Le donne curiose/L'autore a chi legge
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Carlo Goldoni - Le donne curiose (1753)
L’autore a chi legge
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L’AUTORE
A CHI LEGGE.
L
A curiosità delle donne è un argomento che viene dagli uomini considerato sì vasto, che a molte e molte Commedie potrebbe somministrare l’intreccio. Quindi è, che di questa mia alcuni contentati poco si sono, perchè ad un oggetto solo ho diretto la curiosità di quattro femmine insieme. Questi[1], che un così avido desiderio nutriscono di vedere sopra la scena[2]moltiplicati delle donne i difetti, mostrano di essere più curiosi di esse[3] Io ho voluto ristringermi ad un solo motivo, e mi sembra bastantemente critico, per quell’idea che mi sono prefissa in mente.
- ↑ Nel t. IV (1753) dell’ed, Paperini di Firenze, dove fu stampata la prima volta questa avvertenza, leggesi: Questi però.
- ↑ Pap.: in scena.
- ↑ Segue nell’ed. Pap.: ma si consolino, poichè non mancherà forse chi prevalendosi anche di questo mio argomento, darà loro la continuazione, e accozzando insieme una moltitudine di fatterelli, farà una composizione, a cui darà il titolo di Commedia. Io che, per quanto posso, amo di conservare l’unità dell’azione, ho voluto ecc. Il Goldoni allude principalmente al suo preteso emulo ab. Pietro Chiari.