Le Ricordanze (Rapisardi 1894)/Parte terza/Ideale
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IDEALE
A LINA
È ver: straniero e pazzo ospite in questa
Gabbia di saggi il piè fugace io volgo;
L’anima mia, che sol nei sogni è desta,
Segue un’Idea, che mal comprende il volgo.
Tacito vo tra la loquace e frolla
Turba e senz’odio a tanti odiosi in mezzo;
E, perchè m’apra un passo entro a la folla,
Semino a me dintorno il mio disprezzo.
E corro ove un’occulta ansia mi caccia,
Che la vita mi strugge e mi ricrea,
Col piè nell’ombra e con la luce in faccia
Seguo il fulgor d’una fuggente Idea.
E corro ognor. Ma tu chi sei che tanto
Tieni di lei, che sì m’affanna e tira,
strana forma di riso e di pianto,
Viva fragranza ed armonia di lira?
Tanto sole hai sul crin, tanta negli occhi
Parte di ciel, tanto silenzio intorno,
Che ogni cosa mortal par non ti tocchi,
E sia tutto fra’ sogni il tuo soggiorno.
Deh, rispondi, in pietà! Tu, che del regno
Dell’eterna beltà sei cittadina,
Di’: verrà giorno che di lei sia degno?
Qual premio o pena all’amor mio destina?
Io, perchè giunga a lei, perchè dei cari
Labbri udir mai dolce una voce io possa,
Varcherei monti e boschi, abissi e mari,
Calpesterei dei miei morti la fossa!
Parla, in pietà! Della tua voce indegni
Questi pajono a te lidi terreni?
O amor, che le più schive anime regni,
Dammi il tuo vol, dammi un tuo raggio, e vieni.
Ti rapirò nel radioso, immenso
Delle mie fantasie mobile impero,
Là dove solo e disdegnoso io penso,
E di lucide larve adombro il vero.
Ti rapirò dove dal fren si sferra,
Selvatico cavallo, il genio mio;
Dove col mondo e la fortuna in guerra
Sorgo fra’ lampi, e sfido a morte Iddio.
Ti rapirò.... Ma di superbi allori
Mieta altri un serto, e spinga al ciel l’orgoglio
Fiori e musiche io vuo’, musiche e fiori,
E in un bacio d’amor morire io voglio.
E se fantasma è il mio, se nei felici
Sogni tu vivi, e sol ne’ sogni hai forma,
Dammi ch’io chiuda al ver gli occhi infelici,
E sognando di te per sempre io dorma!