Il Tesoro (Latini)/Libro I/Capitolo XXXIII
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Brunetto Latini - Il Tesoro (XIII secolo)
Traduzione dalla lingua d'oïl di Bono Giamboni (XIII secolo)
Traduzione dalla lingua d'oïl di Bono Giamboni (XIII secolo)
Capitolo XXXIII. Come Enea capitò in Italia.
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Capitolo XXXIII.
Come Enea capitò in Italia.
Quando Troia fu presa e messa a fuoco e a fiamma, Enea figliuolo d’Anchises, e Ascanio suo figliuolo, fuggiro allora di Troia. E portò con seco grande avere. E molta gente di Troia lo seguitaro, tanto ch’egli scampò delle mani degli inimici suoi, e venne in luogo salvo1.
Onde disse alcuno autore2, perch’egli iscampò con così grande tesoro3, che egli seppe il tradimento di Troia. E altri dicono che non ne seppe nulla se non alla fine, che non si poteva tornare indietro.
Ma come che la cosa fosse, egli4 andò tanto per mare e per terra, un’ora in qua e un’ora in là. che egli con la sua gente arrivò in Italia.
Note
- ↑ Il t legge diversamente dalla traduzione, et que l’on ocioit les uns et les autres. Eneas li filz Anchises, et tout son pere, et Aschanius son fil s’en issirent hors, et emporterent grandesime tresor, et avec tout plain de gent s’en alerent à sauvetè. Altri mss. leggono ancora diversamente.
- ↑ Il t racontent li autor. Bono, più favorevolmente sempre ad Enea, traduce alcuno autore.
- ↑ Perch’egli iscampò con così grande tesoro, e più sotto, di Troja. Manca al t.
- ↑ Il t il et sa gent. Questa sua gente, Bono la restituisce a Brunetto in fine al periodo che egli con la sua gente arrivò. Il t que il arriverent. Il ms. Vis. è fedele al t.