Il Tesoro (Latini)/Illustrazioni al Libro II/Capitolo XXXV

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Illustrazioni al Libro II - Capitolo XXXV

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Brunetto Latini - Il Tesoro (XIII secolo)
Traduzione dalla lingua d'oïl di Bono Giamboni (XIII secolo)
Illustrazioni al Libro II - Capitolo XXXV
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Capitolo XXXV.


Non so vedere ragione per la quale il Volgarizzatore abbia taciuto, che l’inferno è nel centro della terra, come Brunetto scrisse in questo capitolo, secondo l’opinione generale del medio evo. Molti racconti di viaggi all’inferno assai prima di Dante ne parlano, incominciando dall’Odissea, se non anche prima.

Egli era per avventura ascoltando questa lezione sulla periferia, il diametro, ed il centro della terra, centro del mondo, che l’immortale discepolo di Brunetto maturava il divisamento di


Descriver fondo a tutto l’universo
                                        (Inf. XXXII.)


Seguendo questa dottrina egli architettò l’inferno con tanta maestria, che fu esposta e lodata da Galilei in due lezioni «Intorno la figura, sito e grandezza dell’Inferno di Dante Allighieri» nelle quali tratta partitamente, in primo luogo della figura ed universal grandezza dell’Inferno, tanto assolutamente, quanto in comparazione di tutta la terra: poi, dove sia posto, ciò è sotto che superficie della terra: indi, in quanti gradi differenti tra loro per maggiore o minor lontananza dal centro del mondo ei sia [p. 406 modifica]distribuito, e quali di essi gradi siano semplici, e quali composti di più cerchi o gironi, e di quanti.

La lettura di questo capitolo, è naturale commento per la gente grossa, come il poeta la dice, a comprendere la sua dottrina intorno al centro dell’inferno, della terra e del mondo, la collocazione in esso di Lucifero, ossia


del vermo reo, che il mondo fora
                                        (Inf. XXXIV);


il faticoso viaggio, e capovolgimento di ambi i poeti intorno ad esso: l’uscita finalmente nell’altro emisfero, dove suppone la montagna del Purgatorio. Virgilio ammoniva il discepolo:


     Di là fosti cotanto quant’io scesi:
Quando mi volsi, tu passasti il punto
Al qual si traggon d’ogni parte i pesi.
                                                            (ibid.)


La dottrina da Brunetto esposta in questo capitolo, è ripetuta da Dante: «Duarum circumferentiarum inaequaliter a se distantium, impossibile est idem esse centrum: circumferentia aquae et circumferentia terrae inaequaliter distant; ergo etc..... Quum centrum terrae sit centrum universi, ut ab omnibus confirmatur; et omne quod habet positionem in mundo aliam ab eo, sit altius: quod circumferentia aquae sit altior circumferentia terrae concludebatur, quum [p. 407 modifica]circumferentia sequatur undique ipsum centrum. Major principalis syllogismi videbatur patere per ea, quae demonstrata sunt in geometria: minor per sensum, eo quod videmus in aliqua parte terrae circumferentiam includi a circumferentia aquae, in aliqua vero excludi (Dissertatio de aqua et terra, VI).

Gravissimum corpus aequaliter undique ac potissime petit centrum: terra est gravissimum corpus: ergo aequaliter undique ac potissime petit centrum. Et ex hac conclusione sequitur, ut declarabo, quod terra aequaliter in omni parte suae circumferentiae distet a centro, per hoc quod dicitur aequaliter: et quod sit substans omnibus corporibus, per hoc quod dicitur potissime, etc. (Dissertato, XVI).

Eclipsis solis duxit in cognitionem interpositionis lunae (Dissertatio, XX).