Le Ricordanze (Rapisardi 1872)/Parte seconda/Penso talor...
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PENSO TALOR...
Penso talor: Se istabili e fallaci
Fosser le lue promesse e i sogni miei,
Come le perle tue falsi i tuoi baci,
O cara, io riderei!
Che mi fa? La cileste onda tranquilla
Bacia anch’essa così l’arido lido;
Così april bacia il prato, espero brilla
Nel sen del flutto infido.
Amor cangia e s’immuta, amor rinnova
Con gli astri il fronte e con l’april la vesta;
Ei nel deserto il fiorellin ritrova,
L’iri ne la tempesta;
Ed egli, il caro amor, di te non meno,
Bello e gentil saprà trovarmi un fiore,
Un guancial troverammi, un nido, un seno,
Ov’io posi il mio core.
E amerò sempre sempre; amerò come
Quel primo dì che ti serrai sul petto;
Nè morirà per imbiancar di chiome
Il mio fervido affetto.
Upupa o rosignol, bruco o farfalla,
Sento qualcosa in me che canta e gira,
Qualcosa che tra’ fiori or dorme, or balla,
Che ride e che sospira.
Oggi re, doman servo; oggi a l’altera
Rosa chiudo nel sen l’ali opaline,
Doman fra’ poveretti ozzimi a sera
Aspetterò le brine.
Penso talor così. Ma allor che gli occhi
Al ciel volgo superbo e rido e canto,
Sento, che assisa sovra i miei ginocchi
Ella terge il mio pianto.