Le cento novelle antiche/Novella LXVIII

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Novella LXVIII

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D'una quistione che fece un giovine ad Aristotile.


NOVELLA LXVIII.


Aristotile fue grande filosofo. Un giorno venne a lui un giovine con una nuova domanda, dicendo cosie: maestro, io ho veduto cosa che molto mi dispiace all’animo mio; ch’io vidi un vecchio di grandissimo tempo fare laide mattezze. Onde, se la vecchiezza n’ha colpa, io m’accordo di voler morire giovane, anzi che invecchiare e matteggiare. Onde per Dio, metteteci consiglio, se essere pò. Aristotile rispose: io non posso consigliare che, invecchiando la natura, non muti in debolezza il buon calore naturale, e non venga meno la virtù ragionevole, e manca. Ma per la tua bella provedenza io t’apprenderò com’ io potrò. Farai così, che nella tua giovanezza tu userai tutte le belle e piacevoli et oneste cose, e dal lor contradio ti guarderai al postutto, e quando sarai [p. 100 modifica]vecchio, non per natura nè per ragione vivrai con nettezza, ma per la tua bella e piacevole e lunga usanza ch’avrai fatta.