L'amor coniugale e le poesie d'argomento affine/Poesie d'argomento affine/IV/XIII

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XIII. Alla moglie Adriana

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XIII

ALLA MOGLIE ADRIANA


Moglie, delizia del vecchio sposo,
del casto talamo fede ed amore,
un’età verde m’è la vecchiezza
per te, né albergo senil pensiero:
supero vecchio la vecchia età,5
canuto celebro giovani amori.
Come se tornino gli ardori antichi
e sia tu il palpito del primo amore,
o del primo impeto l’angoscia fiera,
voglio riaccendere le antiche fiamme.10

Quale nel florido giardin la rosa
che i rossi petali non schiude ancora,

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ma i rossi petali quasi dischiude
la rara pompa d’aprir cercando,
sul ramo lieto bella rifulge:15
tale purpurea le gote e il viso
come chi il tenero non brama ancora
sposo, ma pure sta per bramarlo,
cui dedicare tra i molli baci
il fior virgineo del suo pudore,20
tu nel tuo vedovo letto desiosa
bimba splendevi per me, l’amore
primo spirando dalle pupille,
spargendo aromi dal caro seno
delle tre Grazie la gentilezza,25
lieto di Venere l’almo splendore.

Quale nel fulgido viso risplende
quella cui portano i bianchi cigni,
se pettinatasi la liscia chioma
s’accosta al talamo e nuovi amori30
e nuovi suscita d’amor desii;
olezza tutto presso il suo crine
tutto risplende presso il suo viso:
tale dovunque movessi il piede,
o gli occhi fulgidi volgessi, o cara,35
dovunque il viso tuo rispecchiassi,
spiravi i ciprii soavi odori
stillavi il sirio tuo buon profumo,
tutta d’ambrosia l’aura odorando.

Quale dal croceo letto sorgendo40
l’Aurora l’ombre fuga al mattino,
quando portando la luce e il giorno
irrora teneri benigna i fiori,
sparge di varii color la terra,
i prati ridono, gli uccelli cantano,45

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le fonti mormorano e i ramoscelli:
tale dal talamo chiamata, quando
ai molli tìasi ne vieni e canti,
scacci tristezze, timor, dolori,
litigi, strepiti, tumulti torbidi,50
e di quïete gli animi irrori,
di giochi e gaudii, gioie e piaceri,
scherzi e sollazzi, candida pace,
spargi le veneri, spargi gli amori:
tutto sorride, l’aria tu schiari,55
e sia che un giovane ti veda o un vecchio,
matura vergine, o una fanciulla
tutti già t’augurano un buon marito
dal ciel ti pregano nozze felici.

Allor, qual suole tenue favilla60
un picciol ardere fuoco e repente
in fiamme crescere, ch’arida legna
presto divorano che alcun vi aggiunga,
tale in me tenue favilla un lieve
fuoco d’amore poser due occhi65
neri e mi corse al cuor profondo.
M’ardeva il roseo fulgor del viso,
m’ardeva il niveo candor del viso,
m’ardea la chioma, mirrei capelli,
m’ardean i turgidi nascosti seni:70
correndo amore di qua e di là,
per le sue guance, per le sue mani
e per il candido collo e la fronte
e per i candidi denti e pel seno,
già non piú amore, ma fuoco e fiamma75
che la vecchiaia riscalda ancora.