivenne alla città ninna disaventura ^, però che quelli puote com’egli vale \ che non crede di sé piti che ne sia; e nullo è tenuto prode uomo per sua dignità, ma per le sue opere, che il savio ama più d’ essere signore che di parere.

1) Ag-giunto senno, che manca pure al ms. Vis. t: sens.

2) A intendere, manca al t, come nel ms. Vis. In sei codici del Chabaille à entendre et à savoir.

3) Corretto pestilenza, che è pure nel ms. Vis. in disaventura, come sopra, t: mescheance.

4) Corretto voie, che è pure nel ms. Vis. in vale, col T: vaut. *

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La sesta, eh’ egli non sia desideroso d’avere,

né di sue altre volontadi; che queste son due cose, che tosto il getterebbero di sua sedia. Ed egli è molto disonorevole cosa, che V uomo si lasci piegare per paura, o che sia corrotto ’ per moneta, che si lasci vincere a sue volontadi, chi non si lascia vincere ^ a gran travagli. Ma molto dee r uomo guardare, eh’ egli non sia troppo desideroso di dignitade avere, che molte fiate vale più lasciarle, che prenderle ^

La settima è, eh’ egli sia buon * parlatore; che si conviene a signore di parlare meglio che agli altri; però che tutto il mondo tiene più savio colui che più saviamente dice, e specialmente ^ se egli è più giovane ^ uomo; ma sopra tutte cose gli conviene che si guardi di troppo parlare, però che in troppo parlare non viene meno pec 1) Corretto disprezzato in corrotto, col t: despeciez. Il ms. Vis. disprezzato.

2| La stampa ingarbuglia a gran travagli per sua volontade. Il ms. Vis. ha lacuna. Corretto a sue volontadi, chi non si lascia vincere. Il t: et qui ne se laisse vaincre as grans travaus, qu’ il soit vaincìiz far ses volentez.

3) Corretto lasciare che prendere in lasciarle che prendere col ms. Vis. e col T: laisier qne à prendre les.

4) Il t: très bon parlierres.

5) Il T: meisrnement.

6) Ht: se il est juenes hom.

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cato; e sì come una sola corda scorda tutta la

cetera, così per un villano motto discade tutto suo onore, e suo parlare.

Lo ottavo è, ch’egli non sia ismisurato in ispendere ed in gustare sue cose, che tutti gli uomini che ciò fanno conviene cadere in rapina ed in ladroneccio; e non per tanto egli non dee schifare questo vizio ’, ch’egli ne sia tenuto scarso, né avaro, che questa è quella cosa che più vilmente vitupera il corpo dell’uomo ^, e del signore.

Lo nono è, che non sia troppo cruccevole, e che non gli duri troppo sua ira, né suo mal volere; che ira di signore ^ è simigliante a folgore, perchè non lascia conoscere la verità, né dare diritto giudicio.

Lo decimo è, eh’ egli sia ricco e valente; che se egli è fornito di altre virtù, egli è argomento

  • eh’ egli non sia corrotto per danari. Ma

non però io lodo più il buono ^ povero, che ’1 malvagio ricco.

1) Aggiunto vizio, che manca pure al ms. Vis., col t: ce vice.

2) Dell’ uomo, manca al t.

3) Il T. ire qui habite en seignorie.

4) Aggiunto egli è argomento, col ms. Vis. e col t: ce est semblant.

5) Aggiunto buono, col ms. Vis. e col t: bon pauvre.

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L’ undecimo (), eh’ egli non al)bia allora ’ altra

signoria, ch^ non è da credere, clie alcun uomo sia sofficiente a due cose di sì gran peao, come il governamento di gente.

Lo duodecimo è somma di tutto, ciò è ch’egli abbia diritta fede a Dio ed agli uomini, chfi senza fede e lealtà non è diritto.

Queste ed altre virtudi debbono li buoni cittadini guardare ’ innanzi che elli eleggano loro signore, in tale maniera, che abbia in lui tante di buone bontà, come più ne possa ^ avere; che * più delle genti non guardano a queste virtù, né buoni costumi, anzi guardano a sua forza, o di suo lignaggio, o sua volontà, o l’amore della città ond’egli è; ma egli ne son ingannati, che per ciò la guerra e l’odio si è multiplicato in Italiani al tempo d’ora; e per lo mondo intra le terre, che han divisione intra tutte le cittadi, e nimistà intra le due parti de’ borghesi, certo chiunque acqui 1) Aggiunto allora col ms. Vis. e col t: allors.

2) La stampa: qtieste ed altre virtìidi debbono avere li buoni cittadini, e guardare debbono. Conformata la lezione, ai mss. Vis. e Berg. ed al t: ces et les autres vertus du,ivent li bon citeien garder.

3) Corretto possano iu possa, col ms. Vis. e col t: puei.

4) Corretto ma in che, col t: car.

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sta Tamore dell’uno, acquista la malavoglienza

dell’ altro. Dall’ altra parte, se il podestà non è ben savio, e’ cade in disdegno ed in mal volere di coloro medesimi che lo elessero, perchè ciascuno aspettava suo bene, e trovarono il contrario.

Capitolo IV. In ohe maniera dee essere eletto il signore.

E quando la gente della città, a cui appartiene la elezione, sono in accordo d’alcun valente uomo, elli debbono immantinente guardare lor uso, e costumi, e legge della cittade, e secondo ciò debbono elaggere il podestade in nome di colui che dona tutti onori, e tutti beni. Ed immantinente dee l’ uomo scrivere lettere bene e saviamente, significando al prode uomo, come elli l’hanno eletto e stabilito, ch’egli sia signore e podestà r anno ’ appresso di loro di terra, e mandargli brevemente la somma di tutto suo ufficio.

1) Ag-giunto l’anno, col ms. Vis. e col t: l’an après.

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e schiararo tutte cose al cominciamenlo ’, sì che

nullo errore vi potesse surgere. E però debbono ellino nominare il dì eh’ egli debba corporalmente essere nella città, e fare suo sagraraento alle costituzioni dello cose, e eh’ egli dee menare seco giudici, e notar!, ed ufficiali per fare queste cose, e queste altre ^; e quali, e quanti ^ dì gli conviene stare asindacato alla fine di sua signoria, se alcun gli volesse dimandare alcuna cosa %. e che salare dee avere, e come; e quanti cavalli e’ debba condurre, e come ^; e che tutti i pericoli di lui e di sue cose sieno ’^ sopra lui ’. Questi convenienti e molti altri che appartegnono al bisogno dell’uomo, dee* mandare a dire nelle lettere, secondo r uso e le leggi della città. Ma una cosa non si

1) Aggiunto tutte cose al cominciamento, col ms. Vis. e col T: toutes choses au commencement.

2) Aggiunto e queste altre, col t: et ces atitres.

3) B quali, manca al t. È nel ms. Vis.

4) Ut: por rendre son conte, et la raison de ee que on voiidra li demander contre lui.

5) Aggiunto e quanti cavalli e’ debba condurre, e come, col t: et quanz ckevaus il doit amener, et comment. L’inciso manca pure al ms. Vis.

6) Aggiunto sieìio col ms. Vis. e col t: soient sor lui.

7) Omraesso e col ms. Vis. e col t: e posto il punto prima di questi, col t.

8) Aggiunto dee, col ms. Vis. e col t: on doit.

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dee niente dimenticare, anzi la dee l’ uomo chiaramente

scrivere, cioè eli’ egli riceva o rifiuti la signoria in fra due o tre dì, o più o meno, secondo il costume della città; e se ciò non facesse, la elezione non vaglia. E egli addiviene spesso, che’ consigliatori consigliano domandare ’ a messer lo papa, a messer l’ imperatore ’, eh’ egli mandi un buon governatore quello anno ". E quando è questo, dee l’ uomo mandare ogni convento scritto sì chiaro ^ che non abbia cagione né materia nulla da crucciarsi. E quando queste lettere son fatte e suggellate, elli debbono mandare al prode uomo per buon messo ed idoneo che ben intenda l’ imbasciata, e che porti indietro le lettere di. sua risposta.

Ed elli non debbono mandare al cominciamento troppo grandi uomini, ne di troppo grande

1) Mutato dimandare, che è pure nel ms. Vis. in domandare, col T: demander.

2) Ut: a mon seignoir l’aposteile, ou à l’enipeì’eor.

2) Corretto un in quello, coi mss. Ambr. e Berg. e Vis. e col T: relè année.

4) Scritto, manca al t, ed al ms. Vis.

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affare ’, che tornerebbe a grande onta a loro ’, ed

anche a loro città, se non la ricevesse; e non per tanto che s’egli riceve, elli ’’ potranno poi mandare onorevol messaggio al tempo eh’ egli dee venire per fargli compagnia. E tutto che questa è una cosa sospettosa, che in questa via divegnono elli conti al signore ed alla sua famiglia, più alcuna volta che non è mestieri. E non conviene al governatore ch’egli sia famigliare con suoi borghesi, per due cagioni: T una, però che la dignità n’abbassa; l’altra, per la sospezione che le genti hanno di lui, e di suoi acconti ^

1) Aggiunto troppo grandi uomini, né di, col ms. Ambr. e Vis. e col T: trop grani homes ne de trop.

2) Corretto che se n’ avrebbe a onta in che tornerebbe a grande onta a loro, col t: il torneroit à grani honte à eus. Il ms. Vis. varia,

3) Corretto che in elli, col ms. Vis. e col t: il porront.

4) Corretto e di suo argomento in e de’ suoi acconti, col T: et de ses acointes. Il ms. Vis. suoi argomenti.

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Capitolo V.

Come si dettano le lettere

Per fare V insegnamento e più caro e più aperto, vole lo maestro in questa parte dare una picciola forma di lettere a quelli che è eletto governatore e signore, in questa forma.

All’ uomo di gran valimento, e di gran nominanza, messer Carlo conte d’ Angiò e di Provenza, li governatori di Roma con tutto il loro consiglio ", salute ed accrescimento di tutto onore. Tutto che tutte umane geuti desiderino franchigia, che natura loro ^ donò primieramente, ischifando il giogo del servaggio *, la sicurtà delle ree

1) Il t: Ci devise la /orme de la lelre. Il ms. Vis. è conforme allo stampato.

2) Aggiunto con tutto il loro consiglio, col ms. Vis. e col T: tout lor conseil.

3) Corretto la dona in loro donò, col t: tor dona. Il ms. Vis. loro dona.

4) Mutato servigio in servaggio, col ms. Vis. e col t; servage.

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cupidigie, e gli agi ’ delle male opere, che non

fossero castigati "^, con pericolo degli uomini, e distruggimento dell’ umana compagnia riguardò ^ la giustizia per coloro, e dirizzò sopra * il popolo governatore in diverse maniere di signore, e per innalzare il pregio de’ buoni, e por confondere la malizia de’ malvagi; e così conviene come per necessità, che natura fosse sotto giustizia, e che franchigia ubbidisse al giudicamento. E da questo avviene ’" che ’^ per li dosiderii che son più corrotti ora, e " per le perversi tadi * che crescono al nostro tempo, che nulla cosa può esser utile

1) La stampa: il pungimento, cupidità, e gli atti delle male opere. Il t: la suite de male convoitise, et li leisirs de males oeuvres. Il ms, del Capitolo di Verona legge: la siurtè de male convoitise. Il ms. Berg. traduce, come fu corretto. Il ms. Vis. varia.

2) Aggiunto non fossero castigati, col ms. Vis. e col T: n’ estoient pas chastiè.

3) Corretto riguarda, clie è pure nel ms. Vis. in 77gnardò, col t: esgarda.

4) Corretto dirizza il popolo in dirizzò sopra il popolo, col ms. Vis. e col T: dreca sor le piieple.

5) Corretto e questo conviene in e da questo avviene, col ms. Vis. e col T: et de ce avient.

6) Aggiunto che, col ms. Vis. e col t: que. 1) Aggiunto e, col ms. Vis. e col t.

8) Corretto diversitadi, che è pure nel ms. Vis. in perversitadi, col t: perversitez.

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a ciascun popolo, ed a tutti comuni ’, che avere

diritto signore, e savio governatore. E come pensavano insieme d’ un uomo, che ci conduca r anno appresso che viene, e guardi lo comune ^, e mantenga li! privati ^, e gli strani, e salvi li corpi e le cose di tutti, in tal maniera, che il ^ diritto non menimi niente in nostra città; a ^ noi addiviene sì come per ^ divino dimostramento, che intra tutti gli altri che T uomo ora tiene savi e valenti, a sì alta cosa, come è signoria di gente, voi foste creato, e ricevuto per migliore ^ Per il comune sentimento della città, messere, avemo * stabilito che siate senatore e governatore di Roma,

1) Corretto tutte umanitadi, die è pure nal ms. Vis. in lutti comuni, col t: toutes communes.

2| Corretto li comuìii in lo comune, col ms. Vis. e col T: le commun.

3) Corretto speciali in privati: coi mss. Berg. e col t: les prives.

4) Corretto a in il, col t: le droiz. Il ms. Vis. che diritto non menimi.

5) Aggiunto a (levato poco sopra), e che manca pure al ms. Via. col x; il nos avint.

6) Aggiunto per, col ms. Vis. e col t: par divin demonstremcnt.

7) Aggiunto migliore, col ms. Vis. e col t. Posto poi il punto, ed aggiunto Per, col nis. Vis. e col t.

8) Aggiunto messere, col t: sire.

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da ’ questa prossima lesta di tutti santi ad un

anno; e noi non dottiamo, e ’ tutto il mondo lo grida ’\ che voi volete mettere, e sapete, in giudicio, in possanza, in giustizia alla misura, e fedire con la spada del diritto alla vendetta de’malfattori. E però, messere, che tutti se ne tegnono appagati, e grandi e piccoli, sì vi preghiamo e richiediamo di tutta fede e di tutto nostro desiderio, che voi prendiate e riceviate la signoria, che noi vi offeriamo * più volentieri che a ^ nullo altro, allo salario di diecimila libbre di provvisioni, od allo convenenze che trovate scritte nella carta di buon notaio, che è inclusa dentro da questa lettera, ed alli capitoli delle constituzioni di Roma. E sappiate, che dovete menare con voi dieci giudici e dodici notari buoni e idonei, e venire, e andare, e dimorare voi, e tutta vostra

1) Corretto di in da, col ms. Vis. e col t: de ceste.

2) Corretto che in e, col ms. Vis. e col ^: et tous li monde.

3) Corretto la grida, che è pure nel ms. Vis. in lo grida, col T: le crie.

4) Corretto attendiamo in offeriamo, coi mss. Berg. e Vis. e col T: vos offrons.

5) Aggiunto a, col t e col mr. Vis.

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299
masnada ’ a tutla vostra ’ spesa, ed a vostro rischio

di persone e d’avere, ed essere venuto in Roma intra il giorno di Nostra Donna Santa Maria di settembre. Allora immantinente che voi intrerete, senza andare a vostro preparato albergo, voi farete il sacramento di vostro ufficio sopra il libro delle constituzioni chiuso e suggellato, ed ^ anzi eh’ egli sia aperto; e farete così fare a’ vostri ufficiali, a ciascuno secondo il suo ufficio dentro dal Campidoglio di Roma. Ma una cosa sappiate; che infra il terzo giorno che l’uomo vi darà la lettera, che voi dobbiate prendere, o rifiutare la signoria; e se ciò non faceste, tutto questo sia per niente, e vostra elezione sia di nullo valore.

1) Aggiunto voi, e tutta vostra masnada, col ms. Vis. e col T: vos, et toute nostre maisnie:

2) Corretto nostra, ed appresso nostro, in vostra e vostro, col ms. Vis. e col t: voz depenz: vostre perii.

3) Aggiunto ed col t.

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300
Capitolo VI.

Come il signore debbe fare quando egli ha ricevuto le lettere.

In questa maniera, od in altra che ’1 savio dettatore vorrà, serrate le lettere ’, le debbe mandare al signore con tutta la carta de’ convenienti; il messaggio che le porta, sì Me dia cortesemente e segretamente, senza rornore e senza grido. E lo signore le dee prendere a modo di savio, e andare covertamente in luogo segreto, e rompere lo suggello, e vedere le lettere, e sapere quel che è dentro, e pensare in suo cuore diligentemente quello che a fare gli conviene, e richiedere il consiglio de’ suoi buoni amici, e vedere s’egli è sufficiente a cotale cosa. Tullio disse; Io non desidero niente, che tu sia giudice sopra la gente, se tu non sei tale, che tua virtù possa abbassare la iniquitade; e non per tanto egli non si dee niente disperare, ispecialmente per cupidità, anzi dee tutte cose pesare alla bilancia del

1) Serrate k lettere, manca al t, è nel ms. Vis.

2) Corretto se in 5), col contesto.

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301
suo cuore, ed al consiglio de’ suoi amici, ed

onore, ed onta, e il bene, e il male ’; che meglio vale mettere consiglio dinanzi, che pentire * alla fine.

Capitolo VII.

Di ciò che il signore debbe fare quando egli rifiuta la signoria ^.

E se addiviene eh’ egli rifiuti, certamente ■* egli dee onorare lo messaggio secondo la maniera di lui, e rimandare la risposta per belli detti, e per cortesi parole. E farà ^ innanzi lo dettatore la salutazione per belli motti, e poi la lettera in questa maniera.

1) Corretto ad onore, e ad onta, e al bene e al male, clic è pure nel ms. Vis. col t: et l’ onor et la honte, et le bien et le mal in ed onore ed onta, e il bene e il male.

2) Corretto riprendere, che è pure nel ms. Vis. in pentire, col T: repentir.

3) Il T né il ms. Vis. fa divisione di capitolo.

4) Ag-g-iunto certamente, che manca pure al ms. Vis. col T: certes.

5) Messo il punto avanti e, e corretto fare, che è pure nel ms. Vis. in farà, col t: fera.

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302
802

Por ciò fhn la dipnilà di si«rnoria ’, o. V ufficio del podostado passa lutti pli onori del secolo, non può la città, nò il popolo lare maggiore reverenza all’uomo, nò metterlo più innanzi, clie ebggerlo tra gli altri, e sottomettersi di buon coraggio a sua signoria. Questo ò il segno del grande amore, e della sicura fidanza: questa è la gloria che innalza il nome di lui, e di sua nazione sempre mai. Cotale grazia ed onore conosciamo noi, che voi ci avete fatto; e di tanto più alto e più largo, come la signoria di voi e di vostra città, è la più nobile del mondo. E tutto che noi non siamo sufficienti a rendere convenevole grazia; tuttavia noi vi ringraziamo di tutto nostro cuore, e di tutto nostro desiderio, sì come colui che sempre è a voi, ed a vostro comune obbligato. Ma però che noi siamo ora irabrigati di molte cose che richieggono sempre * nostra presenza, noi vi preghiamo ^ per nome di grazia, che vei ci perdoniate, belli signori, che noi non riceviamo vostro governamento, che la bisogna che ci ritiene, è sì grande, che ci conviene dimorare.

1) Corretto dei signori, che è pure nel ms. Vis. in di signoria, col t: des poestez.

2) Sempre, manca al ms. Vis. ed al t.

3) Ut: prions et requérons.

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303
Capitolo Vili.

Di ciò che il signore dee fare quando lo riceve la signoria.

Ma se il consiglio gli dicesse, ch’egli riceva la signoria che l’uomo gli manda, consideri bene come imprenda alta ’ cosa, e che ’ egli sottomette le sue spalle a così alto carico, e però si dee provedere ^ di grandi apparecchiamenti. Questo è lo proprio guiderdone di signoria, a conoscere eh’ egli dee avere la cura della città, e mantenere suo onore a sua dignità, guardare la legge, e fare lo diritto, e che tutte queste cose sono affidate a sua fede \ Ed immantinente dee onorare lo messaggio, sì come conviene all’ un ed all’ altro, e schiarare con lui tutti i convenienti

1) Corretto a tal in imprenda alia, coi mss. Berg, e col T: il prent haute chose.

2) Corretto egli in e eh’ egli, col ms. Vis. e col t: et que il.

3) Il T: appareillier et porveoir.

4) Aggiunto e che tutte queste cose sono affidate a sua fede, col ms. Vis. e col t: et que toutes ces choses sont

baillièes a sa foi.

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304
s’n*li iT lin podere, in t;il maniera eh’ o;.’li n’ahbia

buona carta per levare tutte maniere di dibattimento. E quando questo è fatto, egli ’ gli darà una lettera, salute dinanzi, e poi in questa maniera.

Vero è che natura fé tutti uomini eguali; ma egli ò addivenuto, e non per difetto di natura, ma per la malvagità dell’ opere, che per abbattere le iniquitadi ’ l’ uomo abbia la signoria dell’ uomo, non già ^ di loro natura, ma di loro vizio. E senza fallo, quegli solamente è degno di sì nobil cosa ed onorata, che sa vantaggiare gli altri di sua virtù, e di suo merito. A colui solamente dee essere balito lo governamento, che per sua bontà vale al luogo ed all’ onore: che non ha niente le spalle fievoli a sì pesante fastello; che perchè signoria sia di grande onore, non per tanto egli ha in sé gravità di pericolo e di carico. Ma però che la sufficienza di Cristo fa r uomo sufficiente a questo ufficio, noi per la sola fidanza di lui, e non per nostra bontà, nel nome

1) Corretto ei in gli, col ms. Vis. e col t: il li baillera. Il ms. Vis. baillera.

2) CorTetto abbattere le equaliladi; che in che per abbattere le iniquitadi, coi mss. Ambr. e Vis. colle tre antiche edizioni, e col t: que por refreindre les iniquitez.

3) Ommesso è niente, che è pure nel ms. Vis. perchè manca al t.

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305
del sovrano padre, per lo comune consiglio di

tutti i nostri amici, e l’onore e l’ufficio riceviamo il vostro governamento, secondo il divisamento di vostre lettere, specialmente sopra quella fidanza che noi crediamo veracemente, che ’1 senno de’ cavalieri e del popolo, e la fede e la lealtà di tutti i cittadini aiuterà portare parte di nostro carico, ad allievare * per buona ubbidienza. E quando egli ha rimandato le lettere indietro, e lo messaggio, allora immantinente apparecchi suo fornimento, ed allora si pi’ocacci d’ avere cavalli ed arnesi buoni ed onorevoli. Ma sopra tutte cose si brighi d’ avere buon giudice, e suo’ assessori ^ discreti savi e privati, che temano Iddio, e siano buoni parlatori, e non duri, che siano casti di suo corpo, ne non siano orgogliosi, né crucciosi, ne paurosi, ne bilingui; e non desiderino pregio di fierità, ne di pietà, anzi siano forti, giusti e di buona fé, religiosi a Dio ed a santa chiesa; che nella legge è chiamato il giudice sacrato % al cominciamento della digesta,

1) Agg-iunto ed alleviare, che manca pure al ms. Vis. col T: et è aliegier.

2) Corretto asstssor,e che è pure nel ms. Vis. in asseesori, e fatti plurali tutti i vocaboli che ad essi riferisconsi col T: des assessors diserei etc.

3) Corretto sacramento in sacrato, col Berg-. e Vis. e col T: sacre.

20

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306
là ov(3 Gf^Hi ti dico: L’ iiomij ti chiama degrialufjiito

prete, ed nomo che ha dentro a so giudicamento e sacramento ’. Ed in molli altri luoghi dice la legge, che il giudice è come sagrato della presenza di Dio, ch’egli è in terra come un Iddio. Ma se non il trova così compiuto di tutte cose, per ciò che tutti li bianchi " uccelli non sono cecini, sia almeno leale permanevole ^ che non possa essere corrotto; e sia di buona fé, ma non semplice, stolto ^ e non sia inviluppato di vizii rei. Guardi dunque il signore di non lasciare buon giudice per danari, là ove egli lo troverà; che egli è scritto: Male a colui che va solo, che se cade, non è chi ’1 rilevi. Perchè io dico, che se ’1 signore * va nella signoria per onore più che per desiderio di " moneta, corto ’ dee guardare per cui lo di 1) Aggiunto e sacramento, col t: des saicremens.

2) Corretto antichi ia bianchi, col ms. Vis. e col t: blanc oisiau.

3) Corretto proamabile, che è pure nel ms. Vis. in permanevole, col T: parrnenables.

4) Aggiunto stollo, che manca pure al ms. Vis. col T: ou sot.

5) Corretto che il signore che va in che se il signore va, col ms. Vis. e col t: que sc li sires va.

6) Aggiunto desiderio di, col ms. Vis. col t: convoiti se de desiers.

7) Aggiunto certo, che manca pure al ms. Vis. col T: certes.

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307
ritto sarà ffovt’rnato: che sì come la nave è covernata

per li timoni, così è g-overnata la città per lo savere di giudici \ Altresì dee egli avere suoi notari buoni, e savi di legge, che sappiano ben parlare, ben leggere ^ e ben scrivere carte e lettere, che sian buoni dettatori, e casti di suo corpo; che molte volte ^ la bontà del notaio ammenda e cuopre il fallo del giudice, e porta grande carico di tutto T officio ^

Anche dee menare a sua compagnia savi cavalieri, e ben costumati, che amino l’onore di loro signore, e siniscalco buono, e valletti e ^ sergenti, e tutta la famiglia savia e temperata, senza orgoglio, e senza f)ll.a, e che volentieri ubbidiscano a lui, ed a quelli di suo albergo. Appresso ciò, suole V uomo fare nuove robe pei’ lui, e per suoi compagni, e vestire tutta sua famiglia ad una taglia, e rinnovare sue armi, e

1) Mutato timoni in limone, e giudici in giudice, col t: don juge.

2) Aggiunto len leggere, col uis. Vis. e col t: et bien lire.

3) Mutato mollo in molte volte, col ms. Vis. e col t: mainte foiz.

4) Aggiunto e porta grande carico di tutto l’ officio, col ms. Vis. e col t: et porce grant charge de tout l’offce.

5) Corretto valenti in valletti, col ms. Vis. e col t: variez et serjans.

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silfi bandiere, e sue altre cose che conveguono ’

alla bisogna.

E poi quando il tempo appressa, egli dee mandare suo siniscalco alla città, per fornire la ’ casa di quelle cose che bisogna: che il savio dice: Meglio è accorgersi dinanzi, che dimandare consiglio dopo la fine del fatto.

Capitolo IX.

Della compagnia, che il signore dee menare per il cammino con seco ^.

Or suole addivenire, che nel tempo che ’1 signor è per andare a sua via, lo comune della città gli mandi * degli onorevoli cittadini insino

1) Mutato vegnono in convegnono, col ms. Vis. e col t: cotiviennent à la beisogne.

2) Aggiunto alla città, che manca pure al ms. Vis. e col t: envier son senechal à la vile.

3) Il T: De ce que li sires doit faire au, chemin. Il ms. Vis. concorda colle stampe.

4) Corretto egli suol Mandare, viziosa ripetizione del suole precedente, in gli mandi, col ms. Vis. e col t: // envoie.

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309
al suo albergo per fargli compagnia per il cammino,

o per pregare il comune di sua città che ’1 lascino andare alla loro signoria, o per altra cagione; ma come si sia, egli li dee onorare e congioire ’ maravigliosamente, e mandare loro grandi presenti, ed andarli a vedere al loro albergo. Ma guardisi bene, che egli non parli ad alcun di loro in privato, che di tal parlamento nasce spesso mala sospezione. E però è ora lasciato queir uso, che poche città gli mandano tali ambasciatori all’incontro

E quando lo signore ha apparecchialo lo suo andamento ’, si mette alla via, nel nome del verace corpo di Dio, egli se ne va tutto diritto a suo ufficio inquerendo sempre, e spiando dell’uso e delle condizioni della città, e della natura delle genti, sì eh’ egli sappia innanzi eh’ egli entri. E quando egli è appresso alla città ad una giornata, egli dee mandare innanzi suoi siniscalchi con tutti li cuochi che governino la magione e l’albergo; e dee altresì mandare alla città le lettere di sua venuta; e la mattina ch’egli dee entrare nella città, dee senza fallo udire l’ ufficio e la messa ^ del nostro signore Gesù Cristo.

1) Il t: et fesloiez.

2) Aggiunto lo signore ha apparecchialo lo svo andamento, col ms. Vis. e col T; li sires a apparciUie son erre.

3) Ut: oir la messe et le servise.

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Dall’ altra part(.’ il suo antocossoro, ciò ^ a

diro quello che tiene la signoria della città, imluantenente che riceve le lettere della venuta ’ del novello signore, facci bandire per la città, che tutti i cavalieri e borghesi che hanno cavallo ’ vadano incontro al podestà, ed egli medesimo vi dee andare con messer lo vescovo ^, s’egli v’ è, s’egli volo andare. E certo il novo signore quando si trova con l’ altro, debbono cavalcare amenduo * per cavare tutta la sospoziono alla gente, e salutare la gente di buon cuore. Ed in questa maniera debbono andare tutti dentro alla mastra chiesa, ed orare ^ dinanzi all’ altare inginocchione, e pregare Iddio umilmente con

1) Corretto del novel aif/nore, le sua venula, che ù pure nel ms. Vis. iu della venuta del nocella signore, col t: les letres de la venue aji novel scignor.

2) Che hanno cavallo, manca al t. È nel ms. ^’is.

3) Il T: monsei(/nor V etesque.

4) Il T; li noviaus sires et li autres, là on il s’entre truevent, il doivent avoir II chevaliers entr’ eulx, colla variante di due codici del Cliabaille: doit chevaucher entre eulx li, là oh il s’ entretruevent.

5) Corretto andare, che è pure nel ms. Vis. in orare, col t: orcr. L’amanuense aveva fatto la cerimonia troppo incon;ioda.

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tutto suo cuore, e con tutta sua fede, ed offerir

onorevolmente ’, e poi andare là ov’ egli dee ^

Capitolo X.

Come il signore debba parlare il giorno della sua venuta.

A questo punto ha più diversità; che le son alcune terre, che hanno a costume, che ’1 signore se ne va al suo albergo, e l’uomo gli porta il libro degli statuti della città, anzi eh’ egli faccia suo sacramento; e in ciò ha egli gran vantaggio, che si può meglio provvedere contra li capitoli che sono contra di lui. Altre ^ sono, che hanno in usanza, che immantinente che il signore è dentro alla città, e che gli è stato dinanzi all’altare, è menato dinanzi al consiglio della cittade, o ■* dinanzi alla comunità della

1) Il t: et metre de ses deniers sus l’autel honorablement.

2) Il T: et pnis monter arrière por aller là où il doit.

3) Corretto alti in altre, col ms. Vis. e col t: autres viles.

4) iXg-g-iunto 0, che niaaca pure al ms. Vis. col t: oic à la commu)ìe.

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gente, là ove sono assembrati; e quivi fanno giurare

lui e li suoi ufficiali, innanzi che ’1 libro de’ capitoli sia aperto, nò che sia portato a lui, né a’ suoi giudici. Ma lo signore eh’ è savio, prima che metta la mano sulle cose sante ’, richiede lo comune, che gli dieno arbitri sopra li rei statuti, e non per suo prò’, ma per il meglio della città, e per il male delli malfattori. Se l’uomo li dà, ciò è buono; e se ciò non è, egli li prieghi, che se avesse alcun malizioso capitolo «montra lui, o contra ’1 comune, o contra santa chiesa, egli possa essere ammendato per lo buon consiglio %. ed è buono s’ egli lo fiì scrivere in carta pubblica; e se ciò non è, egli farà lo sacramento, secondo eh’ egli sarà divisato da parte del comune.

La forma del sacramento è tale: Voi, messere ^ giurerete al santo Vangelo d’Iddio \ di governare le cose e la bisogna di questa città, le quali appartengono al vostro ufficio, e di guidare, conducere e mantenere e salvare ^ la città, e ’1

1) Ag-g’iunto prhna che inetta la mano sulle cose sante, che manca pure al ms. Vis. col t: ainz que il mete la main sor les sains.

2) Il T: les conseilleors de la vile.

3) 11 T: mes sire Charles.

4) Il t: iures son sains.

5) Aggiunto e salvare, col ms. Vis. e col t: et sauver la citte.

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contado, e tutto suo distretto, e tutti uomini, e

femine, grandi piccoli ’, cavalieri, e borghesi; e loro diritto mantenere, defendere, e guardare, e fare ^ ciò che ’1 comune e lo ordinamento comanda di fare, che sia fatto e guardarlo ^ per tutte genti; specialmente gli orfani, e le vedove, e le altre genti povere, e tutti gli uomini * che saranno in piato dinanzi da voi e dalli vostri giudici; e di guardare, mantenere e difendere santa chiesa, templi ^, spedali, e tutte altre magioni di religiosi, li cammini, e ^ i pellegrini, ed i mercatanti; e di far quel eh’ è scritto in questo libro delli ordinamenti di questa città alla ’ quale

1) Aggiunto (jrandi e ’piccoli, col ms. Vis. e col r: granz et peliz.

2) Aggiunto yare, col ms. Vis. e col t: /aire.

3) Aggiunto e guardavo, che manca pure al ms. Vis. col T: et gardé.

4) Aggiunto povere, e tutti gli uomini, che manca pure al ms. Vis. col t: gens petites, et à trestouz homes.

5) Aggiunto mantenere e difendere santa chiesa, templi, che manca pure al ms. Vis. col t: garder, maintenir, et deffendre sainte église, temples.

6) A^-giunto li cammini ed i, col ms. Vis. e col t, les chemins.

7) Corrette nel quale in alla quale, (ms. Vis. al quale), col t: a quoi.

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314
.Mi

voi giurato in buon a e IgdIo ’ conosconza, rimosso amore, odio, o prode * e prego e tutto malizie, secondo la vostra verace intenzione, da questo prossimo dì d’ogni santi ad un anno, e tutti li giorni di questi ogni santi.

In questa maniera dee faro il signore suo sagramento; salvo ciò, s’egli v’ha nulla cosa che debba essere cavata dal sagramento, che se ne cavi prima che pona la mano in sul libro. E quando egli ha giurato, immantenente debbano giurare tutti li giudici, cavalieri, notari, e ciascuno in diritto di se, di fare bene e lealmente il loro ufficio, e di dare al signore buono consiglio, e di tenere credenza, ciò eh’ è da tenere privato.

1) Aggiunto a buona, col ms. Vis. e col t: à bone et hai conscience.

2) Aggiunto e prode, col t: lìrov.. 11 ms. Vis. varia.

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315
31i

Capitolo XL

Che lo signore debbe fare quando è venuto alla cittade.

A questo punto ha più diversitadi. Città ’ sono, che hanno in costume, che immantinente che il signore ha fatto suo sagramento, egli parla dinanzi alle genti della città; e altre ^ son nelle quali non parla ^ niente, anzi se ne va bellamente al suo albergo, ispecialmente se la città è in buona pace. Anche v’ ha altre diversitadi: che o la cittade * ha guerra di fuori contra suoi nimici, ella ha guerra dentro con suoi cittadini, o ell’è in pace dentro e di fuori. Per la qual cosa io dico, che ’1 signore si dee tenere agli usi ^ del paese.

1) Corretto più diversità di cittadini, sono in piìc diversitadi. Città sono, col T: a pltisor diversitez. Car il i a viles. Il ms. Vis. ha questo punto plusor diversitadi cittadini sono.

2) Corretto altri, nelli quali in altre, nelle quali, che si riferisce a città, col ms. Vis. e col t: autres, où.

3) Corretto ya in parla, col ms. Vis. e col t: parole. 4| Aggiunto cittade, col ms. Vis: e col t: on la vile. 5) Corretto savi, che è pure nel ms. Vis. in usi, che ha

riscontro appresso, col ms. Berg’. e col r: as usages.

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Che se V uso della città richiede eh’ egli dica,

egli potrà beri dire cortesemente le parole, senza comandare alcuna cosa; chò tanto quanto egli è il suo antecessore in signoria, non gli ’ convien mettere la falce nella messe altrui *, né comandare altrui nulla; ma e’ può hen pregare e ammonire la gente senza alcun comandamento, e divietare alcuna cosa.

se la terra è in pace, egli può parlare in questa maniera: Al cominciamento del mio dire chiamo io il nome di Gesù Cristo, lo re che può tutto, e che dona tutti i beni, e tutte potestadi, e la gloriosa Vergine Maria, e messer santo Giovanni, eh’ ò capo e guida di questa città, che per loro santa pietà mi dieno grazia e podere, eh’ io oggi in questo dì, e tanto com’ io sarò al vostro servigio, dica e làccia quel che sia laude e gloria di loro, e reverenzia di messer lo papa, e di messer lo imporadore della santa chiesa, e dell’ impero di Roma; e che sia onore e pregio di messere A ^ che è stato vostro signore, ed è ancora; e che

1) Corretto e^li in no7i gli, col ms. Vis. e col t: il ne li.

2) Aggiunto la falce nella messe altrui, col ms. Berg. e col t: metre la faus en V autrui meisson. Il ms. Vis. mettere la mano in altrui magione.

3) Corretto di messere, a che è in di messere. A, che è, col ms. Berg. e col t: monseitjnor. A. qui a este. Due co-

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sia accrescimento, e aminondamento, e stato, e

buona ventura di voi, e di questa città, e di tutti vostri amici. Se io volessi fermare la materia di mio parlamento sopra la laude ’ di sì nobile città e l’onore ^, e l’altre buone opere di voi ^ e de’vostri antecessori, certo io non potrei venire a capo, tanto come è questa, e ricordare il senno, e il podere è alta a lodare e la * cavalleria e ’1 franco popolo di questa città. Però mi tacerò io. Anche ^ di messere A medesimo, e delle sue buone opere eh’ egli ha fatto quest’ anno in vostra signoria, e al governamento del comune, e di tutte genti, non dirò io niente, eh’ egli risplende per il mondo come la chiarezza del sole. Egli è vero, che voi m’ avete eletto vostro signore e podestado di voi, tutto che di ciò non sia degno per mia bontà; non però, alla fidanza di Cristo e dei buoni uo dici del Chabaille in luogo di A, hanno N. come si scriverebbe ora.

1) Ag-g-iunto sopra le laude, col ms. Vis. e col t: sor la loage.

2) Ag-g-iunto l’onore, e, col ms. Vis. e col t: l’onor, et.

3) Di voi, manca al t. ed è squisita cortesia di Bono. E. anche nel ms. Vis.

4) Corretto è alta la cavalleria in a lodare e l’alta cavalleria, col T: à conter, et de haute chccallerie. Il ms. Vis. varia.

5) Messo il punto prima di anche, col t.

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mi Ili (li ((iiestu città, io ricevolti l’onore elio voi

mi faceste con tal cuore e con tal intenzione, cir io metto per voi cuore e corpo, senza schifare travaglio del corpo ’, e dannaggio d’avere. E ’ poi che voi m’ avete fatto il più grand’ onore che gente possa fare in questo secolo \ cioè a far me signore e conducitore di voi per vostra voluntà, io spero e credo ^ veramente, che voi starate ferrai e obbedienti al mio onore e al mio cpmandamento, specialmente per il prò’ e per il governamento di voi e di vostra città; e tanto sappiate, che tutti quelli clie così faranno ^ io gli amerò, e farò loro grande onore; gli altri che faranno contro mio onore ^ e faranno torto, e fuori di ragione, a qualunque sia grande o picciolo, io li condannerò e tormenterò della persona e dell’avere, in tal maniera, che la pena d’ uno sarà

1) Aggiunto LraDaglio, che manca pure al ms. Vis. col ms. Berg-. e col t: travail dou cors.

2) Aggiunto e, col t: Il mss. Vis. legge come la stampa.

3) Il t: en cesie siede vivant.

4) Aggiunto e credo, col t: de espoir et croi veraiement. Manca al ms. Vis.

5) Corretto del consiglio saranno in così faranno, col ms. Vis. e col T: qxd ainsi le feront.

6) Aggiunto faranno contro mio onore, col ms. Vis. e col t: qui mefferont. contre mon honor.

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paura a’ più. Io non son venuto per cupidigia di ’

guadagnare argento, ma per acquistare laude e pregio e onore a me, e a miei amici; però me ne anderò io per lo diritto e per lo corso di giustizia, in tal maniera, che io non penda né a destra, né a sinistra; che tanto conosco io bene, e ciascun il dee sapere, che la città dee essere governata secondo ragione % e secondo diritto, e secondo virtude, sì che ciascun abbia ciò che dee avere; che quando li malfattori sieno gli uni cacciati fuori, e gli altri) liverati ^ a pene, certo ella cresce e multiplica di gente e d’avere, e dura sempre a buona pace,, all’onore di lui, e de’ suoi amici. Perchè io mi torno a colui, al quale io incominciai, cioè a Dio onnipotente, che dia a voi, e a me, e a tutti li cittadini e abitatori di questa città che qui sono e altrove, grazia e potere di fare e dire quel che sia accrescimento di voi, e del comune e della città, e di tutti quelli che ci * amano di buon cuore.

1) Ag-g-iunto cupidi(/ia di, che manca pure al ms. Vis. col t: par convoitise de gaaignier argenl.

2) Secondo ragione, che è pure nel ms. Vis. manca al t.

3) Corretto /’ uno caccialo fuori, l’altro liveralo a pena, in numero plurale, col t: li tins cachies dthors, li autres livres a peine. Il ms. Vis. concorda colla stampa.

4) Il t: vos airn,cnt.

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320
lu questa maniera può il nuovo podestà dire

parole di sua venuta. Ma il savio parlatore dee molto guardare l’uso e Io stato e la condizione delia città, sì che potesse mutare queste parole, e trovare altro, secondo luogo e tempo.

Ma se la città ha guerra dentro per la discordia che fosso tra loro, allora conviene che ’1 signore parli di questa materia ’. E’ sì può bene seguire quel che è dinanzi, e là ove egli vede che meglio sia a suo detto, puote egli rammentare come nostro Signore comandò, che pace e buona voluntade fosse fra la gente, e come egli sarebbe lieto di averli trovati in pace e buono amore; che si conviene molto al signore ^, che’ suoi suggetti sieno in concordia, e se elli non sono, che li torni; e come concordia innalza le cittadi, e fa arricchire li borghesi, e guerra li distrugge; e rammentare Roma, e delle altre buone città, che per guerre dentro sono menovate, e andate male, e come la guerra de’ cittadini fa molti mali, sì come di rubare chiese e ’ cammini, ar 1) Per la centesima volta corretto maniera in materia, col ms. Vìs. e col t: matière.

2) Aggiunto al signore, che manca pure al ms. Vis. col T: a seignor.

3) Aggiunto e, col ms. Vis. e col t: et chemins.

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321
dere case, malefìcii, ladronecci, adulterii, tradimento

\ e perdizione di Dio e del mondo.

Queste, ed * altre parole dirà il signore nella sua venuta, pregando e ammonendo la gente d’avere pace, e lasciare l’odio, e di fare bene ^: e dire come non lascierà lo consiglio de’ savi uomini, e stabilirà la bisogna bene e onorevolmente.

E quando la città ha guerra di fuori * con un’ altra città, certo il signore nella sua venuta può ben seguitare la materia eh’ è divisata qua innanzi, e ^ là ove egli vede che meglio stia ^ giugnere tra l’ altre parole: Egli è vero, e ’ tutto il mondo il sa, che per lo male e per li torti fatti, non poteano, né doveano essere più

1) Il T ha quest’ altra più breve litania: murtre, avoutire, et larrecin. Il ms. Vis. concorda con Bono.

2) Aggiunto ed, che manca eziandio al ms. Vis. col ms. Ambr. e col t: tels et autres.

3) Fare bene, nel ms. Vis. e nel t è prima di avere pace. Congiunto dire colla seconda parte del periodo, secondo il ms. Vis: ed il t.

4) Aggiunto di fuori, che ha riscontro conquerra dentro, nel capoverso precedente, col t: dehors.

5) Aggiunto e, che manca pure al ms. Vis. che poi varia, col t.

6) Ommesso e, col t.

7) Corretto die in e, col ms. Vis. e col t: et \louz li riiondes le set.

21

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322
^22

sotferti ’, ^’iierra è venuta tra voi e’ vostri niihici a gran torto, e a gran dislealtà di loro, e di loro parte *. E già sia questa bisogna, ella richiede di molte cose, non pertanto io non parlerò se non poco; che si conviene che sia più il fatto, che ’1 detto; ma s’egli ha in questo secolo vivente cosa ove l’ uomo potesse operar sua forza, o suo potere, ed^ acquistar la nominanza di sua virtù, dico io, in ciò la guerra passa tutte bisogne; ch’ella fa r uomo prò’ dell’ arme, ardito di cuore, vigoroso, e pieno di virtù, e forte al travaglio, sollecito agli aguati, sottile * o ingegnoso in ogni cosa. Studi * ciascuno dunque in sé medesimo, in queste virtù * dinanzi dette. Sia ognuno guarnito ’ di belle armi, e di buoni cavalli, che tali cose danno al 1) Aggiunto per lo male, col ras. Vis. e col t, fatto plurale per li torti fatti ecc. col t: por le mal, et por les tors fan.

2) Corretto di lor parlare in di loro, e di loro parte, coi mss. Ambr. Vis. e col t: d’eulx, et de lor partie.

3) Corretto ad in ed, col t: et aquerre.

4) Aggiunto sottile, col ras. Vis. e col x: soulis et engignens.

5) Corretto studia in studii, col ms. Vis. e col t: eslvdie donc chascuns.

6) Corretto cose, che è pure nel ms. Vis. in virtù, col T: es vertus.

7; Corretto sia cresciuto fornimento in sia ciascuno guernito, col ms. Vis. e col t: soiès treslouz garnit.

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l’uomo talento di combattere, e sicurtà di vittoria,

e fanno ai nimici paura, e voluntà di fuggire. Siate d’un cuore e d’una volontà; siate fieri e fermi all’assembramento; andate stretti alla battaglia, e non conviene sceverare senza congedamento ’. Sovvegnavi de’ vostri antichi, e delle loro ^ vittoriose battaglie; e io mi fido tanto nel valore e nella bontà di voi, e di vostra gente, e al diritto che voi avete contra vostri nimici, che avrete la vittoria, e l’onore con voi ^

Tali, e altre parole, che ’1 savio parlatore saprà

  • trovare alla sua materia ^, dee egli dire in

tra suoi cittadini, in tal maniera, eh’ egli veggia che sia più loro a grado, e poi far fine al suo detto. E quando egli è assiso, il suo antecessore, se ivi è ^ dee immantinente levare suso, e

li Corretto comandaraento, che è pure nel ms. Vis. in congedamento, col t: congié.

2) Aggiunto loro col ms. Vis. e col t: de leurs victorieuses latailles.

3) Il T: vous aurez la victoire contre entre, et l’ onor que vos en desirez.

4) Ommesso dire e, prima di trovare, perchè manca al ms. Vis. ed al t.

5) Corretto maniera in sua materia, coi mss. Ambr. e Vis. e col T: à srt raaliere.

6) Aggiunto se ivi è, che manca pure al ms. Vis. col t: se il i est.

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324
■A2(

lare suo prologo bene ’ e saviamente, e rispondere a quello che l’altro ha detto, e lodare lui, e suo detto, e suo senno, e sue opere, e di suo lignaggio *, e fargli grazia del bene, e ’ dell’onore eh’ egli gli ha fatto in suo detto; e alla fine di suo parlare sì debbe egli comandare a tutti, che ubbidiscano al novo signore, e che mettano in opera lo suo insegnamento *. E quando egli ha ciò detto, dia comiato alla gente sua ^ e ciascun se ne vada a sua magione.

Or suole addivenire alcuna volta, che col nnvel signore vegnono " gentili uomini di sua terra, per lo comune di sua città, che parlano in quel luogo medesimo, e portano salute, e divisano l’amore eh’ è in tra l’un e l’altro comune, e lodano la città e’ cittadini, e il podestà vecchio e sua

1) Corretto breve in lene, col ms. Vis. e col t; bien et sagement.

2) Il T: et sa lignie, ma tre codici del Chabaille hanno et de.

3) Aggiunto del bene, e, col ms. Vis. e col t: don bien et de l’ onor.

4) Aggiunto e che mettano in opera lo stio insegnamento, che manca pure al ms. Vis. col t: et qu’ il mêlent sn oevre son enseignement.

5) Corretto tutta, che è pure nel ms. Vis. in sua, col t: à (es gens.

6) Ommesso alcuna volta, prima di gentili, perchè manca al T, ed è viziosa duplicazione. Manca pure al ms. Vis.

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buona ’ signoria; e lodano il signore novo, e suo

lignaggio, e le lor buone opere; e mostrano come tutto ’1 * comune di lor città si tiene a grand’onore, e a grand’ amore ciò, eh’ elli hanno eletto loro governatore. E dicono che ’1 comune di loro città e ’1 signore * gli comandaro, a pena della persona e di suo avere, che faccia e dica quel che torni a * onore e utilità della città ch’egli ha a governare; e però pregano le genti della città, eh’ elli l’ubbidiscano, e diengli aiuto e consiglio in tal maniera, che possa onorevolmente finire suo ufficio. E quando essi hanno ^ così detto, il vecchio signore dee fare onorevole responsione in questo parlamento medesimo eh’ egli risponde al novello signore, così come il conto qui dinanzi conta, ovvero in altra maniera, se la condizione porta.

1) Aggiunto huona, col ms. Vis. e col t: 5^ bone seignorie.

2) Tutto manca al t, ma è nel ms Vis. ed in quattro codici del Chabaille si legge: tous le communs.

3) Brunetto pone prima il signore, e poi il comune. 11 ms. Vis. concorda colla stampa.

4) Mutato eh’ egli torni onore in che torni a onore, col ms. Vis. e col T: qui tome à honor.

5) Corretto egli ha, che è pure nel ms. Vis. in elli hanno, colla grammatica, e col x: il ont ce di’..

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326
32f)

Capitolo Xll.

Come debba fare il signore quando egli ha fatto il sacramento.

Appresso il parlamento dell’ uno e dell’altro, ed il sacramento ’, se ne dee andare il signore al suo albergo, e aprire il libro delli statuti e dei capitoli della città, nelli quali i suoi giudici e suoi notari debbono leggere e studiare dì e notte davanti e di dietro, e notare ^ quel che hanno a fare, quel dinanzi dinanzi, e quel di dietro di dietro; che questa è grandissima bontà di giudici e notari che ^ leggano e rileggano li statuti sì spesso, e in tale maniera, ch’elli li tengano tutti in loro cuore, e che ne sappiano i

1) Corretto e del in ed il, avvertendo che nel t e nel ms. Vis. il sacramento è posto prima del parlamento.

2) Aggiunto davanti e di dietro, e notare, col ms. Vis. e col t: devant et derrière, et noter ce qui convieni à /aire.

3) Corretto, oltre 1 interpunzione, e ritegnano e leggano in e notari, che leggano e rileggano, col ms. Vis. e col t: des juges et des notaires qxu il les lisent et relisent.

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luoghi ed i punti ’ in tutto loro bisogno. E al signore

medesimo si conviene eh’ egli li ^ sappia bene, e specialmente tutti li punti, che più lo legano, e se ne ricordi tutto dì ^. E quand’olii hanno diligentemente riguardato, allora debbono elli immanti nenti notare la forma del sacramento, e degli insegnamenti, che tutti gli ufficiali debbono giurare ^ e mandare per tutti quelli che sono rettori in ciascuna cappella ^, eh’ elli giurino innanzi, e poi facciano giurare tutti quelli che sono da portare arme, e scrivano i nomi, e dienli iscritti alli notari.

1) Aggiunto UUti in loro cuore, e che ne sappiano i luoghi e i punti, col ms. Vis. e col t: il reticignent tout en lor cner, et que il sachent les leus et les poins qxii touchent a lor besoigne.

2) Corretto si in li, col t: que il les sache bien. Il ms. Vis. egli.

3) La stampa: che quanto più lo leggano, pih se ne ricordino tutto di. Il T: les poinz qui plus le lient, et que il l’en soveigne iozjor^. Conformata la lezione al ms Vis. ed al T.

4) La stampa: e li ufficiali debbono giìirare d’ essere leali alla signoria. Il ms. Vis. la forma del sacramento e delti officiaM che denno giurare, ed essere per tutta la sua signoria, lì t: la forme don sairement et des (enseignemens qni doivent cstre jurez ’par toiiz ses justisables. Conformata la lezione al r.

5) Il T: qui soni decani en chascune parochie.

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328
Appresso ciò, dobbe egli eleggere suo consiglio

secondo la legge della città: ma debbe egli ’ procacciare che’ consiglieri siano savi, e buoni, e di buona ctade *: che da buona gente viene buon consiglio; poi gli altri ufficiali e sergenti della corte buoni e leali, che gli aiutano a portare il pondo di suo ufficio.

E mentre che il signore b all’ albergo ^ e ch’egli fa questi e quest’altri apparecchiamenti, e anzi che monti in su l’ albergo del comune, nh che sia in sua propria signoria, egli si dee spesso consigliare a’ savi della città delle cose che si convegnano all’onore di lui, e della città \ E se la città ha nulla discordia dentro, o di fuori, egli si dee molto sforzare di mettere pace; se ciò non fosse di tal maniera, che’ suoi cittadini

1) Corretto debbono, ms. Vis. deìino in debbe ei/li, col t: // doil porchacier.

2) Corretto talento, che è anche nel ms. Vis. in etade, col t: aa^e.

3) La stampa ed il ms. Vis. e mettere col signore e albergo. Il T: endemantiers que li sires à V ostel. et que. Conformata la lezione coi mss. Ambr. e Berg-. e col t.

4) Aggiunto delle cose ehe si,convegnano all’onore di lui, e della città, che manca pure al ms. Vis. col t: des choses qui conviennent al honor di Ini, e de la vile.

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non volessero cl\’ egli vi si imbrigasse ’, che il

signore si dee molto guardare ch’egli non dia giù nel sospetto, o nell’ odio di sua gente *.

Capitolo XIII.

Come il signore dee ammonire li suoi ufficiali qnando egli entra prima in sua signoria ^.

E quando il dì è venuto, che l’ uomo dee cominciare il suo ufficio, egli dee la mattina primamente andare alla chiesa a udire l’ufficio, e a orar Iddio e li suoi santi, poi immantenente se ne vada al palagio del comune, e tegna la sedia di sua signoria \ E però eh’ egli è venuto ad

1) Corretto obbligasse in imbrigasse che, col t: s’ eoi messe, car.

2) La stampa, ed il ms. Vis. non dica già né l’odio, né la, discordia. Il t: ne dechièe en la sospencion, ou en la haine. Corretto non cada giù nel sospetto, o nell’ odio, coi mss. Ambr. e Berg-.

3) Il T: Comment li fires doit faire quant il entre en sa scii/noric premièrement.

4) Il T: de sa gloire. Il ms. Vis. è conforme aile stampe.

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330
uso, che ’ eleo l’uomo lasciare al governatore la

provvidenza di stabilir le pone, specialmente sopra le picciole colpe; dee il signore stabilire suo bando ’ per lo consiglio de’ savi, e suoi ordinamenti tali che sieno accordovoli all’uso della terra, che non contraddicano a’ capitoli della terra ch’egli giurò iP dì primo *. Il primo dì di festa * che viene, egli si faccia assembrare tutte le genti della cittade, nel luogo che ha costumato, e dinanzi loro dee egli parlare sì alto, che tutti lo intendano, e tegna in suo detto quella voce ^ medesima, ch’egli tenne il primo dì, salvo che ora dee parlare più fìeramente, e comandare, e divietare come signore, e pregare, e minacciare, e amuìonire, sì come egli vederà che bene sia. E quando egli ha finito suo conto, e suo notaio dica ad alte

1) Corretto al sedio, che è pure nel ms. Vis. in ad uso, che, col T: à l’usale, qne.

2) Suo bando manca al t. Il nis. Vis. suo blando.

’A) Corretto giura, che è pure nel nis. Vis. ìnffiurò, col t: que il jura le premier jor.

4) Corretto in prima, che è pure nel ms. Vis. in il dì primo, col T.

5) Qui trasportato il punto col ms. Vis. ed ommcsso che, prima di il primo. La stampa legge erroneamente: in prima che il primo dì di festa.

G) Corretto (er/na suo dello per quella maniera medesima. in leffua in suo dello quella voce medesima, col t: tiei/ne en son dil cele meisme voie.

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331
voci intendovol mente gli ordinamenti; e non dee

sofferire niente lo signore, che nullo uomo della cittade si lievi a dire nessuna cosa ’ nel parlamento; che se uno vi dicesse, l’altro vi direbbe, e così sarebbe un grande impacciamento, e ispecialmente s’egli ha nella cittade due parti.

Capitolo XIV.

Come il signore dee ammonire li suoi ufficiali quando è in signoria -.

Appresso debbo il signore assembrare ^ suoi giudici e suoi notari e suoi compagni e gli altri suoi ufficiali del suo albergo, e pregare e ammonire

  • di ben fare, il piii dolcemente eh’ egli può:

e dopo il prego, comandare eh’ eglino guardino

1) Aggiunto a dire nessuna cosa, col t: f or riens dire. Il ms. Vis. concorda colle stampe.

2) Quando è in signoria, manca al t, ed al ms. Vis.

3) Aggiunto assembrare, che manca altresì al ms’. Vis. col T: assembler.

4) E ammonire, manca al t, ma quattro codici del Chabaille leggono: et amonester les de bien faire. E nel ms. Vis.

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332
r onor suo e del comune, e che vegghino e studino

ciascun a suo ufficio, e die rendano a ciascuno suo dritto, e sbrighino tutte coso il più tosto che possono, e salvare l’ordine della ragione, e che si guardino da tutti i vizii, e dal biasimo della gente, e che non si cruccino con gli uomini, e che non vadano in taverna né ’ con un uomo né per mangiare né per bere, e che a nullo sieno fjmigliari, e che guardino che non siano corrotti per moneta, né per femina, né per altra cosa: e se altrimenti facessero, io dico eh’ e’ li debbo ^ punire vie più gravemente che gli altri; che più grave pena cade sopra i preposti ^ e sopra quelli che debbono guardare li nostri comandamenti.

1) Aggiunto né col ms. Vis. e col t: ne chies aucun home.

2) Corretto io li debbo in e’ li debbe, col ms. Vis. e col T: il les doit punir.

3) Corretto nostri, che è pure nel ms. Vis. in preposti, col t: prevos.

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333
Capitolo XV.

Come il signor novello dee onorare il suo antecessore.

In tra le altre cose che convegnono al signore si è, ch’egli addolcisca il cuore del suo antecessore, e che gli faccia onore e amore quant’ egli può. E quand’ egli vien a rendere sua ragione, non sofFeri che gli sia fatto né onta, né torto. Che si convien al signore distringere ’ l’iniquità de’ rei sotto buona giustizia %. e sa egli ch’egli verrà a quel punto. E sì come egli avrà misurato al suo padre, così misurerà a lui ’1 suo figliuolo; ch’egli è scritto, che tali dovemo essere a’ nostri padri, che noi volemo che sieno a noi i nostri figlioli.

1) Corretto dislruggeTe ìq disiringere, col ms. Vis. e col T: restreindre.

2) Il t: soz les boues de justise: ma due codici del Chabaille leg-g-ono sor les bone justise. Il ras. Vis. concorda colle stampe.

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334
Capitolo XVI.

Come il signore dee ragunare il consiglio della terra.

Quando ’1 signore è venuto a suo officio e ’ sua signoria tenere, e’ dee molto pensare di dì e di notte delle cose ch’appartengono ^ a suo governaraento. E tutto che sia guardia e capo del comune, nientemeno ne’ gran bisogni, e ne’ dottosi, debb’egli assembrare il consiglio della città, e proporre e dire ^ dinanzi da loro la bisogna, e dire e * dimandare ch’eglino il consiglino a ciò ^ che buono sia per il bene della città, e udire

1) Aggiunto a suo officio e, che manca pure al ms. Vis. col T: à son office, et.

2) Ommesso a sìio officio e, qui registrato dall’ amanuense, ma fuori di luogo, perchè manca al ms. Vis. ed al T.

3) Aggiunto e dire, che manca pure al ms. Vis. col T: proposer et dire.

4) Aggiunto dire, che manca pure al ms. Vis. eoi t: et dire et demander.

5) Corretto acciò che ’l hioono sia in a ciò che buono sia, coi mss. Ambr, Berg. e Vis. e col t: ce qui hon soit « faire.

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335
as5

quel che diranno. E se la bisogna fosse grande, egli se ne dee consigliare una volta, e più ^ se è mestieri % nel picciolo consiglio o nel grande, aggiugnere al consiglio degli altri savi, e de’ giudici, e de’ reggitori dell’arti, e dell’altre buone genti; ch’egli è scritto, che di gran consiglio viene gran salute. E al vero dire, il signore può sicuramente andare secondo lo stabilimento del consiglio; che Salomone dice: Ogni cosa fa con consiglio, e dopo ’1 fatto non te ne pentirai. Ma guardi bene il signore, che la proposta che fa innanzi al consiglio sia breve, e sia scritta a pochi capitoli; che la moltitudine delle cose ingenera impaccio, e scura li cuori, e fìevolisce il miglior senno, perchè il senno che pensa molte cose è minore in ciascuna cosa.

E quando il notaio ha letta la proposta dinanzi a’ consiglieri, il signore si lievi e ridica la bisogna com’ ella è, e com’ ella fu mossa ^; poi guardi bene, che’ suoi detti, e porgimento

  • , siano nudi e semplici, in tal maniera,

che nullo possa dire che voglia più F una cosa

1) li t: une foiz, ou li, ou III, ou plusor.

2) Ommesso e, prima di se, col ms. Vis. e col t, e conformata l’ interpunzione col t.

3) Ag-giunto mossa col ms. Vis. e col t: fu esìneue. ■i) Aggiunto porgimenlo, col Vis. e col t: poing.

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che r altra, lo non dico niente, che ’1 signore non

possa dire alcuna volta suo consiglio ’, se ciò non fosse cosa che generi sospezione; chò vi ha molte genti, che per invidia’, e per odio, dicono più contra al signore, che per lo bene del comune \

E quand’egli ha detto sua proposta, e’ dee immantinente comandare che non si dica d’altre cose, se non di quelle che son proposte, e che nullo si brighi di lodare nò lui, né li suoi, e che ascoltino quelli che parlano. Allora dee egli comandare alli suoi notai, ch’eglino immantenente* mettano in iscritto il detto delli dicitori, e non tutto ciò che dicono, ma quel che tocca al punto del consiglio. E non sofferi niente, che troppa gente si levi a consigliare ^ E quando elli hanno detto e d’una parte e d’altra, lo signore si levi a divisare li detti per partire l’ uno contro l’altro ^ E

1) Aggiunto suo consiglio, che manca pure al ms. Vis. col T: dire son conseil.

2) Il T: envie de cuer.

3) Aggiunto che per bene del comune, col ms. Vis. e col T: que por le bien dou commini.

4) Ut: diligemment. Il ms. Vis. concorda colle stampe.

5) Aggiunto E non sofferi niente, che troppa gente si levino a consigliare, col ms. Vis. e col t: et si ne sueffre pas, que trop de gens se lievent à conseillier.

6) Corretto per partite l’uno dall’altro in per partire l’uno contro V altro, col ms. Vis. e col t: par parties, les w»5 contre les autres.

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337
quello a che s’ accorda la maggior parte della

gente che sono nel consiglio, debbo ’ essere fermo e stabile, e così dee scrivere il notaio, se è mestieri per meglio chiarire la bisogna. Egli può scrivere tutti ^ li consiglieri, e com’elli s’accordano all’una parte e all’altra. E quando quest’è fatto bene e diligentemente, il signore sì dia loro comiato. E s’ è mestieri, sì comandi di tenere credenza, e chi non la tiene, sì debba essere condannato ^ come traditore.

E infra l’altre cose debbo il signore onorare quelli del consiglio, ch’elli sono suoi membri: e ciò eh’ elli fermano sì dee esser fermo senza mutazione, se quello non fosse per certo * miglioramento del comune. Ma l’ uomo non dee raunare il consiglio per ogni cosa, ma per quelle solamente ch’anno mestieri.

1) Corretto debba in debbe, col ras. Vis. e col t: doit.

2) Ag’giunto tulli, col ms. Vis. e corretta l’interpunzione, col T: Ireslouz les conscillcor.

3) Mutato procondannalo in condannato, coi mss. Ambr. e Vis. e col T: dampnè.

4| Ag-giunto certo, che manca pure al ms. Vis. col t: certain meillorement dou commun.

22

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338
;j;ì^

Capitolo XVII. Come il signore dee onorare gli ambaseiadori ’.

E quando gli ambasciatori delle strane terre vegnono a lui per alcuna bisogna, che tocca all’una terra e all’ altra % il signor li debbo volentieri vedere, e onorare, e ricevere lietamente. E innanzi ch’egli dia loro il consiglio, sì dee molto procacciare di sapere perchè sono venuti, se può: che potrebbono venire per tal cosa, che non sarebbe da radunare ^ consiglio: e tal potrebbe essere ch’egli loro * raunerebbe il picciolo consiglio senza piìt, o per ventura il grande, o tutto ’1 comune della città. Ma s’ elli sono legati di messer lo papa, o di messer lo imperadore di Roma ^, o d’altri grandi signori, egli non

1) Il t: les messaggiers et les amhasseors estranges. Il ms. Vis. concorda colle stampe.

2) Il T lia di più: certes.

3) Corretto darli in radxmare, col t: qu’ il ni assemòlera conseil. Il ms. Vis. concorda nel concetto delle stampe.

4) Corretto lo in loro, col ms. Vis. Era scritto lo ?

5) di Costantinopoli, manca al t, e fu aggiunto dal Carrer di sue arbitrio: perciò si ommetta.

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dee niente vietare il consiglio, anzi loro ’ dee

andare a rincontro, e accompagnarli, e onorarli in tutto suo podere. E quando egli hanno parlato al consiglio, il signor dee rispondere, e dire eh’ elli sono signori dell’ andare e del stare, e li savi della città penseranno quello che sia convenevole. E quando gli ambasciatori sono in fuori del consiglio, si dee egli intender la voluntà delli consiglieri, e com’eglino stanziano, dee ^ far lo fatto, e la risposta.

Capitolo XVIII. Coma il signore dee mandare gli ambasciateri.

Quando addiviene, che ’1 signore abbia a mandare ambasciata ^ fuori della terra, certo * se la bisogna non ^ fosse di gran peso, egli li dee

1) Corretto lo in loro, col ms. Vis. e col t: loi’ doit aler à l’encontre. Vedi poco sopra.

2) Corretto di in dee, col ms. Vis. e col t: doit il/aire.

3) Ut: mesagirs on ambasseors. 11 ms. Vis. ambasciadon.

4) Agg-iunto certo, col ms. Vis. e col t: certes.

5) Corretto ne in no7i, col ms. Vis. e col t: ne fust.

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340
:M()

elegger per polizze ’ in tra consiglieri della città, o altramente, secondo l’uso della città: ma s’ elli debbono esser mandati a messer lo papa, o a messer l’iraperadore, o in altra parte che richieggia gran solennità % io lodo che il signor medesimo gli elegga tra tutti li migliori della città, s’egli è volere del consiglio.

Capitolo XIX.

Como il signore dee udire le cause ’, e gli avvocati.

Per udir il desiderio della gente, e per appareggiare

  • il romore de’ cittadini, si conviene a

buon signore % ch’egli sia spesso ad udire le

1) La stampa: si dee legger per pulizie. Corretto li dee elegger per polizze, col ms. Vis. e col t: il les doit eslire par h riez.

2) Corretto sollecitudine in solennità, coi mss. Berg. e Vis. e col T: çranz sollempnitez.

3) Cangiato ancora cose in cause, questa volta anche col ms. Vis. e col t: causes.

4) Ut: apaisier. Il ms. Vis. appagare.

5) Aggiunto a buon signore, col t: a bon poesie. Il ms. Vis. a buona podestà.

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straordinarie cause che si fanno ’, e eh’ impedisca

e menimi li piati di tutti: che questa è gran bontà, che 1 signor costringa li suoi suggetti intra’ termini del diritto, eh’ egli non vegnano in discordia; però che ’1 fuoco che non è spento, prende alcuna volta gran forza. Ma s’ egli addiviene alcun forte punto onde egli dotti; io lodo eh’ egli vi meni uno de’ suoi giudici, ed usi suo ’ consiglio, o ch’egli vi ponga giorno ^ fino a tanto ch’egli ne sia consigliato. E molto è bella cosa ed onesta al signore, quando siede a banco *, ch’egli intenda volentieri l’un e l’altro, e specialmente gli avvocati e le parti delle eause % che gli scuoprono la forza de’ piati, e manifestano la natura delle questioni: perchè la legge dice, che loro ufficio è molto buono ed utile cigli uomini ed a loro vita, tanto, o più come s’egli combattessero con la spada, o col coltello, per

1) Il t: quereles. Corretto slraordinate cose ìu straordinarie cause, col ms. Vis.

2) Corretto loro in suo, col ms. Berg. e col t: son conseil. Il ms. Vis. meni uniti suoi c/iiidici, e sì lo eonsigli.

3) Ut: que il mete jor jusqu’ a tant. Corretto col ms. Vis. eh’ e j li vi funga Jlne tanto in eh’ egli vi ponga giorno

fino a tanto.

4) Il T: quant il siet à court. Il ms. Vis. siede a corte.

5) Corretto li principali (che è pure nel ms. Vis.) delle cose in le parli delle cause, col t: les parties des causes.

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loro parenti, o per loro paesi; elio noi non crediamo

niente, disse V imperadore ’, clie solanriente coloro fossero cavalieri, che usano lo scudo, e lo ’sbergo, ma sono cavalieri ’ gli avvocati e patroni ^ delle causo: e però dee lo signore ben per suo officio *, provvedere, che se alcun povero, od altro è in piato ^ dinanzi da lui, che non possa avere avvocato, o per fievolezza, o per potenza del suo avversario, egli dee costringere alcun buono avvocato, che sia in suo aiuto, e che ’1 consigli, e dica sua ragione, e sua parola.

E quando il signore ha udite le parti, allora debbo molto ben pensare, com’ egli risponda; né non debbo nulla cosa dire ^ come folle, anzi sa lì Delira la stampa, che a noi non crediamo nescientemente. Disse V imperadore. Corretto: che noi non crediamo niente, disse l’ imperadore, col ms. Vis. e col t: car nos ne ctùdons pas, fait l’ empereres.

2) Corretto nella (ms. Vis. della) cavalleria in sono cavalieri, col t: chevalier sont.

3) Corretto padroni, che è pure nel ms. Vis. in ’patroni, col t: li patron des causes.

4) Aggiunto per suo officio, che manca pure al ms Vis. col T: par son office.

5) Corretto si lamenta in è in piato, che si legge eziandio nel ms. Vis. col t: est in plait.

6) Corretto fare, che è pure nel ms. Vi.s. in dire, col r: riens dire comme fole.

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viamente, e pensatamente \ Ciò eh’ egli comanda,

e quello che stabilisce, sia per consiglio, e sia stabile ^, sì che sia diretto e savio in opere e parole ^: altrimenti suo detto sarebbe in luogo di stultizia, e ciascuno lo terrebbe ^ per niente. Perche io dico, che se trapassa alcuna volta il bene, od in suo detto, od in suo fatto; egli non ha onta s’ egli r ammenda, anzi è grande virtù che ciascun castighi suo errore, e ^ torni al diritto; e quel debbo il signore fare, secondo che la legge comanda.

1) La stampa mutila e confonde anzi saviamente ciò ch’egli dimanda. Corretto col ms. Vis. anzi saviamente e pensatamente. Ciò eh’ egli comanda. Il t: mais sugement et apenscemeìit. Et toiU ce que il commande.

2) Corretto e per stabilito, die è pure nel ms. Vis. in e sia stabile, col x: et soit estables.

3j La stampa: û che sia difilla e savia opere e parole. Corretto col ms. Vis. sé che sia diritto e savio in opere e parola, t: si que il semble droiz et sages en oevres et en paroles.

4) Corretto l’intenderebbe, che è pure nel ms. Vis. in lo terrebbe, col t. le tendroit por ncant.

5) La stampa: che ciascun errore torni al diritto. Corretto col ms. Vis. che ciascuno castigJd suo errore, e torni al diritto, t: que chascuns chastie son errar, et retorne au mieux.

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:; 1 1

Capitolo XX. Come il signore dee fare sopra li malefici.

Sopra tutte cose debbo il podestà fare, che la città che ha a ’ sno governamento sia in buon stato, senza briga e senza forfaLto. E questo non può essere ^, s* egli non fa che li malfittori, ladroni e falsatori ^ siano fuori del paese: che la legge comanda bene, che ’1 signore possa purgare il paese della mala gente. Però ha egli la signoria sopra li forestieri e sopra’ cittadini, che fanno li peccati nella sua iusdizione. E non per tanto egli non giudicherà a pena quello eh’ è senza colpa: ch’egli è più santa cosa assolvere * un peccatore, che dannare un giusto; e laida cosa

1) Agg-iunto a, col t: à son governemcnl. Il nis. Vis. è a suo governamento.

2) Corretto fare in essere, col t: ve puet pas eslre, colla variante di tre codici del Chabaille eslre fait. Il ms. Vis. fare iiè essere.

3) Il T: murtrileors.

4) Corretto a solvere in assolvere, col nis. Vis. e col t: assordre.

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ò, che tu perda il nome d’ innocenza per odio

d’ un nocente.

Sopra li malefici debbe il signore e suoi ufficiali seguire il modo del paese, e l’ordine di ragione, e in questa maniera. Prima debbe quegli che accusa, giurare sopra il libro ’ di dire il vero in accusando, ed in difendendo, e che non vi mena nullo falso testimonio ’ a suo sciente. Allora dee dare Taccusa in iscritto: so ciò non fosse ^ il notaio la scriva tutta a parola a parola, sì come egli la divisa: e dee inchiedere da lui medesimo diligentemente ciò ch’egli, li giudici, od il signore crederanno che sia appartenente ^ del fatto ^ o della cosa: e poi si mandi a richiedere quello che è accusato del malefìcio: e s’ egli viene, sì lo faccia giurare e sicurare la corte de’ malleva 1) Il t: iurcr son sains, cosi.sempre nel Tesoro.si accenna al modo di g-iurare.solennemente. Il ms. Vis. qui e.sopra al n. 3 concorda colle stampe.

2) Agg-iunto /a/so, col ms. Vis. e col t: faus tesmoing.

3) Ag-g-iunto se ciò non fosse, che manca pure al ms. Vis. col T: ou se ce non.

4) Ommesso aper lamente, dopo crederanno, perchè manca al T.

5) Ag-g-iunto appartenente, col t: de V apartenance. Da questa erronea lezione venne V apertamente, cancellato poco sopra. Corretto ambi i luog-hi col ms. Vis.

6) Corretto e, che è pure nel ms. Vis. in o, col ’i’.

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dori ’: o rnettore ’ in scritto sua confessione o

sua negazione, sì come egli dice: e se non dà mallevadori ^ che ’I maleficio sia troppo grande, r uomo lo dee mettere sotto buona guardia \ Allora debbe il signore, od il giudice porre il dì da provare, e da ricevere li testimoni che vegnono, e costringere quelli che non vegnono, ed esaminar ogni cosa bene, e saviamente, e mettere li dotti in iscritto. E quando i testimoni sono bene ricevuti, il giudice ed il notaio debbon far richiedere le parti dinanzi da loro; e s’elli vi sono ^, si debbon aprire e pubblicare ^’ li detti de’ testimoni, e darli a ciascuno, perchè si possano consigliare e mostrar loro ragione.

1) Corretto, e cosi appresso malfattori in mallevadori, col t; ple/es (pic’/^io, pieggeria, parola dell’uso corrente) Il ms. Vis. pagatori.

2) Mutato metta, che è pure nel ms. Vis. in riiettere col T: metre en escrit.

3) Corretto malfattori in mallevadori, come sopra.

4) Agg-iunto l’ -uor/io dee mettere sotto biiona guardia, col ms. Vis. e col T: l’on le doit arester en bone garde.

5) Corretto vegnono, che è pure nel ms. Vis. in vi sono, col T: se il i sont.

6) Aggiunto e pubblicare, che manca pure al ms. Vis. col T: el pnbblier.

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Ora addiviene alcuna volta ne’ grandi malefici,

che non possono essere saputi, né ’ provati interamente: ma l’uomo trova ben contra quello eh’ è accusato, alcun segno, e forti argomenti di sospezione. A quel punto il può l’ uomo mettere alla colla per fargli confessare la colpa, altrimenti no. E sì dico io, eh’ alla colla il giudice non dee dimandare se Giovanni fece maleficio, ma generalmente dee dimandare chi ’l fece.

Capitolo XXI

Come il signore debbe condannare ed assolvere gli accusati.

In questa maniera dee l’ uomo ricevere le accuse e prove de’ malefici. E quando amendue le parti hanno mostrato ciò che vogliono, senza nullo indugio ’ debbe il signore in una delle camere avere li giudici suoi, e li ^ notari di suo

1) Ag-giunto sapuli, né, col ms. Vis. e col t: seuz ne provez. Il ms. Vis. provati ne saputi.

2) Il T: maintenant, sanz nul delaiement. Aggiunto senza nullo incln/jio, col ms. Vis.

3) Il T: les juges et les notaires de son liostel. Agg-iunto di suo albergo, col ms. Vis.

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DIS

alborj^o, o vedere, e udire ’ e corcare con diligenza

  • , tutto piato, e da monte e da valle, tanto

che conoscano la verità secondo ’ quello eh’ ò mostrato dinanzi da loro. E se sono certi del inalificio per la confessione del malfattore medesimo, per sua voglia, senza tormento, per testimonio, o per Itattaglia di campioni \ o per contumacia, elli lo debbono condannare di persona, o d’avere, secondo la quantità * della colpa, e secondo la legge e r uso ° del paese, e molto dee lo signore guardare " sì clie non sia nò più mollemente che voglia la natura della colpa % per nominanza di fierezza, o di pietà. E tutto che noUi gravi malefizii convegna grave pena, nientemeno il si li Aggiunto e udire, col ms. Vis. e col t: et oir. 2i Aggiunto con diligenza, che manca pure al ms. Vi. col t: diiit/enlement.

3) Aggiunto secondo, che manca pure al ms. Vis, col T: selonc ce.

4) Il t: oh par bataille, oti par cliam pion, coW^ variante di due codici del Chabaille bataille de champion. Corretto campo in campioni, col ms. Berg. Il ms. Vis. ha lacuna.

5) Il T ed il ms. Vis. la maniere dov, mesfait.

6) Corretto dell’, che è pure nel ms. Vis. in e V, col t: et l’usage.

7) Il T: mais moull se doit li sires garder que une soit plus aigrement etc. Aggiunto: e molto dee lo signore guardare, col ms. Vis.

8) Il T: de la chose. Il ms. Vis. della colpa.

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giiore dee avere alcun temperamento di benignità:

ma quelli che furono al nostro tempo ’ non fecero così, eh’ elli davano li tormenti al più fieramente che poteano. Ma quelli che non sono colpevoli, l’uomo li dee assolvere. E’ notari debbono mettere li condannati dall’una parte del quaterne, e gli assoluti dell’altra.

Appresso ciò debbe il signore raunare lo consiglio secondo il costume del paese, e comandare che nullo faccia * romore. ne errida. e se vole, può ben un poco parlare per ammonire le genti, che si guardino del misfatto, e che non guardino ^ che a sì picciole pene come egli dà allora a quel malfattore, che un’ altra fiata egli le darebbe più fiere; e che sempre le crescerà insino alla fine del suo ufficio. Allora dee egli mandare per quelli che sono condannati in per 1) Tutti questi verbi che il volgarizzatore fa di tempo passato, nel ms. Vis. e nel testo sono di tempo presente. Che Bono, come Brunetto, non fosse malcontento del suo tempo?

2) Ag-giunto secondo lo costume del paese, e comandare che nullo faccia, romore, co\ vas. ^ is. e col r: à la costutne dou pais, et comander que nus ne face noìse ne cri. Le stampe hanno solo: con nullo romore.

3) Aggiunto dal misfatto, e che non guardino, colms. Vis, e col t: dou rnal/ait, et que nus ne gart.

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sona, elio sieiio quivi presenti ’ per udire loro

sentenze: però che sentenza di persona non può essere data contra nullo, se non presente. Allora il notaio si lievi sii, e legga la sentenza; cioè le assoluzioni prima, e le condanne appresso ^ E quando egli ha tutto letto, lo signore Tatfermi. E comandi,, che quelli della persona immantinenti sieno dannati ^ e gli altri paghino a certo termine assignato, e diane copia al camerlingo del comune

  • , e dia comiato alle genti.

1) Corretto presente, che è pure nel ms. Vis. in presenti, col T: (jue il soient iqui en présence.

2) La stampa: e li condannati. Aggiunto, e corretto col t: ce est a dire les ahsollutions devant, et les darnptiez après. Il ms. Vis. si lei/ga la sentenza prima e li dannati appresso.

3) Corretto giudicati in dannati, col ras. Vis. o col t: dampnè.

4) Il t: chamhellains doti comun. Il ms. Vis. concorda colle stampe.

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Capitolo XXII.

Come il signore dee guardare le cose del comune.

E quando il giorno ’ trapassa^ che’ condannati debbono pagare loro condannazione, s’ elli non pagano ^, lo signore sì li ^ dee costringere molto a pagare; che poco vale il condannare, s’egli non li ^ fa pagare. E dall’altra parte dee studiare che il camerlingo del comune ^ sia ben fornito di moneta, per fare gran spese e picciolo, che vegnono sopra il comune. E dee ^ spesso

1) Corretto signore in giorno, coi mss. Berg-. e Vis. e col T: jors.

2) 11 T: se il ne paient, ma la lezione di Bono, concorde col ms. Vis. è mig-liore.

3) Corretto sì in sì li, col ms. Vis. e col t: les doit laoult constreindre.

4) Corretto il in li, col t: les fait paier. Così anche il ms. Vis.

5) La stampa, ed il ms. Vis. imbroglia dall’altra il camerlingo del comune dee studiare, cambiando l’azione del signore in quella del camerlingo. Corretto dall’altra farte del studiare che il camerlingo del comune, col t: d’ autre pari doit esltidier que uns chambellains dou commun.

6) Aggiunto dee, che manca pure al ms. Vis. col t: doit sovent.

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mimilo vridore rngi(3ne del camerlingo, e l’entrata,

e l’uscita, e che l’ avoi- del comuno non sia sposo mal ordinatamente: che se ’l dee guardare so medesimo di troppo largamente spendere, certo e’ dee assai meglio risparmiare le cose del comune, però che laida cosa è all’ uomo ad essere del suo avaro, e deiraltrui largo.

E tutto che fosse grande ’ spenditore del suo avere, sì dee essere guardatore di quello del comune, e salvare e mantenere lo diritto del comune: li dazii ^ e le giustizie, le signorie ^ le castella, e le magioni, e ville, le corti, gli ufficiali, le piazze, e le vie, li cammini, e tutte cose che appartengono al comune della città, dee guardare in tal maniera, e il prò’ e l’onore del comune non monomi, anzi accresca ed augmenti nel suo tempo.

1) Aggiunto (/rande col ms. Vis. e col t: grans dcspendi erres.

2) Bono traduce nel capitolo XXVIII appres.so i dazii, il vocabolo les detes, che qui era tradotto, o meglio trascritto, le date, non certo alludendo all’ arte di verificare le date, dei Maurini. Il ras. Vis. le dote. Negli statuti di Verona, queste date,.si cliiamano dadie. Dazi, date, dadie, procedono dal verbo dare, e chi paga lo sa per prova,

3) Corretto le giustizie del siijnore, che è pure nel ms. Vis. in le giustizie, le signorie, col t. les justices, les seignor ies.

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Altresì dee il signore guardar e fare mandare,

dentro e di fuori, e di dì ’ e medesimamente di notte, per gli altri malfattori.

Capitolo XXIII.

Come il signore dee guardare le cose del suo albergo.

Dentro dal suo albergo dee il signore ordinare sua famiglia bene e saviamente, ciascuno in suo luogo e in suo ufficio, e castigare l’ uno di parole, e l’altro di verga ^, e ammonire suo siniscalco che sia temperato nelle spese; ma non in tal maniera, eh’ egli ne sia biasimato d’ avarizia; ma che mantenga l’onore di lui, e che sia sufficiente alla gente di sua casa, sì che nulla cosa,

1) Aggiunto guardare, col ms. Vis. e coi t: faire garder.

2) Al T ed al ms. Vis. manca dì, ed è qui posto rtiedesimamente, il t nieismemenl, che la stampa ha dopo e fare. Il ms. Vis. lo mette dopo di nolle.

3) Ut: de la verge, frase che manca in due codici del Chabaille. È nel ms. Vis.

23

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:i5-l

manchi alla famiglia: piM’ò rho il bisogno ’ delie cose necessarie potrebbe menare altrui a villano pensiero, e malvagio*.

Capitolo XXIV. Come il signore si dee consigliare con li suoi savi.

Pero dee egli onorare ed amare tutti quelli di sua famiglia, e ridere e sollazzare alcuna fiata con loro; ma sopra tutti dee amare ed onorare li giudici e notari di sua corte, eh’ elli hanno in mano la maggior parte del suo ufficio ’, e di sua onta ^ E però debbe lo savio podestade a minuto e spesso, specialmente li giorni delle feste, ed alle fuocora ’^ di verno, tutti raunare in

1) Il t: id deffaxdle. Il ms. Vis. lo menimamenlo delle cose bisognevoli.

2) Agg-iunto malvagio, col t: à mauvaise pensée, et vilaine. Manca eziandio al ms. Vis.

3) Di suo ufficio, manca al t, ed al ms. Vis..

4) Corretto bontà, che è pure nel ms. Vis. in onta, coi t: de.ta honte.

5) Il T: les soir en yver. Il ms. Vis. concorda colle stampe.

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sua camera, od in altro luogo, e parlare con loro

delle cose che appartegnono al loro ufficio, e cercare cir elli fanno, e che questioni ^ ha dinanzi a loro, e vedere della natura ^ de’ piati, ed imprendere consiglio ^ delle cose che debbon fare; che quest’ è una cosa di gran senno, sovvenirsi delle cose andate, ed ordire * le presenti, e provedere quelle che son addivenire. Anche li debbe pregare, eh’ elli siano la diritta bilancia che contrappesi il diritto e lo torto ^ secondo Iddio e giustizia, e eh’ elli guardino che ’1 diritto non sia venduto né cambiato * per moneta, ne per amore, né per odio, né per altra cosa del mondo "^; ma sovveniva loro, che nostro Signore comanda: Amate la giustizia, voi che giudicate ìa terra.

1) Corretto questione, che è pure nel nis. Vis. in questioni, col T: qtiels quereles.

2) Corretto le nature, che è anche nel ms, Vis. in la natìire, col T: la nature des plaiz.

3| Corretto così in consiglio, coi mss. Berg. e Vis. e coi T: et preìidre conseil.

4) Ut: eslablir. Il ms. Vis, stabilire.

5) Ag’giunto e lo torto, col ms. Vis. e col t: les droiz et les torts.

6) Aggiunto né cambiato, che manca pure al ms. Vis. col T: "é soit venduz ne changiez.

■7) Il t: por autre chose vivant. Il ms. Vis. nò per alcuna cosa vivente.

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Di questo si tace il maestro ora, e torna ad

altre cose.

Capitolo XXV.

Della discordia di loro, che vogliono essere temuti, e di quelli ciie vogliono essere amati.

In questa parte dice il conto, che tra’ governatori della città suole avere una cotale differenza, che l’un ama più d’esser temuto che amato, l’altro desidera più d’esser amato che temuto. Quegli, che ama più d’ esser temuto che amato, desidera d’ avere nome di gran fierità; e però ch’egli vole sembrare fiero e crudele ’, mette fiere pene ed aspri tormenti; crede egli ^^ che l’uomo li tema più, e ^ che le città ne sieno più in pace;

1) La stampa mutila e guasta: e fero quegli vole mettere. Corretto col ms. Vis. e perà che egli vole sembrare

Jiero e encdele, mette. Il t: il vueient sembler Jìers et cruels, raeteiit. Bono voltò tutto il periodo in numero singolare. Il ms. Vis. conserva il numero plurale.

2) Posto prima il punto, e corretto e crudele in Crtdt egli, col ms. Vis. e col t; Cuident il.

3) Aggiunto e, col t: et que la vile.

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e ciò prova ’ per il detto di Seneca, che dice,

che scarsità di pene corrompe la città, e T abbondanza de’ peccatori mena V uso di peccare; e quegli perde l’ardimento di sua malizia eh’ è fortemente tormentato; e che ’1 signore sofferente conferma li vizii, e la dolcezza del signore lieva la vergogna de’ malfattori; e più si ^ teme la pena posta per suo signore, che la pena posta per suo amico. E tanto quanto ’ li tormenti sono più aperti,

tanto * son più utili per esemplo; e tutto il mondo teme li fieri e gli arditi signori ^; e le pene dell’ uno sono paura di più.

Contra questo dice l’ altro: che più vale ^ essere amato, che temuto; che amore non può essere senza timore, ma timore può ben esser senza amore. Tullio dice, che al mondo non ha più sicura cosa a difendere sue cose, eh’ esser amato;

1) Corretto provano in prova, colla grammatica. Vedi sopra.

2) Aggiunto si, col t: plus est, redoutée. Queste correzioni sono anche conformi ai mss. Ambr. e Berg.

3) Corretto e lanli quanti in tanto quanto, col t: de tant comme.

4) Corretto tanti in tanto, col ms. Vis. e col t: profitent il plus.

5) Ut: tout li mondes crient les fiers et les hardiz. Corretto teme le pene degli in teme li fieri e gli, col ms. Vis.

6) Ouimesso ad prima di essere amato, perchè superfluo.

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nò alcuna più spaventevole eli’ essere leiDUto ’, elio

ciascun odia ’ quelli cui egli teme; e chi da tutti ò odiato, perire gli conviene; che nulla ricchezza può contrastare all’ odio di più. Lunga paura, è mala guardia ^ Crudeltà ò nimica di natura *. Egli conviene, che ciascun tema colui, da cui egli vole essere temuto, e forza eh’ è per ^ paura, non avrà già lunga durata. E tutte pene debbono essere messe ^ senza torto, non per il signore, ma per il bene del comune; nò pena non dee essere maggiore che la colpa; nò nullo dee esser condannato per le colpe ’ d’un allro. Tutti i governamenti debbono essere senza follia, e senza negligenza. Tullio dice: Guarda, che tu non faccia cosa, che tu non possi rendere ragione del perchè.

1) Aggiunto né alcuna fin spaventevole eh’ essere temuto, col ms. Vis. e col T: ne nule plus espaentahle que d’ cstre oremus.

2i II T: doute. Il ms. Vis. concorda colle stamj)e.

3) Corretto manda guardia, che è pure nel ms. Vis. in è mala guardia, col T: est mala gii,arde.

4) Corretto paura in natura, col T: ennemie dénature. Il ms. Vis. ha lacuna.

5) Corretto ^^orst; che paura, che è pure nel ms. Vi?, in forza eh’ è per paura, col ms. Berg. e col t. force qui est par paor.

6) Corretto mosse in messe, col t: doit estre misse.

7) Corretto per tema, che è pure nel ms. Vis. in per U colpe, col T: por les crimes.

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E Seneca dice, che mal fa chi piace più a sua

nominanza, che a sua coscienza. Crudeltà non è altro, che fiorita di cuore nelle grandi ’ pene; perchè io dico, che quello è crudele, che non ha misura di condannare quand’ egli ne ha cagione. Plato dice, che nullo savio danna ’ il peccato perchè fu fatto, ma acciò che non sia fatto più per innanzi.

Qual differenza è tra il re ed il tiranno ? Elli sono pari di ventura e di podere; ma il tiranno fa opere di crudeltà per sua voglia, che no ’1 fa già il re senza necessità: l’un è amato, e l’altro è temuto. Quel è tenuto ’ reo padre, che sempre batte e fiede ^ i figliuoli aspramente. Lo più sicuro fornimento ^ è l’amore di cittadini. Quale è più bella cosa in questo secolo, che ciascuno desideri che tu viva? Per questo parole può r uomo ben conoscere questa questione, che clemenza, che è contra crudeltà, è temperamento

1) Aggiunto aiore nelle grandi, coi mss. Berg. e Vis. e col T: Jìertez de corage es grans peines.

2) Corretto dannò, e poi fosse in danna, e fu, col t: dampne, fu faiz. 11 ms. Vis. danna per lo peccato che fosse fallo.

3) Corretto temuto in lenulo, coi mss. Berg. e Vis. e col T: es te7ius.

4) Il T: bat et fieri. Aggiunto e fede, col ms. Vis.

5) Plus seurs don monde.

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360
’M0

(li cuore sopra la pena ’ ch’egli può staViilire. Tullio dice, che la pifi hella cosa eh’ essere possa in signoria *, si ò clemenza e pietà, s’ ella è giunta al diritto, senza il quale la città non può essere governata. Seneca dice: Quand’ io son a governare ed a curare ^ la città, io trovo tanti vizii intra tanta gente, che per guarire il male di ciascuno, il conviene che l’ uno sia sanato per ira, r altro per metterlo fuore e per esilio ^ l’altro per dolore, e l’altro per povertà, e l’altro per ferro: e tutto che mi convegna andare per loro ’ dannare, ma io andrò per una via di legge, per opera di savi. Voglio giudicamento senza orgoglio, senza far ira. Fanno li rei tal vista e tal cuore \ chente fanno li serpenti ad altre bestie che portano veleno.

1) La stampa: che è clemenza che conta e un temporale. Corretto che clemenza, che è contra crudeltà, è temperamento di cuore sopra la pena, col ms. Berg. e col t: car clémence qui est contre cruente, est U7is atempremens de corage. Nel ms. Vis. manca che è contra crudeltà.

2) Corretto a in in, col ms. Vis. e col t: en seignorie.

3) A governare, manca al t. È nel ms. Vis.

4) Corretto per pileijijio in e per esilio, col ms. Berg. e col t: et par pèlerinage. Il ms. Vis. pellegrinaggio.

5) Corretto lo in loro, col ms. Vis. e col t: por eulx dampner.

6) La stampa intralcia: opera di savie voci, senza orgoglio. Giudicamento senza ira, e fare alli rei tal vista. Cor-

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E non si conviene, che ’1 signor sia del tutto

crudele, ne in tutto pieno di clemenza: che altresì è crudeltà perdonare a tutti ’, come perdonare a nullo: ma questa è opra d’alta^ clemenza a confonder li mali, nel ^ perdonarli: però io dico, che niun dee perdonare li mali fatti, poiché * il giudice è condannato, quanto ^ ’1 malfattor è assoluto.

Altresì non dee esser troppo crudele, però che nulla pena dee esser maggiore che la colpa, né cader sopra l’innocente; che s’ ella è pena corporale, egli è omicidiale; e s’è de’ denari, è tenuto di restituirli.

retto opera di savi. Voglio giudicamento senza, orgoglio, senza far ira. Fanìio li rei tal vista e tal cuore, chenle ecc. Il t: l’ onecre des sages. le vois sanz orgoillens jugement, sainz ire faire. Li mauvais font tei semblant et tei corage, comme. Il ms. Vis. l’opere dei savi voce senza ira, con fare ai malvagi tale sembianza ecc.

1) Corretto vizii in tutti, col senso, col ms. Vis. e col T: à touz.

2) Corretto altra in alta, col t: haute e col Vis.

3) Corretto e non in nel, col t: en perdonant. Queste correzioni sono conformi al ms. Ambros.

4) Aggiunto poiché, col t: car li juges.

5) Corretto perchè, che è pure nel ms. Vis, in quanto, col T: quant.

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Capitolo XXVI.

Delle cose che ’1 signore debbe considerare e fare della sua signoria ’.

Sovvegnati dunque, o tu ’ che governi la città, del sacramento che faeesti sul libro quando tu prendesti l’ ufficio di tua giustizia ^ e signoria; sovvegnati della legge, e de’ comandamenti, e non dimenticare Iddio, e’ suoi santi; anzi va spesso alia chiesa *, e prega Iddio per te e tuo’ soggtitti; che David profeta disse, che se Dio non guarda la città, per niente s’ nffaticano quelli che la guardano. Onora il pastoi’e de’ pastori ^ di santa

1) Agg-iunto e fare, col t: et faire. 2| Aggiunto tu, coi mss. Ambr. e Berg. e col t: tu, qui. Manca al Vis.

3) Di tua giustizia, manca al t. E nel ms. Vis.

4) Il t: an mostier, e cosi altrove, e tradotto sempre anche nel ms. Vis. chiesa.

5) Aggiunto de’ pastori, che manca pure al ms. Vis. col T: le pastor des pastors.

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chiesa, che Iddio disse di sua bocca: Chi voi riceve,

me riceve’. Sii religioso: ^ e mostra diritta fede, però che non è più diritta cosa nel signor della terra, che avere diritta fede, e verace credenza; eh’ egli è scritto: Quando il giusto re ^ siede sul sedio suo, nullo male può cadere contra lui. E però guarda le chiese, le magioni di Dio ■*: E però guarda le vedove femine, e gli orfani: ch’egli è scritto. Siate difenditori degli orfani e delle vedove, questo è che tu difendi il diritto contra la malvagità de’ potenti; non però in tale maniera, che ’1 potente perda suo diritto per le lagrime delle fievoli femine ^, però che tu liai in tua guardia li grandi, li piccioli, e li mezzani.

Dunque ti conviene dal cominclamento ", che tu prenda l’ ufficio a netto cuore e pura coscienza

1) Corretto è religioso in me riceve, col ms. Berg". e col T: moi reçoit, li sac-ro testo citato, è: Qui vos recipit, me recipil. 11 ms. Vis. erra colle stampe..

2; Aggiunto Sii reli(/ioso, col ms. Vis. e col t: Soiez religieuse.

3) Aggiunto re col ms. Vis. e col t: jnste rois.

4) Aggiunto F però guarda le chiese, le magioni di Dio, col ms. Vis. e col t: et porce ce garde les iglises, les maisons Dieu.

5) Nfl T e nel ms. Y is. manca, femine: dice solamente: des faibles.

6) Corretto comandamento in cominciamcnlo, coi mss. Ambr. e Berg. e Vis. e col t: commencement.

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(d ’ intenzione, che le tue mani sieno netto a Dio ed alla legge di tutti i guadagni oltre il salario del comune; e clic tu difenda bone * le cose del comune, e dia a ciascuno quel ch’è suo, provvegghi, per quanto puoi ^ intra i tuoi sudditi, che non abbiano tra loro alcuna discordia nò odio *; e s’ella v’ò, che tu non sia piegato più dall’ uno che dalT altro, nò per moneta, nò per femina ’% nò per cosa clie sia; e clic tu intenda diligentemente li piati e li lamenti; e clie tu debbi determinare le * picciolo questioni tosto, e leggermente, e senza scritto isbrighi ’; e che tu facci tutto quello eh’ è scritto nel libro delle constituzioni della città; e che tu mantenghi l’opre e gli edifici del comune, e facci ben racconciare li ponti, e le vie, e le porte, e le mura, e’ fossi, e r altre cose. E non sofFerir già che’ mal 1) Ag-giuato coscienza ed, che manca pure al ms. Vìa. col T: pure conscience, et enlencion.

2) Bene manca al t. E nel ms. Vis.

3) Aggiunto fer quanto jmoi, che non si legge pure nel ms. Vis. col t: at tout pooir.

4) Aggiunto né odio, che manca pure al ms. Vis. col T: descorde ne haine.

5) Aggiunto né per /emine, col ms. Vis. e col t: ne por femes.

6) Aggiunto le, coi mss. Berg. e Vis. e col t: les petites queretes.

1) Isbrighi, manca al ms. Vis. ed al t.

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3(55

fattori scampino senza pena, nò ’, die nullo del paese li tenga ^ Li falsatori ^, e li traditori, e quelli che sforzano le pulcelle, e che fanno gli altri pessimi peccati, dèi tu condannare fieramente, secondo la legge e l’ uso del paese. Tieni li tuoi ufficiali in tal maniera, che non facciano altrui né torto, né noia. Abbi intorno a te tal consiglio, che sia buono e savio e leale * a te; ed a ragione. Sii ^ tale, che tu paia a’ rei terribile, ed a’ buoni grazioso. In somma guarda la seconda parte di questo libro ^, là ove parla qui addietro de’vizii e delle virtudi: guarda, che tu sii fornito di virtù, e non di vizii.

1) Ag-g-iunto né, col ms. Vis. e col t: ne que nus.

2) Il T: retienne. Il ms. Vis. concorda colle stampe. ’

3) Il t: les murtries; altrove scambiò, omicidi, con falsatori. Il ms. Vis. falsatori.

4) Aggiunto e leale, che manca pure al ms. Vis. col T: et loìaus a foi.

5) La stampa: ed a ragione sia tale. Corretto a te, ed a ragione. Sii tale, col ms. Vis. e col ï: a loi, et à raison. Soies tels.

6) La seconda parte del Tesoro, secondo la divisione del T già detta.

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Capitolo XXVII.

Delle cose di ohe il signore sì dee guardare per cagione di sé etesso.

Ora dice il conto, che non vole in questa diretana parto nominare la virtù della quale dee esser fornito il signore, però che n ha assai detto lungamente nella seconda parte del gran libro, però se ne tace. E non per tanto egli dirà alcuno de’vizii, dalli quali il signore si dee guardare fieramente ’ egli e li suoi savi: che senza fallo egli si dee molto guardare delle cose che V uomo comanda che l’uomo* si guardi; secondo che l’apostolo dice: lo castigo tutto innanzi ^ il mio corpo, e recolo in servitude acciò eh’ io non sia condannato nel castigare gli altri ^ Ed anche dice

1) Corretto veramente m Jìeramente, coi mss. Ambr. e Berg. e col t: fièrement.

2) Aggiunto l’uomo col ms. Vis. e col t: que li autre se (/ardent.

3) Aggiunto tutto innanzi, col ms. Vis. e col t: tout avant.

4) Corretto giudicato in condannato nel castigare gli altri, col ms. Vis. e col T: dampner en chastiant les autres.

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Catone ’. Laida cosa è al maestro quando "^ torna

la colpa sopra lui; ma il ben dire si è da lodare, quando fa quel che dice; che ben dire e mal fare, non è altro se non condannare sé con la sua parola.

Appresso si dee egli guardare da ebbrezza, e da orgoglio, e da ira, e da avarizia, e da invidia, e da lussuria, che ciascun di questi peccati è mortale a Dio ed al mondo, e fa il signore leggermente cadere del suo sedie. Ma molto si dee guardare di troppo parlare, che s’ e’ parla ^ poco e buono, l’uomo lo tien più savio; e ^ molto parlare non è già senza peccato ^. Anche si dt^e guardare da troppo ridere, ch’egli è scritto, che ’1 riso è nella bocca dello stolto; e non per tanto

1) Corretto il poeta in Catone, coi mss. Ambr. Berg-. Vis. e col T: Catonz dit. Sentenza ripetuta nel lib. VII. cap. 20.

2) La stampa travolge: e quando il maestro iorna. Corretto col ms. Vis. è al maestro quando torna, e col t: est au maistre quant la colpe chiet.

3) Ommesso leggermente, che è pure nel ms. Vis. viziosa ripetizione dello stesso avverbio del periodo precedente, perchè manca al t.

4) Aggiunto e, col ms. Vis. e col x: et moult parler.

5) Posto il punto prima di anche, col contesto, col ms. Vis. e col T.

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ogli può bea ridere, e giocare ’ e sollazzare alcuna

volta; me non a modo di garzone, né di femina, nò ohe paia falso riso, nò orgoglioso; e s’egli ò buono, dell’altre cose egli sarà più temuto, s’egli non mostra lieto viso, ispecialmente quando è assiso ad udire piati. Anche non debbe lodare so medesimo, acciò che sia lodato da’ buoni; e non gli * caglia s’egli è biasimato da’ rei. E guardisi da’ buffoni, che ’1 lodano dinanzi a lui; e creda di sé pili a so che ad altrui ^: e sia così tristo quando è lodato da’ rei, come fosse biasimato da’ buoni *.

E deesi guardare dalli spioni, che non dica, né faccia cosa ^, s’ella è saputa ^ eh’ egli ne sia biasimato. Altresì guardi che giustizia non sia venduta per danari; che la legge dice: Chi vende

1) Aggiunto e giocare, col t: bien rire et joer. Il nis. Vis. e gitiocare e trastullare alcuna volta.

2) Aggiunto ffli, col t: ne li chaat. Cosi anche il ms. Vis.

3) Corretto più essere che d^ altrui, che è eziandio nel ms. Vis. in fiù a se che ad altrui, col ms. Berg. e col t: croie de soi plus que as autres.

4) Il t: et ne li chaut se il est desloei des mauvais.

5) Corretto dicano ne facciano in dica ne faccia, col contesto, e col t: ne die ne ne face.

6) Corretto folle e saputa in s’ ella è saputa, col t: se eie est sene. Il ms. Vis. varia.

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la giustizia per danari, che sia dannato come ladrone. E guardisi di non esser familiare de’ suoi sudditi, però che ne cado in sospezione ed in dispetto. Anche si guardi di non ricever nullo presente da nullo suo suddito; però che V uomo che riceve o dono, o presente ’, o servigio, vende la sua franchezza, ed è obbligato come debitore. Anche si guardi, che non si consigli occultamente ^ con alcuno della città ^ né non cavalchi con lui \ né non vada a sua magione, né per bere, ne per mangiare, né per altra cosa; però che di questo nasce sospezione, ed invidia tra’ cittadini.

1) Il t: nul présent de nuUai.

2) Il ms. Vis.: privatamente

3) Aggiunto della città, col ms. Vis. e col t: a milhi de la vile.

4) Corretto nullo, che è pure nel ms. Vis. in lui, col T: atee lui.

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Capitolo XXVIII.

Delle cose di che il signore si debbe guardare per cagione del comune.

Altresì si dee il signore molto guardar, ch’egli per lo comune che ha ’ in sua guardia, non faccia nulla congiurazione, né compagnia con altra città, gente del paese; e se a fare gli conviene, sì faccia per consiglio della città, e per comune volere delle genti. Clio in tali cose dee l’uomo pensare, e pensare lungamente ’; anzi ch’egli faccia tale lega, che convegna poi rompere sua fede; e ^ s’ egli non la rompe, che pericolo non ne vegna sopra lui. Anche si guardi ch’egli non metta al suo tempo né dazio, né còlta, e non faccia nulla carta di vendita * né debito, né nullo

1) Agg-iunto per lo comune che ha, col t: for le commun qtie il a. Il ms. Vis. comune della sua guardia.

2) Ag-giuuto e pensare lungamente, col ms. Vis. e col t: penser, et repenser longuement.

3) Corretto o in e, col ms. Vis. e col t: et se il.

4) Ag-g-iunto di vendita, col ms. Berg-. e col t: charlre de vente. Il ms. Vis. carta dinnanti.

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obbligo ’ del comune, se ciò non fosse per manifesta

utilità della città, e per comune stanziamento del consiglio.

Capitolo XXIX.

Come lo signore si debba provvedere in tempo dì pace, e di guerra -.

In questa parte dice il conto, che in signoria ha due stagioni: una di pace, e l’altra di guerra. E però eh’ egli disse assai dell’ una e dell’ altra nel ^ libro de’ vizii e delle virtù, nel capitolo della magnificenza; non dirà ora altra cosa, se non di ciò che si conviene al signore per lo

1) Corretto podere, che è pure nel ms. Vis. in obbligo, col ms. Berg. e col t: obligement.

2) 11 T: Des choses que li sires doit /aire au tens de pais, et de guerre. Aggiunto pace e di, che manca pure al ms. Vis. col T.

3) Corretto neW uno e neW altro libro in dell’ima e neW altra nel libro, col ms. Vis. e col t: de l’un et de V autre es livres.

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:n2

suo olìicii». E corto so il signoi’o ’ quando va a governare la città, s’ egli la trova in pace, egli dee essore troppo lieto e gioioso, e deesi guardare ch’egli non cominci guerra al suo tempo, s’ egli unque può fare *, che in guerra ha molti pericoli. Ma se ciò cominciare gli conviene, si ’ faccia di comune stanziamento del consiglio de’ cittadini, e della savia gente della città. Ma se la guerra fosse cominciata al tempo del suo antecessore, io lodo ch’egli procacci la pace, o almeno la triegua: e se non può ciò, egli debbe spesso ed a minuta richiedere * il consiglio de’ savi, e spiar il podere della sua gente, e de’ nimici, e studiar che la città sia ben fornita dentro, e di fuori, e castella, e ville che sono date in sua guardia; e dee avere intorno a lui una quan 1) Aggiunto per lo suo officio. E certo se il signore, col ms. Vis. e col T: por son office. Et,ertes se li sires.

2) Ommesso altro dopo fare, che è pure nel ms. Vis. perchè ingombra, e manca al t.

3) Corretto far gli conviene, /accia in cominniare gli conviene, si faccia, col ms. Vis. e col t: commendar li convient, si soit fait.

4) Corretto ricogliere in ed a rninuto richiedere, col t: reguerre sovent, et memi. 11 ms. Vis. ricogliere sovente a minuto savi uomini, e dei valenti, col ms. Vis. e col t: det sages et des vaillans homes.

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tità d’uomini savi ’, e dei valenti che s’intendono

di gnerre, e che siano sempre al suo consiglio; e che siano appresso di lui capitani e guidatori della guerra; e dee richiedere tutti gli amici, e compagni, e li sudditi della città, l’uno per lettera, l’altro a bocca, e l’altro per messo, che siano apparecchiati d’arme ed alla ^ guerra.

Appresso dee egli rassegnare alla piazza mastra, in altro luogo costumato della città ^ le genti della città, e dire dinanzi a loro parole di guerra, e ricordare loro il torto de’ nemici, e lo diritto de’ suoi \ e nominare le prodezze e ’1 valore de’ loro antichi ^, e le loro virtuose battaglie, e commovere la gente alla guerra, e confortare ^ alla battaglia, e comandare che ciascun faccia grande

1) Aggiunto savi nomini, e dei valenti, col ms. Vis, e col t: des sages, et des vaillans homes.

2) Ut: appvreilles as armes, et à la guerre. Corretto e fornimenti di guerra in ed alla guerra, col ms. Vis.

3) l\ T: à la maistre place de la vile, ou en autre leu acosttimè as gens, et dire devant eulx. Della città, manca al ms. Vis.

4) Ut: les droiz des citoiens. Il ms. Vis. concorda colla stampa.

5) Corretto amici in antichi, col t: ancestres. Il ms. Vis. ha lacuna.

6) Aggiunto confortare, col t: conorter. 11 ms. Vis. cogitarli.

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MA

apparecchiamento d’ arme, e di cavalli, o di tendo, e padiglioni, e di tutte cose che sono mestiere a guerra.

Tali e simili parole dee loro signore dire per aguzzare li cuori de’ cittadini il piìl ch’egli unque puote; ma ben si guardi egli non dica nessuno motto fievole, anzi sia suo viso a cruccio e a ira, lo sembiante terribile, e la vece minaccevole; e suo cavallo annetrisca, e freghi il pie in terra; e facci tanto che anzi che finisca suo detto molte volte monti ’ le grida e ’1 remore tra la gente, sì come fossero in battaglia ^ E non per tanto egli dee molto considerare la maniera della guerra, perchè altri sembianti son convenienti codtra grandi, ed altri contra li pari, ed altri in contra minori ^ Appresso del suo parlamento, faccia leg 1) Aggiunto molle colte, col ms. Vis. e col t: maintes /oh.

2) Il T: se il fussent à l’assemblee, colla variante di due codici del Chabaille la mcslèe, e. di un’altro dello stesso Chabaille: la melèe. Il ms. Vis. risponde alle stampe.

3) La stampa: contra li pari. Corretto ed aggiunto convenienti contra grandi, ed altri contra ’pari, ed altri contra minori, t; convient entre les graindres, et autres les fiers, et autre entre les menors. Il codice francese capitolare di Verona, legge contre, e così lesse Bono, che scrisse: contra li pari, nel brano che ne resta. Proferita questa lezione, perchè si parla di guerra. Il ms. Vis. perchè altri contra li piccoli, ed altri contra li pari.

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gère al suo notaio, che abbia alta voce, e chiara \

e intendevole, i capitoli, e gli ordinamenti della guerra: e procacci, s’egli unque puote, ch’eglia bbia arbitrio ^ sopra li malificii dell’oste. E quando ha f;jtto tutto questo, egli dee di sua mano dare li gonfaloni e le bandiere, secondo l’uso della terra. Dall’ora innanzi non fini lo signore di apparecchiare alla guerra sé e’ suoi soggetti, in tal maniera, che nulla non vi manchi al punto dell’oste e della battaglia: ma ^ come dee egli guidare

  • oste; e porre al ^ campo e’ padiglioni, e

guardare l’ oste intorno intorno di dì e di notte, e come dee ordinare le schiere, e come dee essere in tutti luoghi, or di qua e ora di là ’^, e

1) Alta manca al ms. Vis. ed al t.

2) La stampa bizzarra: quaìitiinqiie può avere arlitri. Corretto col ms. Vis. s’ egli unque piiote, eh’ egli alata arbitrio. \\ T: sz il onques puet, qu’ il ait arbitre.

3) Aggiunto ma, col ms. Vis. e col t: mains comment.

4) Corretto guardare, che è pure nel ms. Vis. in gnidare, col t: çuier.

5) Mutato il in al, col t: en chans les parveillon. Il ms. Vis. e tutto lo campo dei pavillioni.

6) B come dee ordinare le schiere, e come dee essere in lutti i luoghi ora di qua e ora di là, manca al t. Cinque codici del Chabaille hanno appunto questa aggiunta, che è pure nel ras. Vis. eslablir les eschieles, et comment il

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’Air,

come dee guardare suo corpo, cli’o|-li non conihatta, se non è gran ’ necessità. E come dee far guardare la sua città \ s’ ella è assediata. E di molte altro cose che convegnono a guerra, lo maestro non dirà ora più, anzi lo lascia alla provedenza del signore, e del suo consiglio.

Capitolo XXX.

Quest’ è il generale insegnamento della podestà.

Per lo insegnamento di questo libro, può ben ciascuno che saviamente ^ e dirittamente ’1 riguarda, governare la città al tempo di pace e di guerra, air aiuto di Dio, e del buon consiglio. E tutto ch’egli abbia assai d’insegnamento, nientemeno

doit eslre en tous lieìis, ore de cà, ora de la, et comment il doit.

1) G-ran, che è pure nel ras. Vis. manca al t.

2) Aggiunto e come dee far guardare la sìia città, col t: et comment il doit faire gaitier, colla variante di tre codici del Chabaille agaitìer. La lacuna è pure nel ms. Vis.

3) Aggiunto saviamente e, che manca altresì al ms. Vis. col r; sngcmciit ci.

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egli ha tanto diversità e tante cose ’ in signoria,

che nullo le " potrebbe scrivere, né dire con bocca: ma in somma egli dee seguire la legge comune, e r uso della città a buona fede ^ e conducere suo ufficio, secondo il costume del paese; però che ’1 villano disse: Quando tu sei a Roma, usa costumi di Romani, che di tal terra tal porta.

Sopra li malefici *, dee egli seguire la maniera del medico, che al picciolo male pone picciolo impiastro, e alli maggiori piìi forti, e alli molto grandi mette il fuoco e ’1 ferro. Così dee egli condannare li malfattori secondo la maniera di sua offesa, senza perdonare a quelli che hanno colpa, e senza condannare chi non ha colpa.

1) Aggiunto e tante cose, col ms. V^is. e col t: tant de diversitez, et de choses.

2) Corretto ne in le, col ms. Vis. e col t: le porròil.

3) A buona fede, manca al t. È nel ms. Vis.

4) 11 T: por fuir le maléfice. Il ms. Vis. ripete lo stampato.

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Capitolo XXXI.

Come il novello governatore devo essere eletto.

E quando viene il tempo che l’ uomo voglia eleggere ’ il novel governatore per l’anno che viene appresso; lo signore dee raunare il consiglio della città, e ’^ li savi che debbon mondar le costituzioni della città. E quando egli gli ha trovati, e elli hanno fatto lor sacramento ^ elli debbono essere in un luogo privatamente, tanto eh’ elli abbiano fatto ciò che si appartiene a loro ufficio. E immaatinente che ’1 libro è stabilito e compiuto, egli dee esser chiuso, e suggellato, e * infino alla venuta del novel signore ^ stare in guardia.

1) Ut: On doit penser don nocel scìgnor. Il ms. Vis. varia.

2) Ommesso e per loro trovare secondo la legge della citta, dopo della città, che è pure nel ms. Vis. perchè manca al t.

3) Corretto savi in sacramento, col senso, e col t; sairement. Il ms. Vis. loro sa.

4) Aggiunto e, col t: et mis en garde.

5) Ommesso e, prima di stare, perchè manca al T, e nuoce al senso. Il ms. Vis. ripete lo stampato.

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E quando queste cose sono diligentemente

compiute e messe in ordine; l’ uomo dee eleggere il nuovo signore secondo l’ ordine che divisa il maestro nel principio di questo libro. Ma se i cittadini ti vogliono per signore per lo anno che viene, io lodo che tu non lo prenda, che appena può essere ben finita la seconda signoria.

Capitolo XXXII.

Delle cose che il signore dee fare all’uscita di suo ufficio.

Appresso dèi tu raunare li giudici, e li notari, e gli altri tuoi ufficiali, e pregarli, ed ammonirli, che tutti i piati e questioni che son dinanzi da loro, elli li spediscano secondo diritto giudiciò, e che non lascino ad altrui ammendare. Tu medesimo ti consiglia con loro, e ti pensa nel tuo cuore se hai gravato nullo più o meno che diritto voglia E se hai lasciato a fare di quel del libro, e delli capitoli della città ’, immantinente

1) Ut: de ce qui est un livre de la vile. Il ms. Vis. libro delle costituzioni della città.

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ti provodi, sì cho tu ammencii e compi ’ e torni

a punto ciò cho tu puoi, o por te, o per istanziamonto di consiglio; che ’1 savio governatore si provede dinanzi, o per quelli che arnmondano gli statuti, per consiglio loro niodesirao, e sì si fa assolvere di tutte cose addivenute al camerlingo del comune, e degli altri capitoli clie sono dimorati a compiere ^

Altresì dói tu nel tuo tempo *, se egli è mestieri ^ trovare ambasciadori per la volontà del comune, che ti facciano compagnia insino al tuo albergo, e portino grazie e salute e buona testimonianza di te e di tue opere al comune di tua città. Altresì ti provedi per consiglio della città, dell’ albergo dove tu dimori alla fin del tuo ufficio per rendere tua ragione. Ma non dimenticare una cosa, che dieci o diciotto ^ dì dinanzi

1) Corretto rompi in compi, coi mss. Berg. e Vis. e col T: acomplisses.

2) Corretto comprendere in compiere, col ms. Vis. e col t.acomplir.

3) Corretto del tempo, che è pure nel ms. Vi.s. in nel tuo tempo, col t: en ton ten.

4) Aggiunto se egli è mestieri, col ms. Vis. e col t: se mcstiers est.

5) Corretto otto, o dieci in dieci, o diciotto, col t: X ou XVIII jors decant. 11 tns. Vis. X o otto.

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881

alla fin di tuo termine, tu facci bandire spesso ’, che chi avesse a ricevere da te, o da’ tuoi, poco assai, vernano a farsi pagare; e fa che tutti ^ siano bene pagati l

Altresì guarda, che ritenghi gli esempli di tutti li capitoli e degli * stanziamenti de’ consigli che toccano a te, a tuo sacramento, ed in tal maniera, che tu te ne possi aiutare se l’ uomo gli mettesse sopra nullo falso ^

Capitolo XXXIII.

Ancora ^ delle cosa che il signore debbe fare all’uscita del suo officio.

E quando viene lo diretano dì di tuo officio, tu dèi raunare la gente della città, e dire dinanzi a loro di grandi parole e graziose per acqui 1) Ut: savent et menu. Il ms. Vis. soventi volte.

2) Aggiunto tutti, col ms. Vis. e col t: tvÀt soient.

3| Il t; lìaiè bien et hel. Il ms. Vis. ripete lo stampato.

4) Aggiunto capitoli e degli, col ms. Vis. e col t: capiteles et des estahliseracnz.

5) GovvQÌto fatto in falso, coi mss. Ambr. e Vis. Il t: aucune ckalonge.

6) Ancora, manca al t.

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stare l’amore ’ do’ cittadini: e ricordare delle

tuo buone opero, e l’ onore e l’ utilità del comune eh’ è addivenuto nel suo tempo, e di ringraziare loro dell’ onore e dell’ amore che hanno mostrato a te ed a’ tuoi, e profferire te e tutto tuo potere all’onore ed al servigio loro sempre mai *; e per meglio trarre li cuori delle genti a te, tu puoi dire, che se alcuno ha fallito nel tempo del tuo sacramento ^, o per negligenza, o per non sapere, o per altra cagione, tu gli perdoni, se ciò non fosse falsità \ o ladroneggio, o altri malfattori, condannati dalla citià. Ma tuttavia tua signoria è intìno a mezza notte, ove tu cominciasti alla prima entrata ^

Appresso questo parlamento, il dì medesimo, l’altro appresso, secondo la usanza del paese, dèi tu rendere al novel signore, od al camerlingo tutti i libri, e tutte le cose che tu avevi del comune: e poi te ne andrai all’ albergo, ove tu

1) Il T: l’amor et la bienvoillance. Il ms. Vis. concorda colle stampe.

2) Il t: en toute sa vie. Il ms. Vis. in tutta sua vita.

3) Ommesso tu li perdoui,q\iì posto per errore, e trasportato a suo luogo, col ms. Ambr. e Vis. e col t.

4) Il T, come altrove: murtriers. Il ms. Vis. concorda colle stampe.

5) Il T varia: où tu la commandes au novel provost. Il ms. Vis. ripete lo stampato.

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d(’’i albergare tanto quanto tu dimori a rendere

tua ragione.

Capitolo XXXIV. Come il signore dee dimorare e rendere sua ragione.

Quando tu sei a ciò venuto, che convien che tu stia a sindacato, e renda ragione di tutto il tuo ufficio e di tuoi ’; se nullo vi fosse che si lamentasse di te, tu dèi far dare le petizioni di sua dimanda, ed aver consiglio de’ tuoi savi, e rispondere come ti consiglieranno.

In questa maniera " dèi tu dimorare nella città infino al giorno che fu ordinato quando tu prendesti la signoria.

Allora, se a Dio piace, tu sarai assoluto onorevolmente, e prenderai commiato dal comune, e dal consiglio della città, e anderai ^ con gloria, e con onore, e con buona ventura ^

1) Corretto tutti in tuoi, col ms. Vis. e col t: a toi, et as tiens.

2) Aggiunto maniera, col ms. Vis. e col t: En ceste maniere.

3) Il T: l’ en iras chiez toi.

4) E con buona ventura, è giunta cortese del Volgarizzatore, che manca pure al ms. Visiani.

Il T ha qui in fine: Expletus fuit liber iste die IX angusti anno Domini M CC.LXXX.IIII’

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ILLUSTRAZIONI

LIBRO NONO

In tutto il Tesoro, che è favo di mele estratto da molti alveari, come l’ autore protestò fln da principio, il libro più originale è questo.

Fu accennato dal Chabaille, che i tre ultimi capitoli hanno molta somiglianza coll’ordinanza del 1254 di s. Luigi IX di Francia, al quale Brunetto dedicò il suo Tesoretto.

La lettera dei governatori di Roma a Carlo d’Anjou sembra autentica^ e da Brunetto ricopiata da qualche cronica, o raccolta di documenti. Si crede perciò, che diligentemente frugando negli nrchivi, si possono rinvenire le prove di altri simili plagi.

Il Mussafia avverte « che almeno una piccola parte della scrittura di Brunetto deriva da un’opera

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