Il buon cuore - Anno XI, n. 37 - 14 settembre 1912/Religione

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Vangelo della domenica terza dopo la Decollazione



Testo del Vangelo.

Allora alzatosi un certo dottor della legge per tentarlo, gli disse: Maestro, che debbo io fare per possedere la vita eterna? Ma Egli rispose a lui: Che è quello che sta scritto nella legge? Come leggi tu? Quegli rispose, e disse: Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuor tuo, e con tutta l’anima tua, e con tutte le tue forze, e con tutto il tuo spirito, e il prossimo tuo come te stesso. E Gesù gli disse: Bene hai risposto: fa questo e vivrai. Ma quegli volendo giustificare se stesso, disse a Gesù: E chi è mio prossimo? E Gesù prese la parola e disse: Un uomo andava da Gerusalemme a Gerico, e diede negli assassini, i quali ancor lo spogliarono, e avendogli dato delle ferite se n’andarono, lasciandolo mezzo morto. Or avvenne che passò per l’istessa strada un sacerdote, il quale, vedutolo, passò oltre. Similmente anche un levita, arrivato vicino a quel luogo, e veduto colui tirò innanzi. Ma un Samaritano, che faceva il suo viaggio, giunse presso di lui, e vedutolo si mosse a compassione, e se gli accostò, fasciò le ferite di lui, spargendovi sopra olio e vino; messolo sul suo giumento, lo condusse all’albergo ed ebbe cura di esso. E il dì seguente tirò fuori due denari, e li diede all’oste e dissegli: Abbi cura di lui, tutto quello che spenderai di più, te lo restituirò al [p. 290 modifica]mio ritorno. Chi di questi tre ti pare egli essere stato prossimo per colui che incappò negli assassini? E quegli rispose: Colui che usò ad esso misericordia. E Gesù gli disse: Va e fa anche tu lo stesso.

S. LUCA, cap. 10.


Pensieri.

Il nostro amor proprio non si darà mai vinto: anche là dove più chiara suona la voce ed il comando divino esso troverà sempre modo e via per isfuggire al dolce impero, per alzare il proprio capo in faccia a Dio e ripetere l’antico e sempre nuovo grido di ribellione: «non serviam!» io non voglio servire come... gli altri.

Per vero nulla di più manifesto che la volontà ed il precetto divino nell’amor del prossimo. Quel giurisperito che desidera la vita eterna — desiderio universale, che soggioga ed inquieta ogni coscienza da qualunque parte si trovi o militi — chiede a Gesù che debba egli fare.... per avere da Cristo istesso una risposta che l’umilia, lo sgomina e l’abbatte nella sua superbia. Oh! egli — giurisperito colto, intelligente — avrebbe voluto non la legge comune, ma una via eccezionale, qualcosa di straordinario: sapeva benissimo la legge — tantochè alla domanda di Cristo risponde bene e prontamente — ma egli la credeva ottima per tutti, insufficiente per se. E quando Gesù — ingenuamente e sapientissimamente — gli ha ricordato i comuni generali rapporti di giustizia e carità con Dio, il prossimo, ecc., non anco vinto, il superbo legale riprende il sofisma e l’inutile domanda: Chi è il mio prossimo?!... Se tutti fossero stati intelligenti, dotti, distinti come lui, oh! egli avrebbe ben capito chi era il suo prossimo, ma possibile che dovesse a lui essere prossimo quella turba infinita di laceri, cenciosi, indigenti, ignoranti peccatori che s’accalcava ed affollavasi intorno a Cristo? Anzi non credeva forse lui di giovare a Cristo — ch’egli crede intelligente così da rivolgergli la domanda, col ricordargli che non era degno di lui, della sua dottrina, dei suoi miracoli, dei suoi sacrifici un tale prossimo, quei miserabili degni tutt’al più di servire, d’essere conculcati e sfruttati, pago al più di buttare un tozzo di pane all’esigenze del loro ventre

Cos’avrà provato quel signore che tanto s’accaldava innanzi alla pace maestosa, alla tranquillità solenne, alla figura divina di Gesù semplice.... umano?!...

Non certamente al legisperito Gesù ha voluto dare colla narrazione del pio Samaritano la spiegazione del concetto «prossimo»: ciò che sia e che cosa importi di doveri e responsabilità una tale parola Gesù ha visto più avanti assai e per me, per tutti ha voluto dirci e presentarci questa nuova conoscenza, nuova al nostro egoismo, alla nostra individualità, al nostro amor proprio.

La narrazione o parabola è commovente: ogni commento guasta: leggerla e sentire nel nostro cuore un rimescolio di nuovi buoni pensieri, un cozzo col passato, coll’antico, è una necessità.

Necessità che umilia leggendo che innanzi al ferito a morte — povero peccatore! recidivo! consuetudinario! — passa senza degnare d’uno sguardo, torcendo il capo per non essere disturbato nè dal lamento, nè dal sangue che cola dalle piaghe numerose, un.... sacerdote!... Come avrà sperato quel ferito in lui ch’avrà scorto da lontano avvicinarsi passo passo forse pregante, composto, col viso atteggiato a serenità, col sorriso sul labbro.... Come avrà sperato l’aiuto.... l’essere risollevato, l’aver lavate, ristorate le piaghe.... ricondotto a casa sua, nell’ovile sicuro dove avrebbe trovato pace.... sicurezza.... Oh! ministri del santuario, intorno a voi una intera società geme, tortura sotto le piaghe vergognose che l’ambiente, la suggestione, i cattivi hanno inflitte.... Lo spettacolo della società è straziante, è duro, è ripugnante. Il peccatore urta e stomaca: non passate, fermatevi, fermatevi là dove più forte è il dolore, più vergognosa la caduta, più ostinata e più dura la colpa. Vostra missione è il piangere, il pregare: è lo scendere dal cielo, dall’altare giù giù fino sulla terra, aiutare chi giace, chiudere ferite, sollevare coll’ala della fede, coll’esempio di vostre virtù e sacrifici chi vi dà un ben più doloroso spettacolo che non il viandante di Gerusalemme.

Passa il Levita: è il giovine che serve all’altare, che a Dio aspira, che di Dio s’è fatto porzione ed eredità.... Sono i mille, sono le tante che Dio hanno sentito più degli altri, che di lui si sono fatto una cura speciale, che si guarderebbero d’una mancanza ad una esterna forma di religione. Eppure — atrofizzati nei migliori sensi umani passano leggermente: a loro la fede resta un chiuso, resta un essere senza anima, una luce che non illumina, una carità che non riscalda, un’energia senza vita....

Perchè vi lamentate se il mondo, i cosidetti cattivi, gli avversari vi accusano e vi odiano? Non ne siete la causa? Non è la vostra mente settaria, gretta, piccina la vostra intolleranza con tutti e con tutto, che vi fa ripugnanti, impossibili ad essere avvicinati? Non urta il vostro contatto? Non è chiuso — ermeticamente — più che la vostra borsa il vostro cuore? Il vostro danaro, la vostra beneficenza è la pioggia che ristora, o non invece la goccia che irrita maggiormente? La vostra parola di conforto, di coraggio è voce blanda d’amore, di pace, di soavità che alletta o non invece l’aspra voce di chi castiga, riprende e abbatte? È la carità di Cristo che vi muove od il vostro io egoistico personale, che è infastidito, irritato da questo prossimo garrulo, irrequieto e noioso?!...

Vi passò il Samaritano: l’eretico, il mondano, colui che non ha fede, che è lontano da Dio e.... leggete le buone parole, studiate nel Vangelo le cure buone e sante... leggete e commovetevi!...

Era un viandante: dunque un poverino che ciò faceva costrettovi dai bisogni della vita, solo, non aveva aderenze, non era giovine, non era.... simpatico in una parola. Eppure là dove non si spinse il sacerdote, il levita, si chinò il.... pio Samaritano; si chinò l’uomo del cuore, l’uomo senza pregiudizi, l’uomo della carità a fatti, non a parole....

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Gesù ha chiesto al legisperito — quanti lo imitiamo! — chi gli pareva fosse stato prossimo per quel disgraziato. Rispose: «il Samaritano!».

Soggiunse Gesù a quel che sapeva la legge: «Va e tu fa lo stesso: avrai la vita eterna!». Grande promessa di Gesù ai lavoratori della carità e dell’amor del prossimo, ma ai nostri giorni, ai nostri religiosi, ai nostri.... risparmiamo l’enumerazione pericolosa, non sarebbe ingenuità la parola di Gesù?!

B. R.

Congresso Eucaristico di Vienna

(Note gentilmente favoriteci dal R.mo Mons. G. Polvara da Vienna)


La Pastorale del card. Arcivescovo di Vienna

per il ricevimento del Legato Pontificio.

Il card. Nagl ha pubblicato una lettera pastorale intorno all’accoglienza che Vienna deve fare al Legato pontificio, il signor Cardinale Van Rossum.

L’Arcivescovo di Vienna chiede che dai confini dell’Archidiocesi fino alla Chiesa di Santo Stefano vengano decorate le case e le vie attraverso le quali deve passare il Cardinale Legato, al quale, dice, si devono le stesse accoglienze che sarebbero fatte al Papa se venisse a Vienna.

L’arrivo del rappresentante pontificio, che avrà luogo il 10 settembre alle ore 15, dovrà essere salutato dal suono di tutte le campane di Vienna e dell’Archidiocesi.

Il Cardinale Legato sarà accompagnato alle ore 16,30, festosamente, dal Ring fino alla Chiesa di Santo Stefano, e le campane continueranno a suonare fin tanto che il Cardinale non sarà entrato nella Basilica.

La lettera prosegue poi enumerando varie disposizioni intorno alle quali si svolgerà il Congresso.

Il Consiglio Comunale di Vienna ha deciso di offrire un solenne ricevimento alla Rathaus al Legato Pontificio per salutarlo a nome della città. Ciò urta i nervi al mondo semita che già strilla sulle colonne della Neue Freie Presse con un articolo di fondo cui si stabilisce un parallelo fra le feste odierne e l’accoglienza fatta nel 1782 al papa Pio VI quando si recò sulle sponde del Danubio allo scopo di indurre Giuseppe II a recedere dalla sua politica forcaiola. Si possono immaginare i commenti del foglio del ghetto.

Esso non sa assorgere allo scopo del Congresso, e non scorge in esso che una parte esteriore.

Esso si augura che, come Pio VI non ottenne quello che voleva, così il Congresso non lasci dietro di sè risultati duraturi. Si comprende perfettamente questo atteggiamento dell’organo magno della loggia e del ghetto. Ciò che urta i nervi di questi miseri sedicenti liberi pensatori si è il vedere, che l’Imperatore, lo Stato e la città di Vienna ufficialmente rendono pubblico omaggio a Cristo nell’Eucaristia e al Legato Pontificio e noti sanno che richiamare un anacronismo storico del vecchio giuseppino, che nulla a che vedere colle feste odierne.

A dimostrare la mentalità di questi signori basta sapere che essi hanno omesso di parlare in proposito della visita fatta da tutti gli Arciduchi, ad eccezione dell’erede al trono, il quale allora era assente da Vienna, a mons, Finger, Vicario generale subito all’indomani dell’attentato di cui fu vittima, accampando futili pretesti.

Costoro non vogliono che sia detto, ma ad onta della loro potenza il mondo ufficiale e Vienna tutta, non sono con loro.

Il Congresso Eucaristico del 15 settembre, diverrà indubbiamente un avvenimento, la cui importanza sorpasserà ogni altro avvenimento de’ tempi nostri.

La parte che vi prenderà la Corte, le Autorità Governative e Comunali, la Società cattolica dà a questo Congresso una importanza particolarissima, che sorpasserà persino le grandiose feste, che avvennero in occasione del 6o.° anno di regno dell’imperatore Francesco Giuseppe.

Tutto ciò non può naturalmente andare molto a genio dei democratico-sociali (socialisti) i quali, nella loro stampa e sui loro giornali incominciano già una campagna attivissima contro il Congresso.

Fra le idee delle organizzazioni socialiste, vi è quella di inscenare in quei giorni, una uscita in massa di operai organizzati dalla Chiesa cattolica. È molto prevedibile che questa clamorosa contro-dimostrazione non uscirà dal campo delle ipotesi e dei desideri.

Per contrario le adesioni al Congresso crescono di giorno in giorno in modo da impressionare il Comitato locale, che dovrà pur trovare alloggio per tutti i congressisti.

Mentre al Congresso di Colonia vi furono 7000 aderenti, a Vienna ormai è certo che essi saranno ben 50.000. Si sta pensando ad ampliare tutti i locali del Congresso che sono insufficienti a contenere quelli che fino ad ora hanno aderito, e le richieste giungono di continuo. Sono già stati richiesti alle ferrovie austriache più di ioo treni speciali, e dagli Stati Uniti d’America partirà un grande transatlantico appositamente noleggiato per coloro che si recheranno a Vienna. Si calcola che al grande corteo prenderanno parte più di 100.000 persone.

Specialmente importante sarà la partecipazione dell’Episcopato di tutto il mondo: poíchè hanno già annunziata la loro venuta 150 fra Cardinali, Arcivescovi e Vescovi. Numerosissima sarà la rappresentanza della nobiltà, dell’alto clero, del mondo degli affari. Per i Vescovi vennero preparati gli alloggi nei monasteri di Vienna, e le case aristocratiche della capitale hanno messo a disposizione del Comitato i loro palazzi per i nobili degli altri paesi che si recheranno costà.

Più difficile era collocare le grandi masse dei congressisti, ed a ciò hanno pensato le organizzazioni cristiane sociali, coi locali delle scuole e sale ginnastiche e l’amministrazione militare ha posto a disposizione del Comitato stesso 50.000 letti. Tutto ciò gratuitamente. Per coloro che possono pagare, sono preparate 20.000 camere negli hotels e nelle case private!

Il Comitato delle dame viennesi pensò al collocamento delle signore che venissero al Congresso, [p. 292 modifica]distribuendole particolarmente nei monasteri femminili di Vienna.

Bisognava preoccuparsi anche della questione del vitto buono ed a buon mercato. E non era possibile risolvere la questione se non fosse intervenuta l’amministrazione militare, ponendo a disposizione del Comitato tutte le cucine da campagna disponibili.

Siccome il Congresso avviene nella stagione delle grandi dislocazioni, durante le quali le ferrovie devono potere disporre di tutto il loro materiale, così esse hanno già provveduto, perchè vengano messe a loro disposizione tutte le carrozze disponibili delle Società estere, con locomotive e personale sufficienti. Si calcola che passeranno la frontiera 5000 carrozzoni e 100 locomotive con un migliaio di impiegati, macchinisti e fuochisti.

Era anche necessario trovare il modo di riunire le diverse nazionalità, così che ciascuna di esse avesse un locale per fare le adunanze parziali (nelle adunanze plenarie si parlerà in tutte le lingue del mondo); ebbene, tutto si è potuto ormai preparare, e dodici chiese sono pronte per un completo arredamento.

L’Imperatore ha posto a disposizione del Cardinale Legato il suo treno particolare, che giungerà a Pontebba la sera dell’11 settembre, treno che accompagnerà il Cardinale fino a Vienna. Sua Eminenza sarà ricevuta da S. M. in udienza privata il 13 settembre. Sabato, 14 settembre, avrà luogo la processione, la cui parte principale verrà formata dal laicato cattolico, dalle associazioni, dalle corporazioni, dalle rappresentanze delle nazioni dell’Impero. Però una parte di dette rappresentanze formerà spalliera, poichè non vi sarebbe spazio sufficiente per tutti nel percorso da San Stefano alla Hof Burg. La seconda parte della processione sarà composta dal clero, dalle rappresentanze dei corpi pubblici e dalle federazioni studentesche.

Il corteo sarà chiuso dal Cardinale Legato e dalla Corte. Il Cardinale con il Santissimo Sacramento starà in una carrozza di gala appositamente costruita.

Il Cardinale celebrerà la Messa sotto il Burgtor, grandioso arco prospiciente il palazzo imperiale e l’altare sarà elevato in modo che tutti lo possano vedere. Dopo la Messa il Santissimo verrà portato nella Cappella Imperiale.

Il trentesimosettimo Congresso Eucaristico mondiale di Vienna (12-15 settembre 1912), deve essere sopratutto per Vienna e per l’Austria una impareggiabile rivista della sua popolazione cattolica. Per rendere ciò possibile, è dovere di ogni cattolico credente di prendervi parte personalmente appena le sue condizioni glielo permettano, e sopratutto i cattolici devono considerare qual dovere di coscienza di contribuire alla gloria di questo Congresso colla loro personale partecipazione. Tutti, senza distinzione d’età e di sesso, devono dirsi onorati di esser membro o partecipante di questa grandiosa manifestazione di fede cattolica, confessando così la propria venerazione al SS. Sacramento.

Inutile parlare della presenza del clero cattolico dai più alti prelati fino all’ultimo coadiutore del più remoto paesello fra i monti; vi saranno molte migliaia di sacerdoti da tutte le parti dell’Impero, ma sopratutto da Vienna e dalla bassa Austria. Parteciperanno al Congresso anche i sacerdoti di rito greco-cattolico, che hanno già annunciata la loro numerosa presenza.

L’unione dei tre riti cattolici rivelerà la concordia di tutto il clero cattolico, e quest’unione troverà pure la sua manifestazione fra i laici. Il venerando Imperatore medesimo (che già si dichiarò protettore del Congresso) sarà colla sua personale partecipazione un sublime esempio per tutti i laici cattolici. Già numerosi membri dell’augusta famiglia imperiale hanno seguito il suo esempio ed annunciato la loro partecipazione al Congresso, non solo, ma prendon parte in modo eminente ai lavori preparatori ed alla propaganda del Congresso, come lo fanno per esempio le Arciduchesse. Non meno di otto Arciduchesse stanno come protettrici a capo dei singoli Comitati di signore. La nobiltà cattolica dell’Impero sarà possibilmente tutta intera presente al Congresso, come già fin d’ora numerosi membri di essa prendono viva parte ai lavori del Congresso.

La borghesia cattolica di tutti i ceti non starà indietro nella festa mondiale in onore della SS. Eucaristia, provando così che l’attaccamento alla fede cattolica è vivo ancora nella borghesia. Dai successi finora constatati nei lavori preparatori si rileva con sicurezza che il ceto del commercio come quello degli impiegati ed insegnanti sarà rappresentato in gran numero al Congresso, come pure lo sarà quello degli operai cattolici e dei contadini così profondamente credenti.

Finalmente si spera sicuramente che anche il corpo degli Ufficiali austriaci, seguendo l’esempio dei loro colleghi di Spagna, sarà rappresentato in buon numero al Congresso. Sarà l’onore delle Società e delle Unioni cattoliche di prendervi parte in massa, perchè il Congresso Eucaristico mondiale deve divenire la gran festa di famiglia di tutta la Società cattolica dell’Austria, dovendo esse da questo Congresso riportare la convinzione di non essere che i membri di una grande famiglia, la Chiesa Cattolica, e da questa immagine di unione e concordia, attingere nuovo coraggio e nuova forza al fedele e costante lavoro per la protezione della loro S. Fede. Siccome a questa grande festa devono prendere parte i rappresentanti dì tutte le nazioni della nostra Patria, essa sarà nello stesso tempo la festa della fratellanza di tutte le nazionalità dell’Austria per mezzo dell’Eucaristia.

Già fin d’ora si può constatare il grande interesse che desta il Congresso non solo fra i figli della Chiesa, ma anche fra i suoi avversari, i quali ultimi volendo farlo considerare come una manifestazione politica, non fanno altro che accrescere l’interesse del medesimo Congresso.

La massa dei partecipanti verranno nei loro costumi nazionali; formeranno così un magnifico pittoresco quadro soprattutto nella grande processione Eucaristica.

I cattolici delle altre nazioni gareggiano coi cattolici dell’Austria per potervi assistere nel maggior numero possibile. Una grande adunanza di sacerdoti (tschechisch = Slavi) della Boemia sotto la presidenza del Cardinale Arcivescovo di Praga, ha deciso di aver [p. 293 modifica]cura che anche da parte dei cattolici (tschechisch) della Boemia vi sia numerosa concorrenza; così dalla Galizia, dalla Bucovina, dalla Polonia, ecc. Tutte le nazioni Ungheria, e a loro capo i maggiori, hanno promesso la loro partecipazione; dalla Croazia verranno più di quattromila uomini nei loro costumi nazionali; gli Ungheresi, specie la nobiltà dell’Ungheria, verrà pure in costume nazionale.

Tra pochi giorni Vienna ospiterà fra le sue mura popoli diversi, venuti a tributare solenne omaggio alla Divina Eucaristia pel Congresso Eucaristico. Vienna farà signorilmente gli onori di casa.

Già i pellegrinaggi sono sulle mosse, ed anche dalla nostra Milano non pochi religiosi e laici vi interverranno.

Vienna è degna di essere visitata. Vi sono in essa più di 50 chiese. Tra tutte vi primeggia la cattedrale dedicata a S. Stefano, immensa mole di architettura gotica, stata eretta da Enrico II l’anno 1144. Ma le vicende a cui Vienna soggiacque pei deplorevoli incendi del 1258, 1269, 1276 recarono tanti guasti alla chiesa, che per le riparazioni perdette alquanto della originaria sua forma, non rimanendo oggi del primo edificio che le due torri anteriori. In seguito la chiesa fu ampliata e vi si aggiunse nel 1326 la cappella della S. Croce, poi quella di S. Eligio, poi il coro e nel 1359 le due porte laterali.

Tuttavia la fondazione di S. Stefano si attribuisce al duca Rodolfo, che ai 16 marzo 1365 vi installava il Proposto e 24 canonici.

Nel 1514 la torre più alta fu percossa da un fulmine e poi scossa dal terremoto del 1590. Aggiustata di nuovo fu sovrapposta ad essa torre un globo sormontato dalla Croce, in memoria della liberazione di Vienna dai Turchi nel 1683. Nel 1699 sotto la gran Croce fu posto il grande orologio e nel 1701 fu fatto l’organo.

La cattedrale di Vienna è messa a pari per la sua solidità delle rinomate cattedrali di Strasburgo e di Colonia.

Il viaggiatore piacesi nell’ammirare le colossali dimensioni e l’ardita costruzione. La facciata è oltre ogni dire maestosa. È bellissimo l’effetto di luna nelle guglie nella notte serena.

La chiesa è a croce latina a tre navate.

La lettera del Papa al Congresso Eucaristico.

La lettera che il Papa ha indirizzato ai cattolici di tutto il mondo che interverranno al Congresso Internazionale Eucaristico di Vienna verrà letta prima dell’inizio dei lavori. Essa è in latino, ed è un documento consolante col quale il Papa si congratula ed esprime la sua compiacenza verso i cattolici. Tale lettera — della quale è stata autorizzata la traduzione in varie lingue — verrà letta la mattina dell’apertura del Congresso.

La partecipazione degli ufficiali.

La Danzers Armee Zeitung, rivista militare settimanale diretta da Carlo Danzer e dal generale di fanteria Carlo von Larg, reca un notevole articolo a proposito della partecipazione degli ufficiali al Congresso Eucaristico Internazionale.

L’autorevole e diffusa rivista osserva che sebbene, a differenza d’altri grandi Stati, l’Austria-Ungheria non riconosca una religione di Stato, si impone il fatto che la popolazione dell’Austria è cattolica per nove decimi, e per più di sei decimi è cattolica la popolazione d’Ungheria, e che quindi nella monarchia pensiero cattolico e pensiero religioso sono identici. L’avvenimento straordinario del Congresso non può venir considerato dal punto di vista ristretto di una sola considerazione. Il sentimento religioso si trova attualmente in rialzo, ed in rialzo possente. Esso non intacca minimamente la libertà dello spirito. È passato il tempo in cui tutto si credeva di poter spiegare colla natura; le aspirazioni religiose sono un fattore essenziale della vita. E professare apertamente la propria religione è tutt’altro che servilismo. Il socialismo può a sua posta dileggiare «gli ufficiali pellegrinanti»: se noi — prosegue l’articolo — «accogliamo l’invito al Congresso e partecipandovi sotto la direzione del nostro generale supremo e dell’intera Casa imperiale affermiamo altamente e liberamente che cosa siamo, non ci lasceremo minimamente smuovere da tale atto per gli attacchi velenosi dei nostri nemici».

Le mene degli avversari.

Una risposta che si fa attendere.

Proseguono febbrilmente i lavori del Congresso Eucaristico, mentre la stampa avversa lancia gli ultimi strali che fortunatamente non hanno presa. In uno dei passati giorni il giornale socialista Arbeiter Zeitung lanciava il «ballon d’essai» che un milionario ebreo avrebbe regalato al Comitato del Congresso Eucaristico mezzo milione di corone per avere non so quale onorificenza. La Reichspost rispose per le rime invitando il foglio socialista, che non è estraneo del tutto al mondo israelita, a fare il nome del famoso milionario ebreo. Sono passati parecchi giorni, ma il nome non è stato fatto, e non lo sarà neppure, per la semplice ragione che non esiste.

I socialisti possono dar prova del loro malumore, ma non scenderanno in piazza, perchè vi sarebbe modo di tenerli a dovere, prima di tutto; secondariamente, come mi faceva osservare un collega di parte liberale berlinese, poichè da trent’anni hanno fatto propaganda per acquistare il diritto di discendere in piazza, non vorranno negare questo diritto ai cattolici.

Quanto ai liberi pensatori, essi sono troppo pochi perchè si possa temerli, e sono troppo poco coraggiosi perchè si possa credere che si facciano avanti. Un solo timore sembra esistere per conto della polizia, timore non inerente al Congresso, e questo è dovuto al grande accentramento di anarchici venuti dal di fuori. Si teme appunto che qualcuno di essi possa essere mandatario di qualche mala azione. Si può essere sicuri però che la polizia prenderà tutte le misure che la gravità del momento impone.

È indubitabile che il Congresso Eucaristico [p. 294 modifica]Internazionale di Vienna ha assunto una grande importanza, che nessuno può seriamente pensare a sminuire.

La cronaca della preparazione del Congresso Eucaristico di Vienna registra in questi ultimi giorni un fatto commovente. Certa Maria Suc, una donnetta ottantenne, partiva da Pliskovica, in Slavonia, desiderosa di recarsi a Vienna a piedi per prender parte al Congresso Eucaristico e riportare quindi al suo Comune la benedizione del Legato papale.

Il denaro contante di cui la vecchietta poteva disporre era: due corone e quaranta centesimi. La suddetta arrivò fino a Murzzuschlag: qui però le forze le vennero meno e la poverina cadde affranta sulla pubblica via. Due conduttori viennesi, uomini probi invero, certi R. Fischer e G. Mleker, passando casualmente per quella strada trovarono la povera esaurita. Essi cercarono di rifocillarla, somministrandole del latte, finchè essa potè riaversi. I summenzionati conduttori l’accompagnarorio alla stazione e là, mediante l’intervento di alcuni viaggiatori pietosi, le procurarono il biglietto ferroviario per Vienna. Giunti in città condussero la vecchietta all’Istituto delle Suore del Divin Amore, dove fu accolta con grande deferenza e colmata d’attenzione. In quèsta Casa Maria Suc potrà rimanere fin dopo il Congresso.

Come si può ben immaginare la povera donna non avrà mezzi per procurarsi il biglietto di ritorno al suo paese. La Reichsposte, che ha dato questa notizia, apre una sottoscrizione per raggranellare quanto basti alla buona vecchietta per ritornare in patria dopo la partecipazione al Congresso.

i. Per comodità dei Signori congressisti verrà posta in Piazza S. Stefano una quantità di automobili che percorreranno il tratto andata-ritorno al luogo del convegno della «Rotunde»; si pagherà per la semplice andata 70 centesimi. Prevedendo la grande affluenza, si prega di acquistare presto i biglietti per le automobili, perchè va tenuto conto degli automobili disponibili.

2. Il 14 settembre avrà luogo nel salone della Società Musicale un grande concerto. Il prezzo dei biglietti per esso è di corone 15, 10, 8, 6, 4, 3, 2.

3. Dal 7 al 17 settembre compreso, pei Congressisti verrà messo a disposizione un Ufficio Erariale per Posta e Telegrafo: Vienna-S. Stefano, che porterà il titolo di Ufficio Imperiale di Posta e Telegrafo - Vienna Congresso Eucaristico. — Saranno però eccettuati i pacchi e le lettere raccomandate; tutto il resto: giornali, corrispondenze, ecc., si potranno spedire da questo Ufficio.

4. La Commissione Centrale del Congresso si occupa anche di fare delle fotografie, riproducendo riunioni che si venderanno a prezzi miti.

5. Al passaggio del Congresso Eucaristico verrà suonato il Te Deum.

6. Pel ricevimento alla Corte Imperiale del giorno 14 settembre, non si accetteranno domande per esservi ammessi, bensì verranno mandati gli inviti alle persone, che si crederà del caso dalla Commissione del Congresso.

7. I pellegrini per avere camere ed alloggio sono pregati di rivolgersi al Comitato delle abitazioni in Vienna, Wallneerstrasse, 8.

8. I sacerdoti che desiderano prender parte alla processione sono pregati ad annunciarsi al più presto possibile.

9. Agli ufficiali dell’Esercito e della Marina, ed agli impiegati di Stato verranno riservati posti speciali.