La navigazione di San Brandano/XXIV
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NELLA QUALE È INFERNO
Essendo andati co ’l vento nelle parti d’Aquilone eglino viddono una isola la quale era tutta piena di pietre grandi ed era molto una sozza isola e non v’è né albori né foglie né erbe né fiori né frutti, ma tutta era piena di fucine e di ferrari; e ogni fucina aveva el suo ferraro, aveva tutti e’ suoi ferri che al ferraro s’apartiene, le sue fucine ardevano a modo d’ardentissime fornaci e ciascuno martellava per sì gran forza e con tanto romore che se non fosse altro Inferno quel sarebbe paruto troppo. E veggendo San Brandano e ’ suoi frati tutte queste cose le quali erano sì crudeli e sì spaurose a vedere, disse San Brandano a’ suoi frati: "Frati miei, questo si è reo [lu]ogo da stare, i’ ò gran compassione di queste cose ch’io veggio e perciò nonn-è d’andarvi presso se noi ce ne possiamo guardare".
E avendo detto queste parole, e’ venne un gran vento e molto forte, e menò la nave presso a questa isola, e sì come piacque a Dio questa nave passò oltre con salvazione; essendo la nave di lungi un tratto di balestro, e’ frati udivano uno ismisurato vento e romore di martelli, e battevano [i m]artelli su per l’ancudini. E udendo San Brandano questo romore e’ si comincia a segnare e disse così: "O signore Iddio, debbiaci iscampare da questa isola se a voi piace". E avendo così detto, inmantenente e’ venne uno uom[o] di questa isola inverso loro el quale era vecchio e aveva la barba molto lunga, e nero e piloso a modo d’uno porco, e apuzzava molto forte. E così, tosto come questi servi di Dio ebbeno veduti, questo uomo così tornò subitamente indietro, e ll’abate si segna e racomandasi a Dio e disse così: "O figliuoli miei, levate più alta la vela e navichiamo più forte acciò che noi possiamo fuggire di questa isola, ché c’è male stare".
E avendo detto queste cose, cioè parole, incontanente e’ venne uno mal vecchio barb[ut]o in su lo lido del mare e recava in mano una tanaglia e una pala di ferro tutta ardente di fuoco, e veggendo eg[l]i che la nave era partita, elli la gitta lor dietro quella pala del ferro, ma come piacque a Dio ella no lli giunse, ma dove ella diede tutta l’acqua fe bollire fortemente. E avendo veduto questo fatto eglino ebbono veduti in sulla riva una gr[an]de multitudine di sozzi uo[mi]ni come fu lo primo; e aveva ognuno in mano una gran mazza di ferro tutte ardente di fuoco e rendeva una gran puzza. E di queste mazze e dell’altre traevano loro dietro, mai non gliene giunse veruna, ma un gran puzzo faceva, e faceva bollire l’acqua ben tre dì; anche vedemmo ardere quella isola molto forte e andando via i frati egli udivano un grande urlamento e romore il quale faceva quella brutta gente. E San Brandano confortava tutti e’ suoi frati e diceva: "Non temete, figliuoli miei, lo signore Iddio si è e sarà nostro aiutatore, io voglio che voi sappiate che noi siamo nelle parti del Ninferno e questa isola è delle sue, e avete veduto de’ suoi segni e perciò [d]obbiate orare divotamente acciò che non vi bisogni temere di queste cose".
E dette queste parole eglino udivano boci che gridavano molto dolorosamente e dicevano: "O padre santo e servo di Dio, priega per noi miseri tapini, sappi che noi siamo presi a mal nostro grado e contra a nostra voglia, [vo]lentieri verremo da voi ma noi non possiamo, dolente a noi che m[ai] nascemo al mondo el quale è pieno d’ogni inganno e tradimenti; noi siamo legati molto forte e non veggiamo da chi né chi ci tiene, onde la nostra vita è sempre dolorosa e sempre sarà". E quando i frati udirono queste parole ebbono grande compassione e priegano Iddio che gli guardasse da queste pene. E guardando eglino inverso l’isol[a e'] viddono questo uomo ch’era ignudo et era menato al tormento e udiva le boci che gridava e diceva: "Al fuoco, al fuoco!". E altri diceva: "All’acqua!". E molte altre parole udivano assai piggiori, e in queste parole l’acqua del mare venne tutta torbida e pareva che gitta[s]se fiamma e puzzo molto orribi[le], e per questo e’ frati vennono molto isbigottiti tal che non sapevano dove si fossono né dove dovessono andare, ma co ll’aiuto di Dio pur si partirono di così brutto luogo.
E andando un altro dì, sì viddono un grande monte inverso ponente in mare, in quel monte pareva che vi fosse nature d’animali salvatichi sì come dragoni leoni grifoni e orribili serpenti e altre brutte cose assai; e in sulla cima di questo monte usciva un grande fiume d’acqua. E volendo San Brandano ischifare questo monte, uno vento gli menò appresso alla riva, ed era molto alta, e in sul quel monte correva un fiume di sangue vivo; e uno frate di quelli tre che era rimaso co ll’abate in compagnia si uscì fuori di [n]ave molto tosto e comincia andare giuso al fondo della riva, e quando e fu là giù incontanente e’ fu preso, e egli comincia a gridare subitamente molto forte e diceva: "O santo padre, per male mi partì’ dalla vostra compagnia, io sono preso e non so da cui né perché e nonn-ò possanza di ritornare a voi". Incontanente e’ [fra]ti cominciarono a tor via la na[ve] e volendosi partire dal porto pregando Iddio e dicendo: "O signore Iddio, abbi misericordia di noi peccatori". E l’abate guardava pure che faceva quel frate e quello che era fatto a llui da’ dimoni: e’ llo menavano dall’uno tormento a l’altro molto forte, e viddelo inghiottire nove volte da uno dragone uscendogli ogni volta di sotto. E veggendo l’abate ch’egli era sì forte tormentato da diversi tormenti, allora disse: "O figliuolo, tristo a te che mai nascesti in questo mondo, e’ mi pare che tu meriti di stare in coteste pene per li tuoi gravi peccati".
E avendo così detto, e’ venne un vento e menò la nave inverso Austro, e andando e’ si rivolse indietro per vedere l’isola onde si erano partiti e viddono che tutta la compagnia ardeva d’un grandissimo fuoco e molto alto; e veggendo l’abate e i suoi frati questo, sì navicarono molto forte inverso mezzodì per ispazio overo [...] di setti dì, e non truovano altro che cielo e acqua.