Ladin! 2005/6

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Giocondo Dalle Feste

Confini tra Agordo e Primiero ../5 ../ IncludiIntestazione 13 novembre 2015 50% Da definire

5 Ladin! 2005

CONFINI TRA AGORDO E PRIMIERO


GIOCONDO DALLE FESTE


L’alta valle del Mis!

Angolo di Dolomiti poco conosciuto e forse per questo ancora incontaminato!

Imponente sì la Croda Granda (m. 2849) che domina maestosa questa valle, ma le snelle e verticali pareti nord della Punta del Comedon (m. 2325), del Sasso delle Undici (m. 2310), del Sasso Largo (m. 2300) e del Piz di Sagron (m. 2486)… baluardo di pietra! Insieme di incomparabile bellezza che attira lo sguardo di chi percorre la Strada Statale 347 Agordo - Fiera di Primiero.

Rocchette, irti pinnacoli, ripidi inagibili pascoli, il piede mai sicuro, il regno dei camosci, specchio dell’arduo vivere in montagna!

Cereda, dolci declivi, maso moderno di antica memoria!

Col Piagher e Gardellon, cento e più frazioni seminate alla rinfusa, bucoliche emozioni! California, i Vori, miniere, sudore, illusioni, spentesi in un lampo! Sagron, tradizioni non sopite, silenzi!

Matiuz, toponimo arcaico che evoca elfi e guane, qui lo sguardo spazia sul percorso del torrente Mis, divisorio naturale di due remoti Imperi, aride terre spesso oggetto di dispute, guerre fra poveri! Questo confine ci dà modo di sapere che: Sasso delle Undici (m. 2310), Sasso Largo (m. 2300), Piz di Sagron (m. 2486) “Si fece una legge nel Consiglio l’anno 1364, per cui tutti i pascoli, i monti, le valli e i boschi che non erano coperti da possessi e titoli privati venivano dichiarati di pubblica ragione”.

Questo provvedimento del Comune di Belluno portò alla conclusione delle questioni su alcuni confini del territorio agordino. La più importante è quella fra Agordo e Primiero.

Omettendo una parziale rettifica di confini a Cereda del 1330, un’altra revisione, più importante delle precedenti, perché conclusa tra giurisdizioni diverse, avvenne nel 1368, i dispareri sulla linea divisionale la richiedevano da tempo e in una pergamena datata 12 giugno 1362 si trova scritto:

“In nome di Cristo, amen. Nell’anno della sua Natività 1362, indizione I5a, nel giorno 12 dell’entrante mese di Giugno, sulla riva della pieve di Primiero, alla presenza di Simone notaio di Transacqua di Primiero, di Vittore del fu signor Bonaccorso de marchesio del detto villaggio, di ser Tisio de Rigo della medesima villa di Transacqua di Primiero, testimoni rogati e per questo motivo particolarmente convocati, e di molti altri. E qui, al completo e generale comune di tutti gli uomini di Primiero, richiamati al suono della campana e, come è consuetudine, dalla voce dei banditori, e per la maggior parte delle due componenti degli stessi, sottoscritti sindaci, il discreto e prudente uomo, il signor Pietro da Parma, vicario sia del territorio di Primiero come dello stesso Castelpietra in Primiero, in nome del nobile ed egregio soldato signor Bonifacio de Lupis marchese di Soragna e del territorio di Primiero e del Castelpietra, stesso capitano del sacro impero e signore generale, per se stesso e per i suoi discendenti, ed a nome e vece del detto comune di Primiero su consiglio e volontà di tutti gli uomini e persone sottoscritte del Comune di Primiero e quivi presenti e volenti. E i sottoscritti uomini e persone di detto Comune di Primiero, per se stessi ed a vece e nome della comunità e Università di detto Comune di Primiero, e per volontà e consenso del detto signor vicario che interpone la sua autorità, come qualmente Giacomo fu ser Giovanni un tempo di Enrico del fabbro da Tonadico, marzolo della Regola della villa di Tonadico, ser Signa de Lastaza di detta Villa, Michele de Butigino della predetta Villa...

E vengono scelti ad arbitri per la delimitazione dei confini fra Primiero ed Agordo, ser Melioranza de Bona di Tonadico, ma dimorante a Siror, e ser Giovanni de Salatore di Imer.

Non ci fu accordo e il fatto fu poi differito a sei anni dopo.

Agordo, nel distretto di Belluno, dal 1359 era in potere di Francesco da Carrara signore di Padova; la podesteria di Primiero, a nome dell’Imperatore Carlo IV, in mano di Bonifacio de Lupis di Parma, che vi teneva vicario Andrea de Codagnelli, pure di Parma, sulle probità del vicario fissarono gli sguardi tanto Francesco che Bonifacio per affidargli la soluzione della vecchia vertenza sulla confinazione orientale.

Francesco da Carrara fu informato, dal suo vicario Pietro delle Caselle, che gli Agordini conservavano il diritto di possesso su alcuni prati che erano nel territorio dipendente da quel castello. Pertanto se i vicini avessero introdotto in quei prati qualche novità con il pascolo o la fienagione, gli Agordini si rivolgessero al Vicario di Primiero, affinché la controversia fosse risolta con rispetto dei loro diritti; perché se questo fosse avvenuto, avrebbero dovuto ricorrere a lui, e allora egli avrebbe fatto giustizia direttamente, volendo che i confini rimanessero come erano. Essi dovevano essere rispettati nel loro possesso, ma bisognava fissare i confini giurisdizionali dei due territori. La conclusione fu derivata con tutte le norme minute della giurisprudenza. Si nominò giudice designato a udire le parti, a interrogare i testimoni e a esaminare numerosi scritti, Nicolò della Lana di Reggio sorretto dal consiglio di dottori in legge e in una lettera spedita il 1 novembre 1367 al podestà di Belluno, Gerardo de Nigris, e al capitano di Agordo Nicolò de Vigoncia, il Carrarese diceva con espressioni decise, che ricordano lo stile della Serenissima dal 1404 signora di queste regioni: “Voglio che i confini fra il territorio della pieve di Agordo e del Castello della Pietra di Primiero siano e debbano essere dove Andrea Codagnelli, capitano del castello crederà bene che siano fissati”.

Il latore della missiva era lo stesso Andrea Codagnelli, furono discussi i motivi che avevano dato origine alla lite, si esaminarono gli scritti e gli atti di Nicola della Lana da Reggio, il Carrarese premise anche una perizia del suo ingegnere mastro Luca, incaricato forse di visitare i luoghi fortificati dell’Agordino, come più tardi lo troviamo occupato nella costruzione delle mura della città di Belluno e risultò che gli uomini di Agordo, sì possedevano alcuni prati sul territorio di Primiero, ma ne avevano scordati i confini, perciò era facile qualche offesa vicendevole al diritto di proprietà. Con nuova lettera da Bassano, il Carrara impose, come conclusione, che i confini dovessero rimanere intatti, cosa che i maggiori interessati avevano dimenticata e che tra i due territori a perpetua memoria si fissassero dei termini e finalmente il 21 agosto 1368 si giunse alla definizione dei confini. Andrea Codagnelli di Parma pronunziò la sentenza: “Ordino et decerno ad perpetuam rei memoriam che il rivo Sandriassia che nasce sulle creste della catena rocciosa, incominciando dal luogo detto alle Rochete fino al fondo ove si getta nel torrente di Valle alta e muta il nome in quello di Mis, sia il termine divisorio fra i due territori. Ne dovranno fare testimonianza le croci fatte scolpire sulle rocce della montagna, sul fondo valle e lungo il corso dell’acqua”. Un sasso con sopra la croce e vari termini di pietra erano stati infissi nel torrente presso al Molino, affinché i passanti ne avessero cognizione. Tali confini dovevano essere rispettati sotto pena di mille lire di denari veneti piccoli da assegnare al fisco di Francesco da Carrara tutte le volte che fossero stati violati. La sentenza fu solennemente letta e pubblicata nel luogo detto il campo di Sant’Andrea, presso il rivo Sandriassia, alla presenza del capitano d’Agordo Nicola da Vigonzia, Salione da Voltago pievano di Agordo, maestro Bartolomeo a Scalis, Avanzio da Agosaldo di detto luogo, Bernardino da Frassenedo del luogo predetto, Risi de Rigo da Transacqua, Alberto de Salatino anche di Transacqua, Vendramo da Piubago di Primiero, Franciscino notaio de Lago di Primiero, Giovanni Bertacio di Transacqua e moltissimi altri testimoni appositamente chiamati, l’atto fu redatto e sottoscritto da Simone da Transacqua notaio per autorità imperiale e firmato da altri notai di Bolzano.

Ma simili questioni continuavano, perché il 29 giugno 1394 Giangaleazzo Visconti dava ordine ai podestà di Belluno e Feltre di mandare a fare un sopralluogo sui confini, insieme con gli inviati del Duca d’Austria, e di informarlo sulle differenze fra gli abitanti di Primiero e quelli di Agordo e di Canale; infine troviamo che nel 1395, il 20 settembre, nel palazzo del Podestà di Feltre, i rappresentanti della Comunità di Primiero dichiararono davanti a una commissione che la giurisdizione sulle due alpi di Fiocobono e venegiotta, sopra Falcade, spettava alla Città di Belluno e quindi al Capitaniato di Agordo, mentre la proprietà e il diritto di pascolo erano del Comune di Primiero.

Da allora ad oggi i confini sono rimasti come fissati in questa sentenza, né mai più vi furono questioni. Nel fascicolo della causa tra la Regola di Gosaldo e le Regole di Rivamonte-Tiser per la malga Cavallera c’è una dichiarazione del Curato di Sagron che dice così: “Li 27 febraro 1753. Sagron. Attesto io sottoscritto che sono circa sedici Regolieri di Gosaldo Territorio di Bellun che hanno fino al presente pascolato la montagna del Mis di ragione dello Stato Austriaco, ovvero Imperiale per alimentare li suoi Animali Bovini, che furono sempre circa 60, e pecore quasi 100 e che pagano, e pagano per li Bovini per cadaun capo Lire 2, e ciò per non aver essi altro luogo sufficiente per comodamente alimentarli; in fede D. Simon Brn Curato del sudetto Luogo.

Appare evidente da questa dichiarazione la correttezza del rispetto dei confini.

CONVENZIONE CONFINARIA
OSSIA
RELAZIONE E PROTOCOLLO
DELLA CONTERMINAZIONE FISSATA E MARCATA TRA LA GIURISDIZIONE DI
PRIMIERO PROVINCIA TIROLESE ED IL CAPITANIATO D’AGORDO PROVINCIA
BELLUNESE NELLA VISITA DELL’ANNO 1781. (COINCIDENDO ANCHE QUELLA DI
MOENA DELLA VALLE DI FIEMME TRENTINA CON FALCADE PIEVE DI CANALE)

Nella presente visita biennale della Linea Bellunese ci abbiamo data la premura di adempiere ossequiosissimamente le Sovrane prescrizioni emanate l’anno 1779 sopra le nostre relazioni degli anni 1777 e 1778. La relazione dell’anno 1778 concerneva la confinazione tra il Veneto della Provincia Bellunese. Questa fu eseguita coll’effettivo impianto de’ Termini, come risulta dalla Mapa e Protocollo Esecutoriale segnato in Livinallongo li 8 del mese cadente.la Relazione dell’anno 1777 trattava della vertenza confinaria tra Fiemme e Primiero Provincia del Tirolo, tra Agord e Pieve di Canale Provincia di Belluno. In conformità alle Sovrane Ordinazioni furono prima di tutto elevate da’ rispettivi Ingegneri con esattezza in Mappa Geometrica le località della linea controversa colle sue diverse indicazioni. Siccome in tale Confinazione era riguardo a Moena, Valle di Fiemme, presentemente pure interessato il Vescovado di Trento, e intervenne per rapporto a questo piccolo tratto anche un suo Commissario. E tale Confinazione di Moena con Falcade fu concordemente concertato, stabilito e marcato con rispettivi Termini come rilevasi dalla Mappa e Protocollo Esecutoriale segnato in Moena li 23 decorso luglio. Ugual successo ci riuscì di combinare il restante della linea che divide la Giurisdizione di Primiero dal Capitaniato d’Agordo, della quale appunto tratta il presente Protocollo che onorato della Sovrana Ratifica potrà pure considerarsi come esecutoriale. Rivedute dunque colla scorta della Mappa d’avviso tutte le località controverse, sentite sopra quelle le dichiarazioni ulteriori de’ Comuni Limitrofi ed esaminati i documenti ed i Possessi d’ambo le Parti, abbiamo reputato uniforme ai rispettivi titoli ed alle reciproche convenienze di stabilire nella discrepanza de’ Comuni salvo sempre la Sovrana approvazione, una linea che fosse più analoga al tenore e senso degli antichi documenti già presentatio nella nostra relazione dell’anno 1777 e che nello stesso tempo si avvicinasse al possibile ai più pacifici non contraddetti possessi ed anche a qualche più naturale conterminazione. Secondo tali principj di equità e di convenienza abbiamo fissata appunto tale Linea di Confinazione nel modo che segue, come appare dalla Mappa Geometrica esecutoriale che umilissimamente presentiamo da noi pure firmata… . A tale Mappa abbiamo per chiarezza dell’intiera Linea e maggior intelligenza della nostra Relazione dell’anno 1777 aggiunta la mentovata porzione Trentina che divide la Comunità di Moena, Valle di Fiemme, da Falcade, Pieve di Canale, benché sia anche separatamente delineata.

Equivalenza di misure:
1 PERTICA VIENNESE
1 KLAFTER …………
6 PIEDI…………………
1,896 metri lineari…….
--==O==--
Incrocio torrenti Mis-Pezzea, cippo di confine N. 1
CONFINAZIONE TRA PRIMIERO E AGORDO E TRA AGORDO E CANALE
Termine Principale N. 1  1781

Cominciando dal punto del rispettivo triplice Confine cioè nel profondo della Valle del Mis all’unione del Rivo di Vall’Alta col Fiume Mis ove confina Primiero con Belluno o Feltre, abbiamo fatto piantare due termini, uno in faccia all’altro segnati con N. 1  1781 colle Armi Austriache da una e Venete dall’altra. Ascende indi il Confine secondo il corso dell’acqua del Fiume che ne fa il divisorio fino ove sbocca nella Sandrasia l’acqua dell’origine del Mis.

Termine Principale N. 2 · 1781

Fra il punto dell’unione di dette Acque fu Marcato orizzontalmente per Termine principale un Sasso grande con il N. 2 1781 distante dal primo pertiche viennesi 1355.

Due Termini Principali N. 3 · 1781

Ascendendo secondo il corso dell’acqua Sandrasia divisorio, per pertiche 212 , furono presso la Strada, che dal Mis di sotto conduce in Agort scielti per Termini principali dalla Parte Veneta un Sasso vivo orizontalmente Segnato N. 3 . 1781 e dalla Parte Austriacha una pietra piantata e segnata verticalmente collo stesso N. 3 · 1781.

Tre termini Principali N. 4 · 1781

Da questi ascendendo sempre secondo il corso dell’acqua Sandrasia per pertiche 413, fu presso la Strada che dal Mis di sopra conduce in Agort nella Parte Veneta in vicinanza del Veneto Casello di Sanità, marcato verticalmente per Termine Territoriale

un Cronello grande con N. 4 · 1781 segnato Veneto. E per contrassegnare l’andamento

della Linea furono marcati collo stesso N. 4 due altri Termini nella Parte Austriaca ala sponda del letto dell’acqua, cioè al di sotto del Cronello pertiche 12 un Sasso vivo grande orizontalmente segnato col N. 4 · 1781 e Lettera A dinotante Austriaco ed al di sopra di detto Cronello in distanza di pertiche 6 alla sponda del letto, cioè verso man destra al di sopra dell’unione dell’Acqua delle Rocchette colla Sandrasia in un altro Sasso vivo grande segnato orizontalmente N. 4 .

Termine Principale N. 5 · 1781

Da questi ascendendo a man destra secondo il Canale dell’acqua della Sandrasia in distanza di pertiche 514, fu al di sopra dell’unione dell’acqua Domadore scolpito altro Termine Principale sopra una Pietra larga Piedi 2 ½, lunga piedi 3 e marcata in Piano inclinato col N. 5 ·

1781 distante dal Casello Veneto di sanità, pertiche 11.

Domadore: sasso di confine N. 5 – 1781 segnato anche 1845

Termine Intermedio N. 6 

Ascendendo da questo termine per man sinistra per detto Canale dalla Sandrasia fino alla sua origine e di la traversando in linea retta in distanza di pertiche N. 312 ritrovasi in uno Scoglio una vecchia  grande verticalmente scolpita su cui come Termine intermedio fu aggiunto il N. 6. Da questo Termine ascende a man sinistra la Linea fra Rocchette Austriache e Cavallera Veneta fino alla Forzella d’Oltro in distanza di pertiche N. 342, qual Forzella fa l’ulteriore divisorio. Da questa Forzella ascende la Linea alla Sommità delle Rocchette de’ Canali e continuando sempre le consecutive più alte Cime del Sasso maggiore, della Palla di S. Martino, della Vezzana, del Mulazzo (Località Austriache) e da queste Cime alquanto discendendo per le Cime delle Crode dei Lastei di Veniggia (Località parimenti Austriache), si arriva alla Cima più alta che guarda verso la Vallazza e verso Valles in distanza della Forzella d’Oltra di pertiche n. 9855. Siccome le Cime più alte di tali consecutive inaccessibili Crode fanno il pacifico Confine d’ambi gli Stati, non occorreva né poteva marcarli con Termini.

Termine Principale N. 7 · 1781

Dalla predetta Cima, ossia punta ove finisce l’Agnelezza della Veneggia e principia il Monte Valles discendendo quasi in Linea retta per la schena naturale divisoria in distanza di pertiche N. 225 , fu piantato il Termine principale N. 7 · 1781.

Termine Principale N. 8 · 1781 colle Armi

Discendendo da questo in linea retta per pertiche n. 83 , nel Piano di Vales ove si passa da Primiero in Canale d’Agord, fu presso il Casello Veneto di Sanità, piantato il Termine principale N. 8 . 1781 colle rispettive armi Austriache da una e Venete dall’altra parte.

Passo Valles : sasso di confine N. 8 con le armi Austriache e Venete
Due Termini Intermedi : Lettera ‘A’ ·  , Lettera ‘B’ · 

Ascendendo da questo per il Colle contiguo in distanza di pertiche N. 47, un termine con lettera ‘A’ ·  e da questo discendendo per pertiche N. 95, altro Termine intermedio segnato in una Lasta lettera ‘B’ ·  .

Due Termini principali N. 9 · 1781

Da questo ascendendo per pertiche N. 91 si arriva alla sorgente dell’Acqua Argentina posta al piede d’una Collina ove sopra due Laste dirimpetto, distanti una dall’altra pertiche 2, ½ fu scolpito orizontalmente per Termine Principale il N. 9 · 1781.

Bibliografia:

  • Archivio di Stato di Venezia;
  • Bollettino Parrocchiale “Ai pié della Croda Granda”, novembre 1960;
  • Bollettino Parrocchiale “Voci di Primiero”, giugno 1942;
  • Brunet Luciano “Così senza pretese” vol. II, dicembre 1988;
  • Gaiardo Maria Josè, “L' Agordino e la sua storia attraverso le carte geografiche”,
  • Istituto Bellunese di Ricerche Sociali e Culturali Belluno, 1997;
  • Tamis Ferdinando, “Storia dell’Agordino”, vol I, Nuovi Sentieri Belluno, 1986;

Un grazie particolare al Geom. Elio Olivotto.