Il buon cuore - Anno XII, n. 12 - 22 marzo 1913/Religione

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Vangelo della Domenica, di Pasqua

Testo del Vangelo.

Maria stava fuori del monumento piangendo. Mentre però ella piangeva si affacciò al monumento. E vide, due angeli vestiti di bianco, a sedere uno a capo, l’altro ai piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le diúero: Donna, perchè piangi? Rispose loro: Perchè hanno portato via il mio Signore e non so dove l’han messo. E detto questo, si voltò indietro, e vide Gesù in piedi. Ma non conobbe che era Gesù. Gesù le disse: Donna, perchè piangi? Chi cerchi tu? Ella pensandosi che fosse il giardiniere, gli disse: Signore, se tu lo hai portato via, dimmi ove l’hai posto, e io lo prenderò. Le disse Gesù: Maria. Ella rivoltasi gli disse: Rabboni (che vuol dir Maestro). Le disse Gesù: Non mi toccare, perchè non sono ancora asceso al Padre mio, ma va a’ miei fratelli e loro dirai: Ascendo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro. Andò Maria Maddalena a raccontare a’ discepoli: Ho veduto il Signore e mi ha detto questo e questo. S. GIOVANNI, Cap. 21. [p. 93 modifica]

Pensieri.


Cristo è risorto! lo ha detto l’Angelo, lo ripetono le donne agli Apostoli che l’annunciano agli uomini che dalle gramaglie del Venerdì Santo si svegliano al grido: Alleluja! Cristo è risorto! e dietro a Lui sfila trionfante il vero, la virtù, la bellezza della fede, la rinata spe-

Come per Cristo, al Venerdì Santo segue la Pasqua di Risurrezione. Noi pure, se con lui avremo avuto parte nella passione e nei dolori, proveremo la gioia e la felicità della Risurrezione. Non altrimenti: non si arriva alla gloria se non per la via aspra della lotta dei sacrifici, delle abnegazioni. Cristo, che simile via conobbe, così ci ha insegnato: non ci è lecito fare diversamente.

GESÙ DISTACCATO DALLA CROCE.

ranza, un ardente carità. Cristo è risorto! un fremito nuovo di vita corre la terra, il cielo, penetra la società, pervade lo spirito umano. Cristo è risorto! fuggono l’avverse tenebre della ignoranza, le forze dell’errore, le tetre ombre del vizio, le piaghe e le ferite delle debolezze umane. Cristo è risorto! Alleluja!

E’ l’illusione e l’inganno più che secolari che fruga, travaglia e tormenta i piccoli spiriti, le bambine audacie e gl’imbelli desiderii dei mondani. Al solo seguace di Cristo, a chi solo con lui si sarà abbeverato al suo calice amaro è riservata l’onda piena, giuliva, festosa dí gloria e luce eterna. Ed allora amici? Allora ci bisogna il nostro Ve- [p. 94 modifica]nerdì Santo, giorno oscuro, nero, pesante: giorno di cui noi non dobbiamo contare nè l’ore nè i minuti, ma giorno che ci può precedere all’alba della vita e tramontare quando ci accoglie la tomba: giorno che può essere pesante, pesante, che può essere talvolta rischiarato da qualche raggio di gioia, che Dio può preparare per noi sempre nero, sempre denso di nubi gravide di minaccie e tempesta: giorno che dobbiamo vivere con Cristo, con lui morendo al mondo, dal mondo separandoci, dal mondo completamente divisi, anzi in contraddizione. Abbisogna morire alle passioni, al peccato, ai beni di quaggiù... Abbisogna godere delle lotte, delle abnegazioni dei sacrifici... Abbisogna la povertà colle sue inesorabili conseguenze... abbisogna l’amor delle privazioni, dell’umiltà, delle derisioni... abbisogna una vita addolorata, maltrattata, operosa, spirituale... A Cristo simili nel dolore, con Cristo prepareremo la risurrezione gloriosa, splendida, trionfale.

poi, al cominciar delle persecuzioni divennero il ritrovo segreto dei fedeli che vi si adunavano a pregare e ad ascoltare le predicazioni degli Apostoli. Allorchè gli studiosi del passato cominciarono ad esaminare questi luoghi singolari, ci trovarono dei dipinti sulle mura. Erano ritratti sotto i quali stavano scritti i nomi di Pietro, Paolo, Timoteo, Giusto. Ma ovunque, nelle catacombe, si scorgeva un

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E di questa risurrezione ha pur bisogno la società istessa, questa che si scaglia contro Gesù e la sua Chiesa in nome — da una parte — del pregiudizio scientifico, dall’altra in nome del pregiudizio morale. La scienza ha respinto la luce del dogma e precipita d’abisso in abisso — nel campo religioso — il popolo in nome delle proprie passioni, della libertà, di sua vita crocifigge Cristo. Ma il popolo desidera, sente Gesù, e saprà pur il popolo — in forza dei traviamenti istessi — trovare Gesù, quel Gesù che gli dona col progresso religioso il benessere civile e sociale... Non temete: udrà, come la Maddalena, la voce di Gesù, gli si butterà ai piedi tentando la stretta, nel mentre con voce di dolore e fiducia gli griderà risorto: Dio mio e mio Maestro! B. R.

La storia del ritratto di Cristo

Sotto le vie di Roma, nelle viscere della terra, si stendono lunghi corridoi, incavati nella roccia e aggirantesi come i cunicoli delle talpe. Sono le catacombe nelle cui pareti sono intagliate delle tombe rinchiudenti centinaia di martiri e di credenti nella fede di Cristo. Questi sotterranei furono fabbricati nei primi tempi del Cristianesimo per accogliervi i morti,

Ritratto di Cristo dipinto nelle catacombe.

ritratto senza iscrizione, un viso a tutti così famigliare che non v’era il bisogno di chiederne il nome: era quello di Cristo. Il fumo delle torce, l’umidità stillante dai muri, il lento lavorìo del tempo hanno offuscato queste antiche pitture, talchè appena si possono ormai distinguere; ma in ciascuna di esse si vedono precisamente le stesse linee che ci sono famigliari come i tratti del volto di Cristo. I Cristiani primitivi ravvisavano in quelle immagini il Salvatore, come noi lo ravvisiamo nei ritratti dipinti sui vetri delle cattedrali e sulle tele conservate nelle gallerie d’arti. La somiglianza fra questi e lé antiche immagini delle catacombe è evidente, nonostante il variare delle maniere dei diversi artisti. Il dipinto orignale si riteneva fatto da uno che aveva veduto in persona il Divin Maestro. Tertulliano e altri grandi Cristiani si opposero alla venerazione di queste immagini di Cristo, temendo che avessero a rincrudire le persecuzioni e consigliarono di adottare invece dei simboli. I Cristiani portarono allora degli anelli con incisa una colomba; più tardi si adottò come simbolo del Cristianesimo la Croce non ancora usata come tale, nè dipinta, nelle catacombe. Passarono dei secoli, venne la splendida età del Rinascimento nella quale, presto nelle diverse nazioni. ma in particolare nell’Italia, sorsero artisti [p. 95 modifica]d’insuperabile genialità. Le gallerie ed i musei di tutto il mondo si contendono ancor oggi magnifici quadri dei pittori di quell’epoca. Ma anche gli artisti del Rinascimento, non osarono creare un’immagine di Cristo secondo la loro

Cristo incoronato di spine, dipinto di Guido Reni

idea e il loro concetto. Anche Michelangelo, Leonardo da Vinci, Raffaello — genii sovrani che avrebbero potuto inventare il volto di Cristo — ritrassero Io stesso sembiante che gli artisti primitivi avevano scarabocchiato sulle mura delle catacombe,

Quel ritratto era stato disegnato da chi aveva

Ritratto di Cristo dipinto da Leonardo da Vinci.

veduto Cristo stesso. Esisteva prima dei Vangeli, secondo san Giovanni. Era accettato come autentico dagli apostoli. Si mantenne anche quando si diffusero altri segni e simboli. Nessun pittore osò alterarlo. Se mai vi fu ritratto universalmente ri

conosciuto dagli uomini, quest’è l’immagine di Cristo. La cristianità è divisa per nazioni e per confessioni. Ma presso tutte le chiese cristiane la figura di Cristo è la stessa.

In uno dei sepolcri delle catacombe furon trovati gli avanzi di un essere umano e una reliquia di vetro che era stata portata intorno al collo, e aveva posato sul petto della donna là sepolta. Quella reliquia mostra l’immagine di Cristo che vien subito riconosciuta e non potrebbe esser scambiata con nessun’altra. Sulla tomba era scritto: " Eutichia, felicissima fra le donne „.

Così è: in tutti i dipinti del mondo non c’è volto che venga subito riconosciuto da tutti, pur senza recar nome o scritta alcuna, al pari del sacro sembiante di Gesù di Nazaret, dipinto la prima volta sulle mura delle catacombe.