Il buon cuore - Anno IX, n. 46 - 12 novembre 1910/Religione

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Vangelo della domenica prima d'Avvento


Testo del Vangelo.


Uscito Gesù dal Tempio, se n’andava. E se gli appressarono i suoi discepoli per fargli osservare le fabbriche del tempio. Ma egli prese a dir loro: Vedete voi tutte queste, cose? In verità io vi dico, non resterà qui pietra sopra pietra senza essere scompaginata. Ed essendo Egli a sedere sul monte Oliveto, se gli accostarono i discepoli di nascosto, e gli dissero: Di’ a noi quando succederanno queste cose? e qual segno avremo noi della tua venuta e della fine del secolo? E Gesù rispose e disse loro: Badate che alcuno non vi seduca. Imperocchè sentirete parlare di guerre e di rumori di guerre. Badate di non turbarvi: conciossiachè bisogna che queste cose succedono; ma non finisce qui. Imperocchè si solleverà popolo contro popolo, e regno contro regno; e vi saranno delle pestilenze, e carestie, e terremoti in questa e in quella parte. Ma tutte queste cose sono il principio del dolore. Allora vi getteranno nella tribolazione e vi faranno morire; e sarete odiati da tutte le nazioni per causa del nome mio. E allora molti patiranno scandali, e l’uno tradirà l'altro, si odieranno l’un l’altro. E usciranno fuori molli falsi profeti, e sedurranno molta gente. E per essere soprabbondata la iniquità, raffredderassi la carità in molti. Ma chi persevererà sino alla fine, questi sarà salvo. E sarà predicato questo Vangelo del regno per tutta la terra, per testimonianza a tutte le nazioni, e allora verrà la fine. Quando adunque vedrete l’abbominazione della desolazione, predetta dal profeta Daniele, posta nel luogo santo (chi legge comprenda): Allora coloro che si troveranno nella Giudea, fuggano ai monti, e chi si troverà sopra il solaio, non iscenda per prendere qualche cosa di casa sua, e chi sarà al campo, non ritorni a pigliar la sua veste. Ma guai alle donne gravide o che avranno bambini al petto in quei giorni. Pregate perciò che non abbiate a fuggire di verno o in giorno di sabato. Imperocchè grande sarà allora la tribolazione, quale non fu dal principio del mondo sino a quest’oggi, nè mai sarà. E se non fossero accorciati quei giorni non sarebbe uomo restato salvo; ma saranno accorciati quei giorni in grazia degli eletti. Allora se alcuno vi dirà. Ecco qui, o ecco là il Cristo: non date retta. Imperocchè usciranno fuora dei falsi cristi e de’ falsi profeti, e faranno miracoli grandi e prodigi da fare che siano ingannati (se è possibile) gli stessi eletti. Ecco io ve l’ho predetto. Se dunque vi diranno: Ecco che egli è nel deserto: non vogliate movervi: Eccolo in fondo della casa, non date retta. Imperocchè siccome il lampo si parte dall’oriente, e si fa vedere sino all’occidente; così la venuta del Figliuolo dell’uomo. Dovunque sarà il corpo, quivi si raduneranno le aquile. Immediatamente poi dopo la tribolazione di quei giorni, si oscurerà il sole, e la luna non darà più la sua luce, e cadranno dal cielo le stelle, e le potestà de’ cieli saranno sommosse. Allora il segno del Figliuol dell’uomo comparirà nel cielo; e allora si batteranuo il petto tutte le tribù della terra e vedranno il Figliuol dell’uomo scendere sulle nubi del cielo con potestà e maestà grande, E manderà i suoi angeli, i quali con tromba a voce [p. 367 modifica] sonora raduneranno i suoi eletti dai quattro venti, da un’estremità dei cieli all’altra. Dalla pianta del fico imparate questa similitudine: quando il ramo di essa intenerisce, e spuntano le foglie, voi sapete che la state è vicina: così ancora, quando voi vedrete tutte queste cose, sappiate che egli è vicino alla porta. In verità io vi dico, non passerà questa generazione, che adempite non siano tutte queste cose. Il cielo e la terra passeranno: ma le mie parole non passeranno. Quanto poi a quel giorno e a quell’ora nessuno lo sa, nemmeno gli angeli del cielo, eccetto il solo Padre. E come (fu) ai tempi di Noè, così sarà ancora al venire del Figliuol dell’uomo. Imperocchè siccome nei giorni avanti al diluvio gli uomini se ne stavano mangiando e bevendo, sposando e dando a marito le donne, sino a quel giorno che Noè entrò nell’arca, e non si detter pensiero, fino a tanto che venne il diluvio, e uccise tutti; così sarà alla venuta del Figliuol dell’uomo. Allora due saranno in un campo: uno sarà preso, e l’altro abbandonato. Due donne saranno a macinare al mulino; una sarà presa, e l’altra abbandonata. Vegliate dunque perchè non sapete a che ora sia per venire il Signore vostro.

S. MATTEO, cap. 24.


Pensieri.


— Non resterà pietra su pietra che non sia diroccata. La frase evangelica mi suscita nell’animo pensieri solenni e gravi.... Io vedo tutto ciò che il mondo, non la bella creazione di Dio, ma quel complesso, quell’affastellamento di giudizi, di usi, di consuetudini che appunto Gesù designava sotto questo nome — io vedo tutto ciò che il mondo è venuto man mano ideando, imponendo intorno a sè, sovrapponendo a ciò che dovrebbe essere secondo la natura, secondo la grazia.... È una costruzione secolare che pare forte, inespugnabile, con la quale pare si debba venire, dal più al meno, a patti... E di questo edifizio di ipocrisia, di menzogna, di prepotenza mi pare che lo Spirito dica: non resterà pietra su pietra!

Io vedo il giusto oppresso e il malvagio inalzato; io vedo punito chi ama e proclama il vero e carezzato e adulato chi lo vela e lo calpesta per piacere altrui, per interesse, per passione; io vedo languire il virtuoso e fiorire il cattivo... è un’oppressione, un affanno, un dolore indicibile... il mondo schiaccia, il mondo impera e penetra dovunque, anche dove pare dovrebbe trovar l’accoglienza peggiore....

Ma lo Spirito mi dice nel cuore che di tutto questo cumolo di infamie e di bassezze, di apparenze e di vanità non resterà pietra su pietra... E la voce interiore che mi assicura di ciò, mi sostiene e mi stimola a continuare sulla via della virtù, della carità e del dovere....

Ma io che son così sicura nell’apprezzare e nel giudicare ciò che vedo intorno a me, sicura d’una sicurezza che non è frutto d’orgoglio, ma d’una grazia divina, io devo, io voglio scendere anche in me e indagare se questo mondo che aborro, che detesto non è entrato anche in me.

Io apro l’anima mia davanti al Signore, invoco la sua luce e mi accingo a questo esame di me stessa... esame solenne che si compie nel segreto, ma che avrà

conseguenze eterne.... Mio Dio, mio Dio... a un’indagine coscienziosa che rimane di buono nella mia anima, nella mia vita? Quanti moti nascosti, velati a tutti, a volte quasi a me stessa, guastano, corrodono quelle che sono le mie opere buone, la mia vita virtuosa, che mi attira, forse, la simpatia e la deferenza de’ miei fratelli!...

Quanti accenni di male in me! Quanti sentimenti di cui io mi vergogno, di cui io arrossisco, ma che ritrovo in me! Io cerco di rassicurarmi, di dire che non li voglio; ma dove sono io? In ciò che vuole o in ciò che non vuole?

Quel mondo che io detesto è entrato anche nel mio cuore, vi si è ficcato dentro ed io, prima che negli altri, in me gli devo muovere asprissima guerra.

Devo vigilare su questo fondo di male, che s’esplica sotto tutte le forme, non lasciarmi ingannare dalle parvenze seducenti che esso sa prendere.... devo sradicare, devo abbattere senza tregua, senza riposo... perchè lo spirito che mi dice che nulla del falso e del male potrà sussistere, ripete l’austera parola anche per me.

Ci sarebbe da disperare?

Io non mi dispero... anzi, dalla mia miseria io traggo nuovo e più forte argomento di fiducia e di amore. Io espongo a Dio l’anima mia e gli dico: Signore, guarda l’anima mia avviluppata dal male, fuorviata dallo spirito del mondo: il tuo sguardo la risani, la muti, la purifichi come i raggi caldi del sole purificano l’aria.... Signore, compi in me i misteri della tua misericordia, della tua grazia... io, Signore, io m’affido a Te! E Dio non manca, Dio viene, Dio lavora nello spirito.... Tante cose cadono in noi l’una dopo l’altra... le cose si svalutano, si scolorano, si sgretolano... non c’è più piacere nel mondo per noi e con i mondani non ci ritroviamo più... siam soli... quasi quasi si rivolge con desiderio lo sguardo a quelli che godono, che sono molti insieme....

Ma Dio sorregge l’anima fedele.... un mondo cade in noi e un altro ne sorge.... Quando il ramo di fico si fa tenero e spuntan le foglie, voi sapete vicina l’estate... Quando l’anima ha gustato una volta che vuol dire unione con Dio, e quali siano le austere, misteriose, magnifiche gioie dell’amore del vero e del buono sa che è vicina la vita, che la vita eterna, contro cui nulla possono gli uomini e il mondo, è cominciata in lei....

Non pensiamo, però, che queste fasi della vita spirituale siano qualche cosa di fisso, di definitivo: una prima vittoria su noi non è vittoria decisiva e, se noi ci si riposasse, sarebbe seguita da ben tristi disfatte. La vita spirituale è un continuo andare, un continuo umiliarsi, un continuo amare... non è placido riposo, è sforzo, anelito costante... è vita, e condizione ed effetto della vita è l’azione....

Sia dunque ciascuno di noi pronto ad operare, a lottare, a vigilare per vivere il più intensamente possibile la vita interiore, per renderla ognora più nobile, ognora più pura... sacra costruzione dello spirito che durerà per i secoli, anche dopo la morte.