Il buon cuore - Anno X, n. 27 - 1º luglio 1911/Religione

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Vangelo della quarta domenica dopo Pentecoste


Testo del Vangelo.

Il Signore Gesù disse ai Farisei: Eravi un certo uomo ricco, il quale si vestiva di porpora e di bisso, e faceva ogni giorno sontuosi banchetti; ed eravi un certo mendico, per nome Lazzaro, il quale pieno di piaghe, giaceva alla porta di lui, bramoso di satollarsi dei minuzzoli che cadevano dalla mensa del ricco, e niuno gliene dava: ma i cani andavano a leccargli le sue piaghe. Ora avvenne che il mendico morì, e fu portato dagli angeli nel seno di Abramo. Morì anche il ricco, e fu sepolto nell’inferno. E alzando gli occhi suoi, essendo nei tormenti, vide da lungi Abramo, e Lazzaro nel suo seno, esclamò e disse: Padre Abramo, abbi misericordia di me, e manda Lazzaro che intinga la punta del suo dito nell’acqua per rinfrescare la mia lingua, imperocchè io sono tormentato in questa fiamma. Abramo gli disse: Figliuolo, ricordati che tu hai ricevuto del bene nella tua vita, e Lazzaro similmente del male: adesso egli è consolato, e tu sei tormentato. oltre tutto questo un grande abisso è posto tra noi e voi: onde chi vuol passare di qua a voi, nol può, nè da cotesto luogo tragitar fin qua. Egli gli disse: Io ti prego dunque, o padre, che tu lo mandi a casa di mio padre, imperocchè io ho cinque fratelli, perchè gli avverta di questo, acciocchè non vengano anch’essi in questo luogo di tormenti. E Abramo gli disse: Eglino hanno Mosè e i profeti: ascoltino quelli. Ma disse egli: No, Padre Abramo, ma se alcuno morto anderà ad essi faranno penitenza. Ed egli gli disse: Se non ascoltano Mosè e i profeti, nemmeno se risuscitasse uno da morte, non crederanno.

S. LUCA, Cap. 16.


Pensieri.

Oggi è la volta in cui il Vangelo ci ripresenta da meditare la nota parabola di Lazzaro e del ricco epulone.

Il mondo, che il racconto sacro dipinge, non è per nulla differente dal mondo nel quale viviamo: anche oggi, come allora, c’è chi gode e chi geme, chi si abbrutisce nei piaceri e chi piega e si sfibra per il soverchio lavoro; intorno alle case degli epuloni egoisti, raffinati, insultanti nel loro sfarzo, stanno i miseri che si strascinano nell’indigenza, che si consumano per sostenersi, che si abbeverano di pane e di dolore.

Venti secoli di cristianesimo non hanno ancora convertito il cuore di tutti i cristiani: pare sia come se non fosse stata promulgata per alcuni la divina legge dell’amore ai fratelli e che nulla comprendano dell’invito del Maestro di non attaccar l’animo alle ricchezze che rubano i ladri e la tignola devasta!

C’è da fremere quando si riflette che un principio di giustizia si comincia solo ad attuare ora, perchè le rivendicazioni umane s’avanzano compatte e minacciose. C’è un alto lagno contro la gente che lavora, che suda, che geme! Ma proviamo a metterci al loro posto, almeno idealmente, e poi rispondiamo a chi indirizzeremo i nostri lamenti.

Le poche eccezioni belle e generose non fanno che confermare la triste e cattiva realtà, che par frutto di barbara legge. Perchè la società entri nell’ordine, bisogna che ciò che è eccezione oggi sia regola domani.

Le cose non andran sempre così: il progresso sulla terra provvidenzialmente non s’arresta ed è mirabile cosa il vedere come strumenti della provvidenza siano, a volte, quelli che meno credono e meno son creduti di esserlo.

Le cose, dunque miglioreranno, ma intanto che questo miglioramento si va attuando con lentezza secolare, che conforto, che sostegno resta al povero che aborre dalla agiatezza se deve esser conquista di mali?

Che resta al giusto, al buono che, spesso, riesce meno del prepotente e del cattivo sclo perchè non vuoi menomare la sua giustizia e la sua bontà? I beni esteriori vengono meno e subiscono i capricci della fortuna, ma questo non basterebbe a trattenere dal far male, a far praticare il bene, quel bene che, a volte, costa strazio ineffabile.

È solo una visione profonda e religiosa dei fini dell’universo che può avere efficacia elevatrice e purificatrice sull’uomo.

I ragionamenti, le discussioni non valgono a convertire, a commuovere un cuore. Sono un aiuto, non l’essenziale. E se sulla terra non fossero apparsi che dei sapienti ragionatori, forse rumanità, in quanto a virtù e ad amore pratico, sarebbe avvolta in chissà quali tenebre!

Ma ci sono stati in tutti i secoli i santi, gli araldi dello spirito, gli eroi del bene, i veggenti ne’ cieli.... Essi hanno avuto per gli uomini la parola ardente che li ha conquistati perchè scaturiva dalla loro profondità interiore.... E quando essi tacciono si sente, si vede, si tocca con mano che l’umanità inaridisce, divien fiacca, inerte, disorientata, aflacendata per ombre vane....

Senza una voce potente che chiami a raccolta illanguidiscono e cadono anche tante minori, individuali energie; senza il conforto di un’anima sperimentata e sapiente tante volontà possono cadere; senza una luce che illumini le asperità della via, può facilmente smarrirsi da tanti la strada.... Senza pastore che fanno le pecorine d’un gregge?

Oh, che Dio mandi, moltiplichi i suoi pastori a ogni popolo, a ogni società, a ogni anima!

Che dietro ai sommi ogni minima creatura possa dare il suo frutto; portare la sua pietruzza perchè s’attuino i disegni divini!




Ricordatevi di comperare il 30.mo fascicolo dell’ENCICLOPEDIA DEI RAGAZZI che uscì nella scorsa settimana.