La guerra dei topi e delle rane/Canto terzo

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Canto terzo

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Omero - La guerra dei topi e delle rane (Antichità)
Traduzione dal greco di Giacomo Leopardi (1815)
Canto terzo
Canto secondo Canto quarto



Eran le schiere una dell’altra a fronte,
E de’ guerrieri gridi udiasi il suono:
Giove fe’ rimbombar la valle e il monte
Con un lungo, improvviso, immenso tuono,
E colle trombe lor mille zanzare
Della pugna il segnal vennero a dare.



2Strillaforte primier fattosi avanti,
Ferì nel ventre Leccaluom coll’asta.
Non muor, ma sulle gambe vacillanti
Il miserello a reggersi non basta:
Cade, e a Fanghigno Sbucatore intanto
Passa il ventre dall’uno all’altro canto.



3Si volge quegli tra la polve e muore:
Ma Bietolaio tosto colla lancia
Trafigge al buon Montapignatte il core.
Mangiapan Moltivoce nella pancia
Ferisce, e a terra il fa cader supino,
Manda uno strido, e poi spira il meschino.



4Godipalude allor d’ira s’accende,
Giura farne vendetta, e un sasso toglie,
Lo lancia, e Sbucator nel collo prende.
Ma di nascosto subito lo coglie
Leccaluomo coll’asta per di sotto,
E al suolo il fa precipitar di botto.



5Vuol fuggir Mangiacavoli lontano
Dalla battaglia, e sdrucciola nell’onda,
Ma seco nel cader dentro il pantano
Leccaluomo pur trae giù dalla sponda:
Sangue e budella sparse sopra l’acque,
E senza vita presso al lido ei giacque.



6Paludano ammazzò Scavaformaggio,
Ma vedendo venir Foraprosciutti,
Giacincanne perdessi di coraggio,
Gettò lo scudo e si salvò nei flutti.
Intanto Godilacqua un colpo assesta
Al Re Mangiaprosciutti nella testa.



7Lo colse con un sasso, e a lui pel naso
Stillò il cervello e il suol di sangue intrise.
Leccapiatti in veder l’orrendo caso,
Giacinelfango colla lancia uccise:
Ma Mangiaporri trae, tosto che il vede,
Cercalodordarrosto per un piede.



8Dall’alto il fa precipitar nel lago,
E seco vi si getta, e il tien pel collo,
Finché nol vede morto non è pago.
Ma Rubamiche a un tratto vendicollo,
Corse a Fangoso, in mezzo al ventre il prese
Colla sua lancia, e al suol morto lo stese.



9Si china il prode Vapelfango, e coglie
Del loto, e a Rubamiche il getta in faccia
Così ben, che il veder quasi gli toglie;
Arde questi di sdegno, urla e minaccia,
E con un gran macigno al buon ranocchio
Schiaccia la destra gamba ed il ginocchio.



10Gracidante s’avanza allor pian piano,
Ed al topo nel ventre un colpo tira;
Ei cade, e sotto la nemica mano
Il sangue sparge e gl’intestini, e spira.
Vedutol Mangiagran pien di paura
Cerca di porsi in parte più sicura.



11Zoppo e ferito con dolore e stento
Saltellon si ritragge dalla riva:
Lungi di quivi avviasi lento lento,
E alfin per buona sorte a un fosso arriva;
Nella mischia frattanto a Gonfiagote
Del piè la cima Rodipan percuote.



12Ma zoppicando quel ranocchio accorto
Fugge, e d’un salto piomba nel pantano.
Il topo allor, che lo credea già morto,
Stupisce, arrabbia, e l’inseguia, ma invano;
Ché bentosto in aiuto al suo signore
Galoppando arrivò Porricolore.



13

Avventò questi un colpo a Rodipane,
Ma la lancia s’infisse nel brocchiero.
Gìan così combattendo e topi e rane,
E faceasi il conflitto ognor più fiero,
Allorquando un eroe vago di gloria
Fra’ topi il grido alzò della vittoria.