L'uomo delinquente/Parte quinta/II

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Capitolo II. Analogia dell’epilessia colla criminalità

L'uomo delinquente/Parte quinta/I L'uomo delinquente/Parte quinta/III IncludiIntestazione 12 maggio 2012 75% Criminologia

Capitolo II. Analogia dell’epilessia colla criminalità
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1. Statistica, cause. — 2. Caratteri somatici biologici. — 3. Sensi, sensibilità — 4. Psicologia — 5. Tendenze caratteristiche


1. È in questo concetto lato che noi consideriamo l’epilessia aver stretto rapporto colla criminalità ed è per questa varietà e tenuità di forme che l’epilessia può assumere che ci si può obiettare come molti rei e pazzi morali non accusarono mai epilessia. Gli è che molte volte l’accesso epilettico o non è avvertito quando compare oppure non avvenne che in un’epoca lontana e non è ricordato e riconosciuto come tale; quindi s comprende come questa fenomeni sfuggano facilmente all’investigazione medica. Tanto più che è quasi costante carattere dell’epilessia criminosa psichica di non presentare che eccezionalmente accessi epilettici convulsivi, ma piuttosto vertigini o solo accessi notturni che appena si avvertono per la perdita involontaria dell’urina o per morsicature alla lingua. La stretta parentela fra criminalità ed epilessia è rivelata ancora dalle statistiche e dall’esame minuto dell’epilettico dalle quali la parentela fra epilessia, follia morale e delinquenza sorge così palese che il fatto ci sorprende come prima di noi non fosse stata avvertita.
Statistica. Distribuzione geografica, Sesso, Età. — Gli studi di Sommer e Knecht, di Marro e di Virgilio, dimostrano che gli epilettici sono nel carcere in proporzione 10 volte superiore che i normali. Lo stesso nota Broadmoré delle prigioni americane. Richter e Samt, su 190 delinquenti pazzi, ne trovano 30 epilettici, ma notisi, come ben osservano essi stessi, quando si parla di epilessia nelle carceri, non si intende che la convulsiva. Il Rossi nella sua Centuria di criminali, trovò su 40 criminali esaminati individualmente, 16 volte l’epilessia. Il Tonnini su 55 epilettici ne trovò il omicidi, 2 incendiari, 3 ladri, 1 stupratore, 3 suicidi: totale 35%. La bella statistica dell’epilessia in Italia del Morselli, ci dimostra una singolare analogia nella distribuzione delle varie regioni, fra l’epilessia e l’omicidio, fra l’epilessia e la follia morale. Infatti l’epilessia fu detta malattia dei bambini ed è anzi da notare la grande analogia fra gli accessi d’ira furibonda dei bambini e dei selvaggi e quelli dell’iraconda morbosa degli epilettici, che dimostra anche per questo riguardo, la rispondenza del reo nato con quanto accade fisiologicamente nel bambino e nel selvaggio. Una lieve recrudescenza si ha anche nell’età critica, secondo Griesinger, per un esacerbarsi dello stato epilettico latente, e questo spiega i casi di crimini feroci commessi da individui maturi, prima onesti, che però soffrivano vertigini, come Garayo, Saccamentecas, ecc. Un’altra analogia tra epilessia e criminalità fornita dalla statistica, venne trovata dal Roricoroni, nel fatto che in entrambe prevale il sesso maschile. Il Tonnini calcola 4 maschi per una femmina epilettica così presso a poco come nei criminali.
Cause. — Colpisce anche l’analogia delle cause non congenite dell’epilessia che coincidono con quelle della criminalità L’alcoolismo in prima linea, i traumi, le meningiti, gli osteomi, gli esantemi. Lo avevo già fatto notare nel mio Archivio (voi. UI), appoggiano su osservazioni mie e di Stahl, Azam, Lasegue, Flesch, Morel, Mesnet, Arrell, quanto spesso individui sani, dopo traumi alla testa cadono in istato di irascibilità subitanea, si danno al furto, ecc. Questi casi segnati si ripetono esattamente nei criminali; così è di casi di follia morale prodotti da meningiti o tifoidee. Ricordiamo a questo proposito che Flesch trovò 50% di meningiti, e come l’abbiano presentata i più celebri criminali.
Eredità. — Altre analogie ci mostra l’eredità, poiché quasi la stessa percentuale troviamo di eredità da epilettici fra i rei che fra gli epilettici. Knecht su 400 criminali trovò 60 con parenti epilettici. Maggiore ancora è la simiglianza per l’eredità da al000lismo Marro notò l’alcoolismo in 10% dei padri e 2,1% delle madri di criminali. Voisin su 2,95 parenti epilettici ne trovò 12 affetti da alcoolismo cronico.

2. Statura e peso. — Maggiori analogie ci presenta l’esame diretto sistematico dell’epilettico. Gli epilettici non sono per statura e peso di molto inferiori alla media, anzi ve n’ha una media di 1/3 superiori. Su 410 epilettici fornitimi da Cividalli, Adriani, Albertotti, Virgilio e Herpin, trovo:

106 inferiori alla media nella statura. 102 superiori alla media nella statura. 202 di media statura. Offrivano una buona nutrizione su 296 circa 262. Offrivano una cattiva nutrizione su 266 circa 34.

Questo fatto che un certo numero di epilettici, così come di rei e di pazzi morali, presenta statura e peso superiore alla media ed una buona nutrizione, malgrado siano affetti da cronica e congenita malattia, coincide colla sclerosi ossea, che è ca±attere di ambedue.
Cranio. Cervello. Cervelletto. — Tanto nei criminali come negli epilettici si nota la quasi generale coincidenza delle anomalie craniche e meningee. Amadei nota nei crani degli epilettici e degli assassini (Archivio di Psichiatria, 1883), le stesse capacità craniche, la stessa superiorità di peso, la maggiore robustezza delle ossa, la forma spesso poliedrica e assi metrica del cranio, il volume grande degli zigomi e mandibole anche nelle femmine. Da uno studio del Peli (Arch. di malattie nervose, Milano, 1887) appare che il cranio degli epilettici offre il massimo della sclerosi in rapporto alla cubatura, come noi vedemmo nei criminali. Il Peli trovò osteosclerosi cranica nel 5O% degli epilettici, nel 25% dei pazzi. Si aggiunga la frequenza delle mandibole e zigomi voluminosi, dell'esagerazione degli indici e della fossetta occipitale mediana, carattere quest’ultimo che sfuggiva all’acume dell’Amadei e che trovasi così sovente nei pazzi morali e nei rei. In 92 crani del mio e dei musei di Tamburini e Morselli io trovai il 16% di fossetta occip. med., proporzione analoga a quella dei rei. Mingazzini ne avrebbe trovata anzi una maggiore (Arch. cli Psichiatria VIII, I, 1887), fino al 38%; più si trovò:


%
Sutura metopica 18,2
Incisura nasale 30,4
Sinostosi precoce 30,9
Fossa canina 23,7
Lamelle pterigoide ipertrofiche 2,7


Poche invece sono le differenze, cioè: la minore ricchezza negli epilettici di ossa vormiensi, la minor frequenza di sinostosi dell’atlante e di microcefalia dei seni frontali (secondo Mingazzin). In quanto ai caratteri anatomopatologici il peso del cervello Tonnini lo trovò minore negli epilettici (48) che nei pazzi (48), come 1206 a 1286. La differenza in meno era più spiccata nell’uomo che nella donna. Secondo poche ma preziose informazioni del Severi (Arch. Psichiatria VII), gli epilettici avrebbero, in confronto ai sani, il massimo volume cerebellare, offrendo la cavità cranica cerebrale il volume di 158 cc.; e poi verrebbero i pazzi 155, ed i rei 146, ultimi i sani 142; ciò coincide col maggiore volume e peso del cervelletto constatato nei criminali, specie al Varaglia e Silva.
Anomalie istologici della corteccia cerebrale. — Assai importanti e Concludenti le anomalie istologiche scoperte daI Roncoroni nel cervello dei criminali e degli epilettici nella corteccia cerebrale della regione frontale, di cui parlammo a proposito del tipo del delinquente ma la cui importanza è così grande che devo ripetermi. Nei normali gli strati della corteccia nella regione frontale sono così disposti: 1° strato molecolare; 2° strato superficiale delle piccole cellule;. 3° strato delle piccole cellule piramidali; 4° strato delle grandi cellule piramidali 5° strato profondo di piccole cellule nervose o strato granulare profondo; 60 strato delle cellule polimorfe. Negli animali (macaco, cani, conigli, cavie, buoi, galline) lo strato superficiale manca spesso, e il profondo non esiste, salvo nella scimmia, dove è alquanto evidente. Nei delinquenti-nati e negli epilettici lo strato granulare profondo spesso manca od è assai ridotto. Questa anomalia si può considerare patognomonica degli epilettici, poiché su 25 epilettici Roncoroni la trovò mancante in 7 e rudimentale in 14. Invece nei casi di epilessia acquisita, di delinquenza per passione, di pazzia, lo strato granulare profondo è normale. Il tipo delle cellule nei rei-nati ed epilettici offre una preponderanza delle grandi cellule piramidali o polimorfe, mentre nel normale prevalgono le cellule piccole triangolari, stellate. Anche è meno regolare il passaggio dalle piccole cellule superficiali (strato granulare superficiale) alle grandi cellule piramidali per mezzo di piccole cellule piramidali;. si passa bruscamente dalle piccole cellule superficiali alle grandi cellule piramidali. Il numero delle cellule nervose è spiccatamente inferiore al normale. Mentre nella sostanza bianca del cervello dei normali le cellule nervose sono scarsissime o mancano, invece negli epilettici e nei rei-nati sono molto più numerose.
Fisonomia. Nella fisionomia si ritrova in proporzione del 26,9% dei maschi e 25,8% delle femmine quella riunione ed aggruppa0 dei caratteri degenerati fino a 5 a 6 a 7 Insieme che chiamammo tipo criminale Nel 9,5 e nel 10,3 delle femmine noi trovammo la riunione cli 4 o 5 caratteri che noi chiamammo mezzo tipo (V. fig. 26). Altre anomalie Ottolenghi e Carrara (Gior. della Regia Accad. di Medic. di Torino, 1892) notarono una percentuale di piede presente negli epilettici quasi uguale a quella dei delinque Cioè nel 41,2% degli epilettici nel 32% dei criminali nel 42% delle prostitute, nel 24 % delle donne criminali, nell’11% degli uomini, normali e nel 28% delle donne normali.
Anomalie degenerative — Si aggiunge a questo una serie singolare di anomalie degenerai per lo più atavistiche, quali la sindaetilia 14%; le mammelle e il ghiande conico negli uomini 3%; l’albinismo 6%; la scoliosi vertebrale 25%, associata a deformazione toracica 61%. Tonnini e Cividall trovarono altre sì nella proporzione del 25% 0 30% la grande apertura, superiore alla statura solo dell’8,8% al 9% inferiore. Per le asimmetrie facciali, come per la plagiocefalia, gli epilettici (66%) sono di gran lunga superiori ai pazzi (26%). Gli epilettici dei due sessi poi sono molto vicini fra di loro nella cifra elevata della asimmetria. In complesso gli epilettici hanno sui pazzi grande superiorità nei caratteri anatomici degenerativi, nei quali i primi stanno al secondo come 21 a 9.

3. Sensi. — Importante è l’altro fatto della frequente ottusità tattile. Sopra 35 studiati da me e dal dott. Albertotti:

6 soli avevano sensibilità tattile normale. 8 avevano sensibilità Vattile di 4 e 5 mm., ossia assai ottusa. 8 avevano sensibilità tattile di 3 mm., ossia ottusa. In un caso si arrivava a 12,1 a sinistra, 6,8 a destra.

Tonnini trova che l’ottusità sensoria, tattile, si verifica con maggiore frequenza negli epilettici che nei pazzi. Negli epilettici è scarsa la sensibilità topografica, così pure la termica, la banca e la muscolare. Nella sensibilità dolorifica e generale, studiata coll’algometro elettrico, l’epilettico presenta ottusità superiore all’alienato. Secondo i dati raccolti col faradiometro dal Roncoroni e Aibertotti in centesimi di volt si avrebbe:


Colti D. Colti S. Infermieri D. Infermieri S. Pazzi D. Pazzi S. Epilettici D. Epilettici D. Pazzi mor. D. Pazzi mor. S.
Uomini (sensi gener.) 3,52 3,63 7,91 8,24 11,9 12,5 34,2 33,5 17,0 20
Donne (sensi gener.) 3,96 4,11 8,0 7,96 10,6 10,9 14,2 12,7 11,0
Uomini (sensi dolor.) 46,4 46,6 42,3 46,3 52,8 54,4 63,0 59,2 80,0 80,0
Donne (sensi dolor.) 39,0 40,0 39,6 43,1 41,6 42,4 47,5 45,5 42,5 40,5


Acuità acustica. — Venturi (Arch. di Psichiatria, vol. VII, fasc. IV) trova negli epilettici maschi un’acuità acustica inferiore ai normali, come il 21 a 100 a destra, 25 a 100 a sinistra: e nelle femmine come 60 a 100 a destra. 47 a 100 a sinistra. Anomalie visive. — Holmgren calcolava di là il 55% di daltonici fra gli epilettici. Seppilli ha trovato la discromatopsia in 21%. Cividalli nel 44%, superiore a quella dei criminali.
Anomalie del campo visivo. — In 15 su 18 epilettici studiati fuori dell’accesso, Ottolenghi trovò linfitto il campo visivo in uno, la linea perimetrica spezzata, quindi molto irregolare la periferia del campo in quasi tutti. Il Parisott in 37 su 42, tanto che cogli Studi ulteriori questi scotomi periferici sono diventati dell’epilettico.
Mancinismo e agilità. - Tonini trovò negli epilettici 2O% mancinismo; in 12% ambidestrismo cifre che se non raggjung00 quelle dei criminali Sono assai superiori a quelle dei normali. Sopra 58 casi ne trovai 9 di straordinaria agilità. Riflessi tendinei — Cividalli li trovò esagerati nel 40%, Roncoroni su 50 li trova in 2 aboliti in 3 molto diminuiti.
Lateralità — io trovai una sensibilità tattile maggiore a Sinistra del 43%, in alcuni casi giungendo a 12 mm. di differenza. La prevalenza quasi sempre de1l’ottust a destra mentre la Plagiocefali cranica prevale a sinistra confermerebbe l’antagonio già da noi notato collo sviluppo dell’emisfero Infatti Sopra 21 plagiocefi grandi del cranio, 13 prevalevansi a destra. Questa lateralità genera certo più spiccata che nei pazzi morali, fa finalmente Supporre al Tonnini che Una delle cause della epilessia stia nella esagera sproporzioni fra i due emisferi, sproporzione che poi abbiamo trovata, benché in minor grado, in quasi tutti i criminali.

4. Psicosi — Ma è soprattutto lo studio psicologico degli epilettici che ne rivela la Completa identità coi criminali e coi pazzi morali. La prima prova è data dalla psicometria. Il Tanzi, che intraprese le ricerche in proposito, trovò un ritardo nella equazione personale come 3:2; o più precisamente come 200:100 con oscillazione media 0,024 a 0,011. Altrettanto ritrovarono Algeri e Tonnini. Se ora noi veniamo allo studio psicologico propriamente detto, noi constatiamo che solo gli epilettici possono abbracciare, come i folli morali e i criminali sotto una forma clinica uguale, una divergenza intellettuale enorme che dal genio va fino alla imbecillità. E notisi che il contrasto tra la demenza, il genio e la mente sana, che si nota nei vari individui, non di rado si trova qui nello stesso individuo alla distanza di pochi giorni o anche di poche ore, cosicché un uomo disfrasico, amnesico, abulico, incapace di formular un pensiero anche infantile, può, a breve distanza, creare dei concetti originali o ragionare limpidamente. Nel sentimento è pure spiccata in essi la contraddizione, e l’eccessività. Tonnini ne osservò uno che si credeva per un momento Napoleone e altre volte leccava la terra come l’ultimo degli schiavi. «Essi hanno, dice Krafft-Ebing, una emotività enorme, volta a volta timidi ed esaltati, incapaci di lealtà, tiranni domestici ». « Diffidenti, intolleranti (scrive Legrand du Saule, Epilepsie, 1880), un gesto, uno sguardo, basta per renderli collerici ». «Anche gli epilettici sani di mente, in apparenza (scrive Voisin) possono commettere in certi momenti atti irresistibili per rancori, ecc., per le sensazioni troppo vive che falsarono il loro giudizio e impedirono loro di apprezzare giustamente gli atti e le parole ». « L’epilessia guasta il carattere, producendo perdita di senso morale, irritabilità; guasta l’intelligenza, producendo indebolimento mentale, stupore, e provoca depressioni morbosità anzi allucinazioni L’anestesia che hanno nei loro sensi (dice Thornson) la portano anche nel cuore ». Gli epilettici sono anche quelli che commetto no maggiori misfatti nelle carceri. Sopra 44 punizioni inflitte nelle prigioni di Torino dal 1881 al 1884, 21 hanno colpito degli epilettici che erano solo in numero di 17, mentre sugli altri 348 non si ebbero che 23 punizioni.
Relgiosità — Essi presentano lo stesso genere di religiosità che abbiamo visto nei criminali. « Bigotti con Dio per la lingua (scrive di essi il Fischer), essi hanno il pugnale nel cuore ». Io ne ho conosciuto uno che uccidendo sua moglie e sua suocera credeva di eseguire gli ordini del suo santo protettore Un altro si nascondeva nelle chiese temendo che fuori di là il diavolo lo portasse via.
Associazioni — Fra i ricoverati nei manicomi gli epilettici Sono i Soli che abbiano come i criminali tendenza a cercarsi, ad associarsi. Essi cospirano non solo cogli altri epilettici ma anche coi pazzi morali.

5. E v’hanno altri caratteri meno frequenti ma caratteristici, degli epilettici, così da dare — come direbbero gli artisti — il vero color locale, ed essi completano la fisionomia dell’epilettico e ribadiscono la sua analogia col reo-nato. Tali sono: le tendenze al vagabondaggj0 la calma apatia, l’amore alle bestie, l’oscenità.
Tendenze al vagabondaggio — È tipica degli epilettici massime nelle forme psichiche Quell'inquietudine che li tormenta proiettando sul mondo l’interno turbamento li spinge a cambiar sempre sede, tanto più mancando in essi legami affettivi di famiglia e di patria. Oltre al vagabondaggio troviamo veri accessi ambulatori, sopratutto negli adolescenti, che sono spinti a lasciar la casa paterna e vagano da città in città senza saperne la ragione, incapaci al ritorno di saper dire cosa han fatto e perché son fuggiti.
Calma apatica. — È questo un altro carattere proprio degli epilettici. Quando ricordano il delitto commesso, per lo più lo raccontano con indifferenza completa, come se si trattasse di una terza persona. Notabile è pure la calma con cui eseguiscono il delitto. Un portinaio tirava l’acqua alla sua porta, un passante epilettico gli spacca la testa con un martello e continua la sua strada come se fosse la cosa più naturale del mondo.
Amore alle bestie. — Frequentissimo, in contrasto all’indifferenza che mostrano per gli uomini, è l’amore che mostrano per le bestie. Uno studente di liceo, epilettico, raccoglieva i pidocchi per esercitarli militarmente. Io conobbi un pazzo morale epilettico che passava mesi interi a domar galline, cani, uccelli e di cui si diceva che tutti gli animali lo conoscevano come se fosse dei loro.
Sonnambulismo. — Più frequente negli epilettici vertiginosi che nei convulsivi (Krafft-Ebing), e ciò s’accorda col frequente loro sdoppiamento di personalità. « Non di rado succede all’accesso (scrive Krafft-Ebing) uno stato simile al sonnambulismo nel quale il malato sembra di nuovo del tutto cosciente parla, agisce con connessione e ciò non pertanto non è in possesso di tutta la sua coscienza, poiché di ciò che fa in questo stadio nulla più tardi ricorda ». Dostojewski nota nei criminali comunissimo il gesticolare e parlare agitato nel sonno. Da Costa (Journal of nervous disease, 1887) osservò un epilettico intelligenissimo che nel periodo di eccitazione mangia gli escrementi, tenta Sodomie, e con manovra difficilissima a qualunque altro si masturba oralmente il proprio pene. Kiernon ci parla di un onest’uomo che due o tre volte all’anno era preso per [0 o 15 giorni da un eccesso di distimia, di furore e di tendenza pederastica; e d’una dama che all’età critica fu presa da tendenze erotiche per un bambino.
Psicopatia sessuale e precocità. — La psicopatia Sessuale si può Considerare in fondo, salvo rari casi, come una variante dell’epilessia Tra i psicopatiche ci descrive Pellanda, tre sono diventati epilettici dopo i delitti, gli altri lo erano prima. Tutti sono sessualmente precoci. Io ho vedute tendenze sessuali nei fanciulli epilettici di 4 anni, e caso unico in uno che la madre vide in erezione e fregamento osceno fra le sue mammelle ad un anno di età. Marro ha osservato un bambino epilettico che a 3 anni si masturbava continuamente Disvulnerabilità — mi nota la grande facilità colla quale gli epilettici cicatrizzano le ferite e riparano ai traumi, simile in tutto alla disvulnerabilità dei criminali che a lui sembra un ritorno atavico. Un pazzo morale epilettico del Tonnini si strappò i baffi con un grosso brandello di pelle e dopo pochi giorni era cicatrizzato.
Grafomania — Vediamo anche negli epilettici le tendenze autobiografi che trovammo nei criminali. Uno studente epilettico spedisce ogni giorno ai suoi professori tre o quattro voluminose lettere contenenti il racconto di tutte le sue oscenità.
Scrittura Doppia personalità. — La calligrafia varia nella stessa persona essendo ora confusa, macchiata, infantile, ora nitida, ordinata, ora a caratteri piccoli, ora enormi, come abbiamo veduto nei criminali e come riproducono inconsciamente gli ipnotizzati. Magri nel momento che precedette l’accesso omicida scrive con caratteri tripli che i suoi ordinari.
Parole speciali. — E come molti monomani essi usano dare un nome speciale agli impulsi automatici a cui sono soggetti. Misdea diceva « Tengo capricci »; un altro « Mi sento bruciare »; un terzo « Mi monta, mi gira »; un altro «Mi vengon le freghe ».
Suicidio. — La tendenza al suicidio è frequente negli epilettici, alcune volte sincera, più spesso simulata, più spesso ancora automatica, impulsiva, senza motivo, come nei criminali. Morel vide una epilettica condannata da lui alla doccia per aver percosse le compagne, tagliarsi la giugulare. Su 128 epilettici esaminati, Leidesdorf ha trovato 13 suicidi; su 306 io ne ho trovati 11. Ed il suicidio loro ha talvolta per iscopo di sottrarsi alla pena ed anche al delitto. Legrand Dii Saulle, ci parla di un epilettico che scriveva ad un amico: «Io mi sento spinto ad ucciderti... se io non mi uccidessi, salvati, tu saresti la mia vittima ». Questo epilettico finì per impiccarsi.
Influenze meteoriche. — Io ho osservato nelle carceri di Torino che negli stessi giorni in cui sotto influenze meteoriche, gli accessi degli epilettici divenivano acuti, i criminali non alienati commettevano atti di violenza e di indisciplina. Frigerio ha notato lo stesso nei pazzi morali. Distruzione. — Un altro carattere frequente è il bisogno automatico di distruzione degli oggetti inanimati, ma più degli animati, che si connette poi col frequente omicidio-suicidio, e che si vede così frequente nei bambini. Misdea, che era barbiere di un reggimento, quando si vide esonerato da quest’ufficio ruppe coi denti in piccoli pezzi quattro rasoi. Piz rompeva regolarmente nella sua cella tutte le stoviglie: « E così mi sfogo », diceva. Lo stesso faceva Penco. Ricordiamo gli accessi comuni di moltissimi rei, che consistono nel rompere tutto quanto è in bella.
Cannibalismo. — Questa tendenza giunge talvolta fino al cannibalismo, che è molte volte senza alcun rapporto ai sentimenti di vendetta. Un epilettico condannato per percosse e ferite, mentre io gli applicavo la calamita sulla testa, mi diceva che sentiva risvegliarsi in lui l’irritazione che era stata la causa del suo misfatto: « Io mi mangerei da me stesso se non mi si impedisse », diceva. Misdea gridava, dopo la strage dei compagni, che ne voleva divorar il fegato. Cividalli ne vide uno mangiare il naso a tre dei suoi compagni.
Vanità del delitto. — La vanità è frequente in essi, così come il vanto e la registrazione dei delitti. Interrogati sul numero di colpi di cui aveva colpito la figlia, Proganò rispondeva: «Un solo ha bastato, questo braccio non si inganna ». Uno mi scriveva: «Parli pure di me come matto, ma ne parli».