Le cento novelle antiche/Novella LXXVII

Da Wikisource.
Novella LXXVII

../Novella LXXVI ../Novella LXXVIII IncludiIntestazione 16 febbraio 2014 100% Da definire

Novella LXXVI Novella LXXVIII
[p. 109 modifica]

Qui conta di messer Rinieri cavaliere di corte.


NOVELLA LXXVII.


Messer Rinieri da monte nero cavaliere di corte sì passò in Sardegna, e stette col donno d’Alborea, et innamorovvi d’una sarda ch’era molto bella. Giacque con lei. Il marito li trovò. Non li offese; ma andossene dinanzi al donno, e lamentosse forte. Il signore amava questo sardo. Mandò per messer Rinieri; disseli molte parole di gran minaccie. E messer Rinieri scusandosi, disse che mandasse per la donna, e domandassela, se ciò che fece fu altro che per amore. [p. 110 modifica]Le gabbe1 non piacquero al signore. Comandolli che sgomberasse il paese sotto pena della persona. E non avendolo ancora meritato di suo stallo, messere Rinieri disse: piacciavi di mandare in Pisa al siniscalco vostro, che mi provveggia. Il donno disse: cotesto farò io volentieri. Feceli una lettera, e diellile. Or giunse in Pisa, e fu al detto siniscalco, et essendo con la nobile gente a tavola, contò il fatto come era stato, e poi diè questa lettera al siniscalco. Quelli la lesse, e trovò che li dovesse donare un paio di calze line a staffetta, cioè sanza peduli, e non altro. Et innanzi a tutti i cavalieri che v’erano sì le volle. Avendole, ebbevi gran risa e sollazzo. Di ciò non s’adirò punto, perciò ch’era molto gentil cavaliere. Ora avvenne ch’entrò in una barca con un suo cavallo e con un suo fante, e tornò in Sardegna. Un giorno andando il donno a sollazzo con altri cavalieri, e messere Rinieri era grande della persona, et avea le gambe lunghe, et era su un magro ronzino, et avea queste calze line in gamba. Il donno il conobbe, e con adiroso animo il fe’ venire dinanzi da se, e disse che è ciò, messer Rinieri, che voi non siete partito di Sardegna? Certo, disse messere Rínieri, sì sono, ma sono tornato per li scappini delle calze. Stese le gambe, mostrò i piedi. Allora il donno si rallegrò, e rise, e perdonolli, e donolli la roba ch’avea indosso, e disse: messere Rinieri, tu hai saputo [p. 111 modifica]più di me, e più che io non t’insegnai. E que’ disse: messere, elli è al vostro onore.


Note

  1. Le gabbe. Le burle. È voce antiquata.