La fine di un Regno (1909)/Parte III/Documenti vol. I/XI

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Documento XI

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Documento XI, volume I, cap. X.


Dal “Carme„ su Agesilao Milano
di Giuseppe del Re.

Ultima parte.

Una densa caligine profonda
Sulla cittade si riversa, e tutto
Ravvolge nel suo vel: tenebra è il cielo,
Son tenebre degli uomini le menti.
Mal dura il guardo in quell’orrendo e cupo
Mistero a penetrar: accovacciate
Ahi lu Morte vi stanno ela Vendetta,
E una turba famelica di sangue
Il delitto asseconda incoronato!
La Musa, anch’essa inorridita abborre
Da tanta vista, e nel suo duol raccolta
Al silenzio i suoi fremiti abbandona,
Il di aspettando, o Agesilao, che intera
Sarà l’opra di Dio. Tu la vedesti
Nella tua mente e l’affrettasti. Ancora
Ella ritarda e tarderà, ma certa
E la promessa, e il tuo sangue n’è pegno.

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Ne son pegno le candide colombe
Che sul tuo palco si posar.1 Non falla
Oh non falla il tuo sogno! È Libertate
Che i suoi campi apparecchia, e, dileguate
Alfin di Tirannia l’ombre mortali,
Sulla terra de’ Martiri raggiorna!

(Torino 1857, Tip. Nas. di G. Biancardi).


  1. Cinque bianche colombe furono viste dal popolo sul patibolo di Agesilao Milano, e così pure piace di vedere al poeta, ma veramente queste colombe non furono vedute, Il poeta si ostina a chiamarlo Melano e così pure la Mancini.