Il buon cuore - Anno X, n. 23 - 3 giugno 1911/Beneficenza

Da Wikisource.
Beneficenza

../ ../Religione IncludiIntestazione 5 febbraio 2022 75% Da definire

Il buon cuore - Anno X, n. 23 - 3 giugno 1911 Religione

[p. 177 modifica]Beneficenza


Accademia Musicale all’Istituto dei Ciechi

Nei giorni 27 e 28 maggio ebbe luogo la consueta Accademia musicale estiva. Grande il concorso del pubblico nel primo giorno, più grande nel secondo. Nel primo giorno il Consiglio fu rappresentato dal Presidente cav. dottor Francesco Denti, e dall’ing. Radice Fossati; nel secondo giorno dal Consigliere nob. avvocato Decio Arrigoni. Nel primo giorno fra gli invitati erano pure presenti l’ex-Presidente avv. Benaglia Demetrio, e l’ex Consigliere avv. Lino Barbetta.

Il programma dei pezzi musicali fu assai variato: meritano di essere specialmente ricordati la cantata per il Cinquantenario della proclamazione del Regno d’Italia, composizione dell’allievo Romanelli Giacomo, per coro ed orchestra, di carattere marziale, in alcuni punti splendidamente riuscito; e il Nonetto, per nove istrumenti, composizione dell’allievo Balestrini Fausto, pieno di idee melodiche, bene armonizzate. Le allieve, oltre la cantata, nella quale l’allieva Robbiani si distinse con due a solo, eseguirono il coro di Pessard, Le porgitrici di fiori, un pezzo di squisita delicatezza, cantata con finezza inarrivabile. Se ne volle il bis.

Ecco le parole della cantata, della quale pure nel secondo giorno si volle il bis:

Nel Cinquantenario della proclamazione del Regno d’Italia.


Esultiam!... Lieto un grido a Torino
Di vittoria l’Italia mandò:
Della patria inneggiando al destino
Re d’Italia Vittorio acclamò.


Quante offese, ripulse, sconfitte,
Quante pene l’Italia soffrì!
Di sue genti divise ed afflitte
Il lamento ogni core ferì.


Di Novara la notte funesta
A Magenta il gran dì vendicò:
Da Marsala al Volturno ridesta
Garibaldi l’Italia infiammò.


Il gran voto di Dante compito
Di Cavour per la bocca si udì:
È l’Italia un sol popolo unito,
Dell’Italia il servaggio finì.


Lungi ancor dall’amplesso fraterno
La Laguna ed il Tevere stan:
Son venuti.... Oggi in vincolo eterno
Gli Italiani con Roma vivran.

L. V.


Finita la cantata, eseguita tra coro e orchestra, da più di ottanta parti, il Rettore lesse il seguente discorso:

«Una parola del Rettore nella solenne circostanza dell’Accademia è consuetudine antica: voi siete tanto gentili di desiderarla, ed io non la nego, pensando che essa può tornare di compiacenza a me che la dico, a voi che l’ascoltate.

«La mia parola si riassume in due frasi: ciò che l’Istituto fa per gli altri, ciò che gli altri fanno per l’Istituto.

«Voi vedete dinnanzi a voi una numerosa schiera di allievi e di allieve: è numerosa, eppure non rappresenta la metà degli allievi e delle allieve che compongono l’intera comunità. Si deve poi aggiungere la schiera dei bambini dell’asilo, e l’altra degli addetti al laboratorio Zirotti. Insieme riunite sono circa 230 persone.

«Ebbene, tutta questa famiglia, riceve qui vitto, vestito, istruzione, salubre e comodo alloggio in un [p. 178 modifica]cale, che per la sua ampiezza ed eleganza è chiamato una reggia. Il vantaggio di questa molteplice e generosa assistenza maggiormente si apprezza in due circostanze: nelle ammissioni e nelle partenze. Quando si è all’epoca delle ammissioni, quante raccomandazioni, quante preghiere, quante lagrime, perchè i giovinetti ciechi, le giovanette, vengano accettati! La miseria, il bisogno delle famiglie, il vantaggio dell’istruzione, fanno vivamente sentire il valore della beneficenza dell’Istituto. E nelle partenze definitive, quanti sono quelli che vorrebbero rimanere, o, dopo partiti, vorrebbero ritornare!

«Ma quanti mezzi sono necessari per esercitare per tutti questa beneficenza, esercitarla oggi, esercitarla domani; malgrado il rincarimento di tutti i generi alimentari della vita, l’aumento delle tasse, la speciale istruzione musicale, eccezionalmente costosa per l’acquisto e la manutenzione degli istrumenti, pel numero grande dei maestri: chi non resterà sorpreso nell’udire che la spesa ordinaria annuale dell’Istituto, è di poco minore di L. 300,000?

«Qual compiacenza quindi si prova quando si vede la cittadinanza interessarsi delle condizioni dell’Istituto, farlo oggetto delle sue cure e dei suoi aiuti, perchè, in corrispondenza ai molti bisogni, non venga meno il largo esercizio della sua beneficenza?

«È uno spettacolo gradito che si ripete ad ogni istante. È poco più di una settimana che nel giardino dell’Istituto si svolgeva la simpatica festa della ricerca delle ova. Centinaia, centinaia di bambini, accompagnati dai loro genitori, qui si raccoglievano, si divertivano, versando l’obolo di aiuto ai loro compagni, i bambini ciechi. Nette di spese, quasi cinque mila lire vennero raccolte in quel giorno.

«E l’instancabile Comitato protettore dell’asilo, si radunava l’altro giorno, e predisponeva tutte le misure per prepararsi onde a favore dello stesso asilo infantile riesca la fiera di beneficenza nel futuro mese di dicembre.

«Nè meno ricordato è l’Istituto, nelle pie disposizioni di legati e di elargizioni. Or son due mesi moriva il dottor chirurgo Achille Pecorara. Non avendo figli, fece suoi figli i ciechi, lasciando erede l’Istituto di una sostanza che è di poco inferiore alle lire duecento mila.

«Incoraggiato da questo aiuto del pubblico, il nuovo Consiglio, che saluto qui presente nei signori che lo compongono, penserà a tutte le più utili provvidenze: intanto ha già cominciato a togliere un grave inconveniente nella casa di villeggiatura a Binago, riparando alcuni locali del compartimento maschile, indifesi e minaccianti rovina.

«Un’opera che meriterà una speciale attenzione per favorirne un maggiore sviluppo è quella di un più largo patronato esterno, in tutte le forme nelle quali potrà essere esercitato.

«Provvedere affinchè i ciechi, compito il corso della loro istruzione, uscendo, possano trovare un modo dignitoso ed utile di rispondere ai bisogni della vita, è l’intento al quale devono essere volte le più vive sollecitudini del Consiglio e della Direzione; senza offendere il principio superiore che la beneficenza deve aiutare non sostituire l’opera della famiglia; e che la lotta contro le difficoltà della vita nobilita e fa grande l’uomo.

«Si festeggia quest’anno il cinquantenario della proclamazione del Regno d’Italia: l’Italia divisa da secoli divenne un sol popolo unito: possa il bene comune diventare beneficio speciale anche pei ciechi: possano i ciechi esclamare: quando l’Italia risorse siamo risorti anche noi.

«Associare l’animo dei ciechi alle vicende della vita nazionale, farli vivere della vita e delle aspirazioni comuni, porgendo ad essi, ed ai loro maestri, l’occasione di mostrare i progressi della distinta istruzione data e ricevuta, fu uno degli scopi che inspirarono la cantata poc’anzi eseguita.

«Termino con un ricordo personale:

«Vedete là quel ritratto, opera del distinto giovine pittore Laforet? Quel quadro ricorda a me un dolore, un grande dolore, la perdita di un amato fratello: io ho voluto che quel quadro, con una oblazione fatta all’Istituto, restasse come un ricordo di lui, che passò tutta la sua vita lavorando e beneficando, e restasse nel tempo stesso come un attestato del mio amore e un mio ringraziamento all’Istituto, per l’amore portatorni negli anni del mio lungo rettorato: quel quadro vuol ricordare due amori: l’amore che l’Istituto ha portato a me, l’amore che io ho portato, porto e porterò sempre all’Istituto!»

Finito il discorso, il Rettore annunciò il conferimento di alcuni premi ad allievi che coll’attuale anno scolastico abbandonano definitivamente l’Istituto.

Seguì poi un breve saggio di ginnastica degli allievi, sotto la guida del distinto maestro Alberti.

Come aggiunta alla serie dei quadri dei benefattori, sul palco figurava il ritratto del cav. Sigismondo Vitali, fratello del Rettore, opera, come fu detto nel discorso, del giovane pittore Laforet.

Per l’Asilo Convitto Luigi Vitali pei bambini ciechi


OBLAZIONI.

Signorina Elvira Maroni |||
 L. 100 —
Le Convittrici della Scuola Superiore di Borgomanero |||
   » 20 —
La famiglia Luraschi Pirano in memoria del compianto suo amministratore Alessandro Alfieri |||
   » 25 —
Signora Erminia Boldorini |||
   » 10 —

Per la festa delle ova di Pasqua

Offerte in denaro.

N. N. |||
 L. 10 —
Donna Emma Castellini |||
   » 5 —
I bambini Federico, Maria, Teresa Bazzi, offrendo i loro risparmi |||
 L. 30 —


Il libro più bello, più completo, più divertente che possiate regalare è l’Enciclopedia dei Ragazzi.