Il marito amante della moglie/Atto secondo/Scena seconda

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Atto secondo

Scena seconda

../Scena prima ../Scena terza IncludiIntestazione 11 aprile 2011 75% Teatro

Atto secondo - Scena prima Atto secondo - Scena terza

Maurizio e Beatrice.


Maurizio
Contessa Beatrice, son vostro servitore.
Beatrice
Buon dì, conte Maurizio.
Maurizio
Vengo, pien di rossore,
A domandarvi scusa.
Beatrice
Di che?
Maurizio
Di essere stato
Ier sera il più infelice, il più perseguitato
Dei vostri adoratori.
Beatrice
Ohimè!
Maurizio
Avevo già fatto
Il giro delle stanze per trovarvi. Ad un tratto
Vi scorgo nella sala da ballo: mi vedete,
Vi avviate al salotto, mi arridean le più liete
Speranze, vi seguivo a due passi, e alla porta
Una dama, una maschera, che si era forse accorta
Dell'armeggio, mi afferra pei panni, mi trattiene.
Cerco divincolarmi, non ci rïesco...
Beatrice
Ebbene,
Caro conte, credetelo, chi perde un'occasione:
Ha sempre un grave torto, anche quando ha ragione.
Perdeste assai ier sera, e irremissibilmente.
O fosse il vostro spirito, o fosse il prepotente
Amor che vantavate, o fosse perchè io stessa
Da più giorni ero triste, inquieta, perplessa,
Quasi inferma, ier sera ero pressochè in via
Di commettere qualche mezza... corbelleria.
Dico mezza per modo di dir, ma in verità
Vi consiglio d'intendere metà della metà.
Era forse capriccio, in mancanza d'amore,
Ma insomma col ventaglio cadeva un po' di cuore.
Non l'avete raccolto, e avete fatto male
Per voi, perchè stamane mi sento così eguale,
Così calma, così gaia, così padrona
Di me, che la mia stessa vanità vi perdona.
Maurizio
Accetto rassegnato la mia immensa sventura.
Beatrice
Vi rassegnate presto.
Maurizio
Contessa, avrei paura
Di offendervi.
Beatrice
Badate, non è civetteria
Ma il rispetto può stare colla galanteria.
La grazia che or vi tolgo ve l'avea consentita,
È cortesia dolersi dell'averla smarrita.
Maurizio
Se me ne dolga e quanto, lo sa il mio cor, contessa!
Ma se non me lo aveste sentenziato voi stessa,
Sarei venuto a chiedervi io stesso il mio congedo.
Beatrice
Mi siete alquanto in collera, e lo mostrate, credo.
Maurizio
Al contrario. Ed in prova vi prego caldamente
Di accordarmi una grazia.
Beatrice
Dite. Sono clemente.
Maurizio
Un mio diletto amico ambisce l'alto onore
Di essere ammesso al vostro cospetto.
Beatrice
Di gran cuore.
Maurizio
Si chiama...
Beatrice
Mi direte il nome in sua presenza.
Vi è amico, e basta.
Maurizio
Grazie di tanta confidenza.
Beatrice
Quando vorrete...
Maurizio
Subito... È dissotto che aspetta..
Beatrice
Ehi di là! Lo vedete, non bado all'etichetta.
(al servo )
Scendete e troverete dabbasso un cavaliere:
Pregatelo che salga
(il servo s'inchina ed esce)
Maurizio
Ma...
Beatrice
Conte, mio dovere.
Maurizio
Lasciate che vi dica di lui...
Beatrice
Non vi ho concesso
Quanto chiedeste?
Maurizio
È vero: ma il mio amico è lo stesso
Che ieri vi raccolse il ventaglio.
Beatrice
Che! E siete
Voi che me lo portate in casa?
Maurizio
Oh, non temete,
Egli non vi conosce.
Beatrice
No?
Maurizio
Non ha penetrato
Il velo della maschera.
Beatrice
No?
Maurizio
Me l'ha assicurato
Egli stesso.
Beatrice
Così ne siete certo?
Maurizio
Certo.
Beatrice
Oh allora...
(fra sè)
Strano!
(forte)
E ditemi un po', come ha scoperto
Che io sono al mondo?
Maurizio
Tutti della più bella dama
Di una città conoscono nome e beltà per fama.
Ei pur di vostre grazie cadrà tosto invaghito.
Beatrice
Voi me lo dite?
Servo
(annunziando)
Il conte Gino di Monfiorito.