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La mandragola/Atto terzo/Scena decima

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Atto terzo
Scena decima

../Scena nona ../Scena undecima IncludiIntestazione 26 maggio 2008 75% Teatro

Atto terzo - Scena nona Atto terzo - Scena undecima


Sostrata, Lucrezia.


Sostrata
Io credo che tu creda, figliuola mia, che io stimi l’onore ed el bene tuo quanto persona del mondo, e che io non ti consigliassi di cosa che non stessi bene. Io t’ho detto e ridicoti, che se fra’ Timoteo ti dice che non ci sia carico di conscienzia, che tu lo faccia sanza pensarvi.
Lucrezia
Io ho sempremai dubitato che la voglia, che messer Nicia ha d’avere fìgliuoli, non ci faccia fare qualche errore; e per questo, sempre che lui mi ha parlato di alcuna cosa, io ne sono stata in gelosia e sospesa massime poi che m’intervenne quello che vi sapete, per andare a’ Servi. Ma di tutte le cose che si son tentate, questa mi pare la piú strana, di avere a sottomettere el corpo mio a questo vituperio, ad esser cagione che uno uomo muoia per vituperarmi: perché io non crederrei, se io fussi sola rimasa nel mondo e da me avessi a resurgere l’umana natura, che mi fussi simile partito concesso
Sostrata
Io non ti so dire tante cose, figliuola mia. Tu parlerai al frate, vedrai quello che ti dirà, e farai quello che tu dipoi sarai consigliata da lui, da noi, da chi ti vuole bene.
Lucrezia
Io sudo per la passione.