La Valle Seriana/Vall'Alta

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Vall’Alta

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Desenzano al Serio Cene


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VALL’ALTA.


Fra il Monte Misma e il Monte Altino, all’ingresso di una valle dello stesso nome, è situata Vall’Alta. Perchè giace ad un’altezza maggiore della restante Val Seriana inferiore, le deriva forse il suo nome di Vall’Alta. Comprende molte piccole frazioni. Dista 16 km. da Bergamo e 6 a destra da Albino. Superficie Ettari 774. Popolazione 1500. Ufficio postale ad Albino.

Il suo territorio è quasi tutto montuoso. I principali prodotti sono frutta, castagne, legna da fuoco, foraggi e prodotti del bestiame grosso e minuto che si alleva in quantità. Le biade ed i vini riescono a stento.

Questo territorio è percorso dal fiumicello Luio (Luglio, secondo altri) che lo separa da quello di Albino.

Arte. — Di assai bella e nuova architettura è la chiesa parrocchiale dedicata alla B. V. Assunta e a S. Giacomo apostolo. Essa è stata costrutta dal 1759 al 1787, ed è adorna di un quadro di Enea Salmeggia, rappresentante S. Rocco, San Cristoforo e S. Sebastiano. Possiede altresì un prezioso tesoro di reliquie di Santi Martiri, fra le quali il corpo intero di S. Albina vergine e martire.

Sul monte Altino avvi un divotissimo Santuario dedicato all’Apparizione di Maria Vergine. Se ne celebra la festa ogni anno al 23 luglio con gran pompa, musica, spari e fuochi artificiali e con straordinario concorso di tutti gli abitanti de’ paesi finitimi.

Industria e commercio. — Gli abitanti si occupavano tutti esclusivamente alla coltivazione del territorio, alla pastorizia ed al commercio in bovini, ovini, legna, lana ed affini. Ora molti si occupano anche ai vicini opificii.

Scuole e beneficenza. — Classi obbligatorie. — Possiede l’opera pia Misericordia per soccorso in denaro ai poveri [p. 37 modifica] infermi, doti a fanciulle e sussidii alla pubblica istruzione ed al culto divino, fondata nel 1595.

Memorie storiche. — Nelle vicinanze di Vall’Alta (anno 1135), da Gregorio, vescovo di Bergamo, venne eretta un’abbazia dei Cistercensi, che si diedero a dissodare quei terreni convertendoli in campi, prati e frutteti di cui restano ancora memoria nei nomi di Cerreto, Cerretina e Dosso dei Cerri. Soppressa l’Abbazia, i fondi vennero dati in enfiteusi ai coloni. Nel 1518 nel Cenobio non rimase che Alberto de’ Moroni di Albino, morto nel 1550.

Notizie geologiche. — Questo territorio presenta pietra calcare, granito, porfirite, quarzo. Questi minerali, secondo l’opinione di alcuni geologi, sarebbero parti di alcuni massi sterminati, balzati in aria da forza sotterranea e che si arrestarono poi là, dove ancora presentemente si trovano. Si enumerano come esistenti in questo territorio anche piccoli cristalli di sorlo, di tufi calcinati e pietre vetrioliche.

(A. Amati e Maironi Da Ponte, opere citate).