La leggenda di Tristano/LXVII
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LXVII. — Lo re Marco per grande amore sí si consigliava uno giorno con Braguina, sí che la reina Isotta, vedendo lo consiglio che Braguina facea colo re Marco, ebe grande paura ch’ella non dicesse alo re ciò che stato iera da lei a T. E pensò e disse infra se medesima che per queste cose lo re sí la farae distruggere. Ed allora sí fece chiamare due servi, i quali sí erano venuti co lei d’Irlanda, e fece loro giurare i suoi comandamenti, che di tutto ciò ch’ella comandarae eglino sí lo faranno e sí lo terranno credenza a lei. E li servi rispuosero e dissero ch’egli sí lo faranno a tutto loro podere. Allora sí dice madonna Isotta che s’apparechino, sí che alo matino e’ debiano andare al bosco con Braguina «e dappoi che voi l’avete nel profondo bosco e diserto e voi sí l’uccidete, e no la lasciate per neuna pietade e per neuna mercede ch’ella vi chieresse». E allora sí rispuosero i servi ch’esto comandamento farann’eglino volontieri, «dappoi ch’egli è vostro piacere». Ma molto si maravigliano li servi di ciò che madonna Isotta hae loro comandato. E a tanto sí fae la reina appellare Braguina e sí le comanda ch’ai matino ella sí monti a cavallo in sulo suo cavallo e sí meni seco i servi suoi, «i quali vennero co noi d’Irlanda, e sí andrai co loro al bosco e sí mi apporterai di buone erbe, ché voglio fare uno bagno». E Braguina di queste cose non prendea guardia di sé, e rispuose e disse a madonna Isotta: «Io lo faroe volontieri». Alo matino sí si leva Braguina e sí si veste ed apparechiasi e dappoi sí cavalca in su uno bello palafreno bianco e sí mena seco li due servi, e cavalcò in quella parte lá ov’ella meglio si credea trovare di buone erbe da bagno, si come la donna l’avea comendato. E cavalcando in quella maniera, dissero li servi a Braguina: «Noi non andiamo bene». Allora si incominciano a prendere la via delo diserto; e Braguina incominciò a dire: «Noi non andiamo bene per trovare l’erbe di madonna Isotta». E li servi si dissero: «Noi andiamo bene», e a tanto si andano in tale maniera che fuerono venuti a una profonda [valle] nelo diserto, lá dov’ierano serpenti assai e leoni ed altre malvage bestie. Ed allora li servi sí la presero e ismontarla da cavallo. Allora disse Braguina: «Per che intendimento o per che maniera m’avete voi ismontata da cavallo?». E l’uno deli servi si disse a Braguina: «Egli è pur bisogno che tu muoi in questo diserto, e noi perciò sí t’avemo menata qua per ucciderti». Allora disse Braguina: «Ditemi, servi, fate voi queste cose per volontade dela reina?». E’ servi síi rispuosero e dissero che sie. Allora incomincioe Braguina fortemente a piangere. E l’uno deli servi sí disse all’altro: «Uccidila», e quegli rispuose e disse: «E che no l’uccidi tue?». Allora sí s’appensarono li servi e dissero intrambodue che ne parea loro grande peccato, e volsersi contra Braguina e sí la domandano e dissero: «Hai tu fatto nulla affensione a madonna Isotta?». E Braguina rispuose e disse che noe, «salvo che due damigelle sí si partettero insieme di loro terra e vennerne in istrano paese, e ciascheduna sí avea uno fiore di lis a guardare. E pervenne che l’una sí perdette lo suo fiore di lis per sua mala guardia, e quella che lo guardoe bene, lo suo fiore di lis, sí prestoe lo suo fiore di lis a quella che l’avea mal guardato. Onde quella che lo prestoe sí ne dee morire, e in cotale maniera morrò io a questa fiata. E queste parole sí v’ho io dette perché voi sí le dobiate dire a madonna Isotta. Ed or fate di me ciò che vi piace: dappoi che mia donna vuole ched io muoia ed io voglio morire». Allora li servi sí si consigliarono insieme e disse l’uno all’altro: «Leghialla a un albore, e poi sí veranno le bestie selvaggie e sí la si mangeranno; ché a me ne pare grande peccato d’ucciderla». Allora sí sono accordati intrambodue li servi e sí presero Braguina e sí la legarono a un albero, e lascialla istare cosi legata e tornano a corte. E quando tornavano sí trovarono bestie, ucciserne una di quelle bestie e insanguinarne la gemella ch’avea indosso Braguina di quello sangue e le spade loro, perché paresse ch’eglino avessero morta Braguina, e tagliarono la gonella bene in diece parte. E poi sí tornano a madonna Isotta, e madonna Isotta gli domanda se Braguina è morta, e li servi sí dissero che sie. Ed ella disse loro: «Mostratemi la gonella, s’ella è insanguinata, e ditemi bene per veritade se voi l’avete morta». Ed allora sí mostrarono la gonella, e la spada, e madonna Isotta sí domanda s’ella disse neuna cosa, quand’ella venne a morire. E li servi dissero che sie, ch’ella sí acomandoe sua anima molto pietosamente e con grande pianto al nostro Segnore Iddio, e disse ch’avesse misericordia di lei, e sí contoe sí come due damigelle si partirono di loro terra per andare in istrani paesi, e ciascheduna di loro sí avea a guardare un fiore di liso, e l’una sí lo perdeo lo suo per sua mala guardia, e quella che guardoe bene lo suo sí prestoe lo suo a quella che lo guardoe male. E disse che quella che lo prestoe sí moritte: cosí ella in tale maniera. E la reina sí disse ali servi: «Ed altro dissev’ella?». E li servi dissero che noe. Ed allora si maraviglia madonna Isotta di sua cortesia. Allora disse la reina ali servi: «Andate e sí mi recate lo suo corpo, ched io sí gli voglio fare onore ala morte, daché ala vita io no gli potti fare onore». Ora montano a cavallo li servi, e sí vanno alo diserto e incominciano a cercare di Braguina e no la possono trovare in nessuna parte. E la notte sí sopravenne loro, sí che li servi si rimasero la notte nelo diserto.