La leggenda di Tristano/CXIII

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CXII CXIV

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CXII1. — In questa parte dice lo conto, che dappoi che lo comandamento fue andato sí come detto è, tutta la gente sí prese l’arme e montarono a cavallo e andarono tutti quanti alo campo del conte d’Egippi. E quando fuorono tutti alo campo, e lo conte sí ordinoe tutte le battaglie, sí come si convenia. Ma quando lo re dela Pittitta Brettagna vide lo conte d’Agippi, lo quale iera a campo ed avea ordinate tutte le battaglie, sí che no gli fallía se non di combattere, incontanente sí comandò a tutti li suoi baroni e cavalieri che tutti prendessero l’arme e montassero a cavallo e dovessero andare alo paviglione del ree. E quando lo comandamento fue andato, sí come detto è, tutti li suoi baroni e cavalieri sí presero l’arme e montarono a cavallo e andarono alo paviglione. Ed egli sí ordinoe tutte le battaglie. E quando le battaglie fuorono ordinate, e lo re e Ghedin con altri cavalieri sí erano ad una ischiera, la quale si chiamava la schiera dela battaglia reale. E istando in cotale maniera, e ambodue le parti sí si fuerono assemblate l’una appetto dell’altra, ed incontanente s’andarono le schiere a fedire insieme. Ma lo conte d’Egippi andò a fedire ala schiera reale, lá dov’iera lo re e Ghedin, e l’uno sí andò inverso dell’altro cole lande abassate e alo fedire degli sproni. E Ghedin ssí ferio alo conte d’Egippi sopra lo scudo e diedegli sí grande colpo che gli passoe lo scudo e l’asbergo. E se la lancia non fosse rotta, sí era morto e sanza neuno fallo. Ma quando lo conte d’Agippi sentio lo grande colpo che Ghedin gli avea dato, incontanente sí ferio a lui e diedegli sopra lo scudo sí grande colpo che gli passò lo scudo e l’asbergo e misegli lo ferro dela lancia nele coste sinestre e bene in profondo e miselo in terra del cavallo. E quando egli ebe fatto questo colpo, ed egli sí ferio all’altro cavaliere e diedegli sí grande colpo che lo mise in terra del cavallo. E quando lo conte d’Egippi ebe fatti questi due colpi, e tutta la sua gente sí [p. 152 modifica] fedío appresso di lui, incontra lo re della Pititta Brettagna, sí che la battaglia sí era dura e forte intra ambodue le parti e molti cavalieri moriano e dall’una parte e dall’altra, lá onde ciascuno ebe assai che fare di suo compagnone. Ma tanto duroe la battaglia in cotale maniera che lo conte d’Egippi sí mise in isconfitta lo re dela Pittitta Brettagna con tutta la sua gente. E quando l’ebe messo in isconfitta, e lo re sí prese Ghedin e sí lo puose a cavallo e incominciò a fuggire inverso lo suo reame, e tutta fiata menava Ghedin co lui, lo quale egli sí amava di tutto suo cuore.