La fisica dei corpuscoli/Capitolo 6/1

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Capitolo 6 - I corpi radiattivi

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1. — I corpi radiattivi. — Dopo la scoperta dei raggi X e lo studio delle proprietà loro, specialmente della fosforescenza che eccitano su alcuni corpi, si pensò se non esistesse anche un fenomeno inverso, se cioè i corpi fosforescenti per l’eccitamento della luce potessero emettere dei raggi X. L’idea fu feconda. Vari fisici, Henry, Troost, Niewenglowski, ma specialmente il Becquerel, fecero i primi tentativi, e trovarono che il solfuro di calcio può in alcune condizioni emettere dei raggi analoghi ai raggi X.

Il Becquerel1 trovò di più che i sali di uranio e l’uranio stesso anche senza l’eccitazione luminosa2 sono capaci di emettere delle radiazioni che impressionano le lastre fotografiche, possono attraversare lamine di alluminio, e rendono conduttori i gas per cui passano. Queste radiazioni furono chiamate raggi Becquerel.

Questa proprietà si riscontrò presto anche in altri corpi. Le ricerche erano fatte tenendo conto specialmente della proprietà che quei corpi avevano di rendere conduttore un gas che attraversano. Così la signora Sklodowska Curie3 [p. 121 modifica]riconobbe proprietà analoghe nel torio, e s’accorse che alcune sostanze come la pechblenda, la calcolite, l’autunite, che contengono uranio e torio, emettevano raggi Becquerel molto più intensamente dell’uranio stesso e del torio. Pensò che dovessero contenere qualche sostanza più attiva, e in collaborazione di P. Curie4, e più tardi del Bemont5 riuscì ad isolare dapprima il polonio e poi un nuovo metallo al quale diedero il nome di radio appunto dalla proprietà caratteristica di emettere quelle radiazioni.

Il radio, che per allora fu estratto soltanto nei suoi sali, è stato da pochi anni isolato come elemento. È un metallo alcalino terroso, bianco brillante appena depositato, ma rapidamente annerisce per la formazione di un sale, forse un azoturo. Il suo peso atomico determinato definitivamente dalla Curie è di 226.5.

La proprietà del radio, e dei corpi analoghi, di emettere radiazioni fu detta radiattività. Gli effetti della radiattività sono molteplici:

effetti chimici — i raggi emessi dai corpi radiattivi sono capaci di impressionare una lastra fotografica, di ridurre il fosforo bianco a fosforo rosso, l’ossigeno ad ozono, e simili;

effetti luminosi, rendono fosforescenti molti corpi ma specialmente i solfuri alcalino terrosi. Inoltre i sali del radio divengono per se stessi luminosi. Sono anche capaci di provocare variazioni di colore in alcuni corpi, anche in pietre preziose;

effetti elettrici, rendono conduttore il gas in cui si trovano provocandone la ionizzazione;

effetti fisiologici, variabili, sopra le piante, e sulla pelle animale anche piaghe e bruciature. [p. 122 modifica]Le radiazioni primarie uscenti dai corpi radiattivi sono di tre specie e prendono il nome dalle prime lettere dell’alfabeto greco: raggi α, raggi β, raggi γ.

Lo studio di questi diversi raggi ha aperto un vasto campo di ricerche e di notizie sulla costituzione dei corpi in generale, e in specie dei corpi radiattivi stessi.

Note

  1. H. Becquerel, Comptes Rendus, v. 122, p. 420 e altrove (1896).
  2. Il Becquerel faceva le sue ricerche esponendo prima i sali ai raggi solari. Il 1° marzo del 1896 il sole non si scoprì e il Becquerel trovò che i suoi sali di Uranio emettevano i raggi come nei giorni precedenti.
  3. Sk. Curie, C. R., v. 126. p. 1101 (1897).
  4. P. Curie e Sk. Curie, C. R., t. 127, p. 175 (1898).
  5. P. Curie, Sk. Curie et Bemont, C. R., t. 127, p. 1215 (1898).