La gioventù di Caterina de' Medici/Dedica
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A DONNA
FRANCESCA MARIA CARLOTTA ROSPIGLOSI
DUCHESSA DI ZAGAROLO
NATA DE NOMPÈRE CAMPAGNY DI CADORE.
A Lei, mia gentilissima Duchessa, che in sè riunisce, ed ha portato in Italia insieme con una indole seria, e con una virile cultura, il vivace spirito e l’amabilità ingenua del suo paese nativo, io dedico le pagine seguenti, nelle quali narrasi la sorte di una figlia della Toscana trapiantata in Francia. Non la spaventi questo argomento: non si tratta nè delle guerre civili, nè della Lega, nè della strage di San Bartolommeo! Io voleva mandarle un ricordo di quei piacevoli giorni che nell’autunno dell’anno scarso ho passati con Lei e co’ suoi nell’amena villa di Lamporecchio: villa che il genio creatore, e negli stessi errori suoi splendido, del Bernini architettò pel Pontefice Clemente nono e per la sua famiglia; villa donde lo sguardo dominando la circostante campagna deliziosa, e popolata di vigne e d’olivi, percorre la Valle di Nievole ricca di verdura e di acque, e i piani traversati dall’Arno, fino al monte Pisano, e alle rocce vulcaniche, dalle quali sorge solinga Volterra, Visitando codesti luoghi, e Vinci da cui trasse nome il gran Lionardo, e Cerreto Guidi coll’antica villa degli Orsini di Bracciano, ove Isabella de’ Medici, bella e ingegnosa moglie di Paolo Giordano, trovò tragico fine, avrei voluto dedicarle una memoria di quelle escursioni, se un fatto così tetro non mi fosse parso argomento poco accomodato al mio scopo. Invece adunque d’un racconto preso dai tempi de’ Granduchi Medicei, accetti Ella e gradisca una storia de’ giorni ne’ quali questa famiglia, spesso, invero, lodala eccessivamente, ma pur sempre gloriosa e grande. trovavasi appunto nel suo passare da quell’autorità tradizionale che il consenso quasi generale dei cittadini in libero stato accordavale. ad assoluto dominio imposto da odiata forza.
I fatti che agitarono la gioventù di colei, la quale fu poi regina di Francia, formano per così dire il centro della presente storica narrazione. Caterina de’ Medici è persona di troppo gran pondo perchè non meriti che si vadano rintracciando i suoi principj, che si spieghino le condizioni fra le quali ella crebbe, che finalmente si conoscano le persone le quali diressero l’educazione sua. Ell’era giovanissima quando lasciò l’Italia; ma le disgrazie di famiglia che vestirono a bruno la sua culla, le tempeste che imperversarono intorno alle mura claustrali che le avevano dato asilo, l’indole di coloro che per ragione di parentela o di circostanza ebbe a guida, hanno operato forse più che non si crederebbe, sulle intellettuali e morali sue facoltà.
Che se io volessi portarne giudizio riguardandola nel tempo che, fattasi matura, spiegò attività grande, eccederei i confini del mio assunto. Avversari e difensori alla regina Caterina non mancarono, ed oggi pure il farne un ritratto per ogni parte conforme al vero, sarebbe malagevole impresa: tanti sono i contrasti religiosi, politici e nazionali die il nome suo risveglia. Questa mia altro non è né vuol’essere se non la narrazione degli anni suoi giovanili, raccolte da testimonianze e da documenti contemporanei, in parte sconosciuti, o non messi a profitto finora. Le feste nuziali di Marsiglia sono l’ultima scena di siffatto prologo ad un dramma storico.
Possa ora questo libricciuolo trovare accoglienza benigna sul Quirinale, nel palazzo da Scipione Borghese è da Giulio Mazzarini eretto sugli avanzi delle terme di Costantino; dove Guido Reni dipinse la raggiante Aurora, e donde si domina collo sguardo la maggior parte della città di Roma.
Firenze, il giorno dell’Assunta dell’anno 1854.